Pierre
Ronsard
Pierre Ronsard
Era nato nel Castello della Passionnière [Vendôme]
nel 1524. Figlio di un gentiluomo che aveva partecipato alle spedizioni
in Italia di Francesco I, fu al servizio della famiglia reale
come paggio del futuro Enrico II. Una precoce sordità lo
portò a allontanarsi dal servizio di corte e a dedicarsi
con sempre maggior impegno agli studi letterari. Ricevuta la tonsura
nel 1543, potè aspirare a redditizi benefici ecclesiastici.
Nel 1544 iniziò lo studio del greco alla scuola di Dorat,
insieme a du Bellay, Baïfe altri, il gruppo di quei giovani
poeti che costituiranno la Pléiade. L'apporto di Ronsard
alla Pléiade fu l'idea di poesia come divina ispirazione,
l'entusiasmo su una scrittura poetica fondata sullo studio dei
modelli, la tecnica elaborata, la dotta erudizione umanistica.
Del 1550 sono le Odi (Odes) su modelli pindarici e oraziani. Nel
1552 gli Amori (Amours), raccolta di sonetti dedicati a Cassandra
Salviati. Qui Ronsard abbandona la grandiosa e a volte macchinosa
struttura delle "Odi" dense di riferimenti storici e
mitologici, e adotta all'in- terno del modello petrarchesco un
linguaggio più personale, intensamente musicale, dai toni
voluttuosi: vi si sente la lettura di Ovidius e Ariosto. Nel 1553-55
sono alcune raccolte di tono più lieve. Fonte è
qui Catullus, i neolatini, lo pseudo-Anakreon. Proseguì
nel frattempo nuove edizioni delle "Odi" e degli "Amori",
incorporando nuove composizioni, alcune delle quali veramente
notevoli. Celebrato come "prìncipe dei poeti francesi",
Ronsard pubblicò nel 1555-1556 nuovi Amori: qui il petrarchismo
è meno rigido e libresco, risulta più personale
e spigliato. Con gli Inni (Hymnes) dà un'alta lirica, impegnata
con vibrante eloquenza a trattare elevati temi filosofici, religiosi,
scientifici. Consigliere e cappellano del re dal 1558, nel 1559
è la prima edizione complessiva dei suoi scritti. Nei tre
anni successivi, sempre al servizio di Carlo IX, si impegnò
nella lotta religiosa, in difesa del partito cattolico: scrisse
un Discorso sulle miserie del tempo (Discours des misères
de ce temps, 1562), e una Rimostranza al popolo di Francia (Remontrance
au peuple de France, 1562). Nel frattempo continua a trattare
generi più lievi e più vicini al suo temperamento:
Elegie, mascherate e pastorali (Elégies, mascarades et
bergeries, 1565). Invano cercò di lavorare attorno a un
poema epico, La Francediade, che il re lo esortava a terminare:
rimase fermo al quarto canto: la materia epica era decisamente
estranea al suo gusto, e l'endecasillabo non rispondeva più
alle esigenze ritmiche di Ronsard che ormai prediligeva l'alessandrino.
Del 1578 è l'ultima raccolta di "Amori", i Sonetti
per Hélène (Sonnets pour Hélène) dedicati
a Hélène de Surgères. E' una raccolta in
cui il frasario petrarchesco e l'armamentario mitologico non impediscono
l'espressione di una vena limpida e malinconica: in questa raccolta
sono alcuni dei migliori componimenti della produzione poetica
francese del XVI secolo. Tutta l'ultima produzione di Ronsard
è caratterizzata da toni intimi e malinconici. Ronsard
è sgomento davanti alla prospettiva della vecchiaia e della
morte, amareggiato dai mali fisici, e dalla minaccia al suo primato
poetico portata avanti da Du Bartas e Desportes. Nel 1578 è
una riedizione complessiva delle sue opere, seguiti poi da Ultimi
versi (Derniers vers, 1586), commovente testamento, ultimo intenso
e tormentato messaggio lirico. Morì a Saint-Cosme-les-Tours
[Tours] nel 1585.
In Ronsard erudizione e culto della forma non furono da intralcio
per l'invenzione poetica. Poeta umanista, poeta imitatore, raggiunge
gli esiti migliori quando lo spunto letterario si innesta su inclinazioni
personali: sano gusto del vivere, intenso amore per la natura,
gaia sensualità che non ignora le zone d'ombra e le angustie
della quotidianità. E' una duplicità di stimoli
che porta a versi cristallini e ritmi incantevoli.
[1997]
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