Storia della letteratura europea - Torna in homepageRabelais: "Gargantua e Pantagruel"


Rabelais: "Gargantua e Pantagruel"


Con il titolo di Gargantua e Pantagruel (Gargantua et Pantagruel, 1532-64) si usa indicare correntemente l'insieme dei quattro romanzi pubblicati da Rabelais in vita e di un quinto pubbli cato postumo. Lo spunto per l'opera venne a Rabelais da una stam pa popolare di grande successo, che aveva come protagonista il gigante Gargantua. Rabelais si propose di raccontare le gesta del figlio Pantagruel: al comico che nasce dall'ingrandimento su sca la gigantesca delle funzioni fisiologiche dell'eroe, si aggiunge la minuzia nel descrivere particolari di situazioni incredibili. Visto il successo di questa prima opera, Rabelais rifece il mo dello originario con il "Gargantua" che, nella cronologia del racconto, precede il "Pantagruel". Tra i mille episodi del rac conto famoso è quello del furto della campane di Notre- Dame, che offre l'occasione per una sarcastica rappresentazione del mondo universitario Parisno. Costante in Rabelais è l'accoppiamento del racconto comico- fantastico a spunti di vivace realismo descrittivo. Frequenti l'acuta critica della società del tempo, le nette prese di posi zione ideologiche, come quella a favore del ritorno alla pura dottrina evangelica. Brani scanzonati e dissacranti si alternano con pagine di grande impegno intellettuale e di intenso fervore. Famosa, nel "Pantagruel", la lettera di Gargantua al figlio, in cui entusiasmo umanistico e slancio evangelico si uniscono. Il "Terzo libro", nonostante il titolo, è molto diverso dai precedenti. In primo piano è l'amico di Pantagruel, Panurge. Al posto dell'azione subentra la dissertazione sottile su due temi principali: la prodigalità di Panurge e un suo eventuale matrimo nio. Nella tematica del matrimonio si riflette anche il dibattito di quegli anni sulla superiorità o inferiorità del sesso femmini le. La pausa produttive e il particolare carattere del "Terzo li bro" furono dettati da motivi prudenziali di fronte all'irrigidi- mento dei teologi della Sorbona, cui il re aveva dato carta bian ca contro i sospetti di eresia. Ciò non gli impedì la condanna. Il "Quarto libro" racconta l'odissea di Pantagruel che va in Cina a consultare un oracolo in modo che Panurge possa decidere sul matrimonio. Il grande viaggio per mari e per terre inesplora te offre l'occasione per abbandonarsi al gusto del racconto favo loso, puntando particolarmente sulla descrizione di personaggi allegorici. Quando si manifesta il contrasto tra re di Francia e papa cattolico (1551-52) Rabelais introduce nel suo libro spunti filo-francesi: ha la disgrazia di stampare proprio quando i due contendenti si riconciliano, per cui non sfugge alla condanna del parlamento. Una continuazione del "Quarto libro" fu pubblicata postume nel 1562 sotto il nome di Rabelais, con il titolo de L'Isola Sonante (L'Isle Sonante). E' una violenta allegoria contro la curia roma na, ripresa più tardi nell'edizione completa del Quinto libro di Pantagruel (Cinquiesme livre de Pantagruel). Non si hanno argo menti né prove che si tratti proprio di un'opera di Rabelais. La critica propende a non attribuirla a Rabelais. Se anche la si dovesse attribuire a lui, deve esserci stato un intervento manipo latore, forse di uno scrittore ugonotto; altri ritengono che il testo non sia apocrifo, che che Tiraqueau ne sia stato il riordinatore.


Diamo un sunto dell'opera che, per le sue caratteristiche, risulta poco riassumibile. Nel "Libro primo" (La vita inestimabile del grande Gargantua, padre di Pantagruel, 1534) l'azione si svolge sulle rive della Loira e a Paris. Da Grandgousier e da Gargamelle, grandi mangia tori, nasce Gargantua. Durante una allegra festa sui prati della Sulsaie, presso Chinon, il neonato appena nato dall'orecchio de stro di sua madre chiede a gran voce da bere. Il resto dell'in fanzia è adeguato all'esordio e alle gigantesche dimensioni: una mandria di 17.913 mucche per allattarlo, 900 canne di tela per una sola camicia ecc. Affidato a dotti e pedanti maestri, rappre sentanti della pedagogia scolastica, nonostante la buona volontà Gargantua non impara nulla e diventa sempre più pigro. Grandgou sier lo manda allora a Paris con Ponocrates, un educatore che segue l'antico ideale di una armoniosa formazione del corpo e dello spirito. A Paris Gargantua fa un ingresso sensazionale, sul dorso di una gigantesca giumenta: per adornarla strappa le campane di Notre-Dame. Mentre completa la sua educazione, scoppia la guerra tra i sudditi di Picrochole e quelli di Grandgousier a causa di una disputa tra i rispettivi mercati di focacce. Il più bellicoso è Picrochole che ottiene alcune vittorie, mentre Gran dgousier offre la pace. Picrochole, consigliato da ambiziosi mi nistri, prosegue l'offensiva. Gargantua accorre in aiuto del pa dre e in pochi giorni sbaraglia i nemici, facilitato dalle dimen sioni e aiutato da un eroico frate, Jean des Entommeures. Dopo la vittoria Gargantua si mostra generoso verso i vinti e fa un bel discorso sui vantaggi politici della generosità. Ricompensa i compagni con donazioni. Su consiglio di frate Jean fa costruire l'abazia di Thélème nella quale uomini e donne vivranno felici seguendo l'unica regola: "fà quel che vuoi". Nel "Libro secondo" (Gli orribili e spaventevoli fatti e pro dezze del molto rinomato Pantagruel, re dei Dipsodi, figlio del gran gigante Gargantua, 1532) nasce Pantagruel, da Gargantua e Badebec che muore nel darlo alla luce. Pantagruel rivela subito insaziabile appetito e forza prodigiosa. Diventato grande, il pa dre lo manda in giro per le più importanti città universitarie. Dopo Poitiers, Bordeaux, Tolose, Montpellier, Avignone, Bourges e Orléans, Pantagruel giunge a Paris dove comincia a studiare le "sette arti liberali". Riceve da Gargantua una bellissima lettera in cui sono esposte le sue idee sull'educazione. A Paris Pantagruel incontra Panurge, povero ma furbo e dotato di inventiva senza scrupoli. Gli studi di Pantagruel sono interrotti dalla ne cessità di rientrare in patria a combattere i Dipsodi: essi, profittando di un trasferimento di Gargantua, avevano saccheggiato una zona del paese di Utopia e stavano assediando la capitale de gli Amauroti. Pantagruel Panurge e compagni arrivano via mare. Panurge prende al laccio 600 cavalieri nemici, Pantagruel ammazza 300 giganti usando come clava il loro capo Loup-Garou (Lupo man naro). Pantagruel invade le terre dei Dipsodi. Mastro Alcofribas (il pseudonimo usato da Rabelais per quest'opera) approfitta del fatto che Pantagruel ha steso la lingua a ombrello su un batta- glione per proteggerlo dalla pioggia, per entrare nella sua boc ca: qui trova una bella regione boscosa coltivata con amore dai suoi abitanti. Quando esce, Pantagruel lo informa di aver scon fitto i Dipsodi. Nel "Libro terzo" (Terzo libro dei fatti e detti eroici del buon Pantagruel, 1546) Pantagruel trasporta nel paese dei Dipsodi una colonia di utopiensi. L'autore ne approfitta per elogiare il liberalismo in materia di colonizzazione. Panurge, entrato in possesso di una cospicua fortuna, la dilapida in due settimane. Ai rimproveri di Pantagruel risponde con un elogio dello sperpero e dei debiti. Panurge annuncia la sua intenzione di sposarsi, ma non sa se questa è una decisione giusta. Anche Pantagruel non sa consigliargli. Decidono di ricorrere a tutti i mezzi per conosce re il futuro. Consultano la sibilla di Panzoust, il vecchio poeta Raminagrobis, l'astrologo Herr Trippa. Ciò non risolve il proble ma. Riuniscono un gruppo di dotti, formato dal teologo Hippothad ée, il medico Rondibilis, il filosofo scettico Trouillogan, alla presenza del giudice Bridoye celebre per decidere la sorte dei processi con il gioco dei dadi. In disaccordo sull'interpretazio ne dei risultati del consulto, Pantagruel e Pa- nurge decidono di partire per consultare l'oracolo della Diva Bottiglia. Il "Libro quarto" (Quarto libro dei fatti e detti eroici del buon Pantagruel, 1548-1552) è la storia della spedizione di Pan tagruel e Panurge. Con i loro compagni si imbarcano al porto di Thalasse. Dopo una lite di Panurge con un mercante di montoni che finisce in mare con il suo gregge, si succedono gli scali nei paesi più strani. L'isola dei Chicquanous (litiganti) dà occasio ne per una satira del mondo dei legulei. Sono all'isola dei Pape figues (protestanti che non rispettano il papa), all'isola dei Papimanes (cattolici in adorazione del papa) ecc. Giunti al limi te del mare Glaciale, i navigatori odono improvvisamente parole e grida lanciate durante una battaglia avvenuta l'anno precedente e che, gelatesi, si fanno ora sentire grazie al disgelo. Nel "Libro quinto" (1564) continua il viaggio di Pantagruel e Panurge verso l'oracolo della Diva Bottiglia. Nella visita all'i sola Sonnante, che raffigura la curia romana, Panurge ammesso all'udienza pontificia pronuncia frasi di insolenza inaudita. I viaggiatori sostano poi nel regno della Quinta Essenza, paese di idee pure e astra- zioni, che dà all'autore l'opportunità di un at tacco contro la Sorbona. Attraverso l'isola d'Odes e il paese Sa tin, giungono al regno di Lanternois, dove si trova il tempio della Diva Bottiglia. Panurge è presentato dalla sacerdotessa Bacbuc all'oracolo, che pronuncia un'unica parola: "trinch" (be vi). Panurge è quindi invitato, con l'aiuto di un buon vino, a decidere da solo se deve o non deve sposarsi.



[1997]

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