Bartolomé
de Torres Naharro
Bartolomé de Torres Naharro
Bartolomé de Torres Naharro nacque a Badajoz nel c.1476.
Della sua vita sappiamo poco. Durante un naufragio cadde prigioniero
dei pirati algerini e fu riscattato. In Italia si fece sacerdote.
Alcune sue opere furono rappresentate alla corte di papa Leo X.
Morì nel c.1524. Raccolse le otto commedie di cui fu autore
in un volume intitolato Propalladia (1517). Le fece precedere
da una introduzione in cui espresse, per primo nella storia castigliana,
precise teorie estetiche sull'attività teatrale e stabilì
varie regole di ispirazione oraziana. Le sue commedie, che non
sempre rispettano i programmi teorici, sono composte da un prologo,
un riassunto dell'argomento e cinque atti, in ottosillabi. L'autore
le divise in commedie "a noticia" (tratte dalla realtà),
e "a fantasia". Tra quelle del primo filone, quasi prive
di azione, sono Sol datesca (Soldadesca) un dialogo tra soldati,
Tinelleria quadro colorito della vita dei domestici di un cardinale.
Anche quelle del secondo filone hanno un semplice intreccio narrativo:
Himenea è un precedente delle commedie di cappa e spada.
Interessante anche Trofea e Serafina. T. è ancora legato
al teatro tradizionale, ma prefigura l'ambiente culturale più
avanzato del XVI secolo, nelle frequenti allusioni anticlericali,
la disinvoltura di certe situazioni scabrose, il lieto fine dello
svolgimento. Il dialogo delle sue commedie rivela uno studio attento,
quasi realistico, dell'ambiente e dei personaggi.
[1997]
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