Marguerite 
              di Navarra 
            
             
             
              Marguerite di Navarra 
               
               Nata a Angoulême [Vallois] nel 1492, era sorella di Francesco 
                I e principessa di Angoulême. Sposò nel 1509 Carlo 
                duca di Alençon e, alla morte di questi (1527) Enrico d'Albret 
                re di Navarra. Morì a Odos [Tarbes] nel 1549. Ebbe una 
                funzione centrale nel dibattito culturale e religioso del tempo, 
                mantenendo una posizione equidistante tra ortodossia cattolica 
                e riforma, partecipò a tutti i movimenti di idee del secolo 
                e protesse tutti i grandi eterodossi del XVI secolo, come Lefèvre, 
                Calvino, Rabelais, Marot. Compose raccolte poetiche ispirate a 
                un cristianesimo evangelico e a un intenso misticismo, in cui 
                affiorano spesso motivi personali: Lo specchio dell'anima peccatrice 
                (Le miroir de l'âme pêcheresse, 1531), Le perle della 
                perla delle principesse (Les marguerites de la marguerite des 
                princesses, 1547). Notevoli alcuni suoi poemetti: Dialogo in forma 
                di visione notturna (Dialogue en forme de vision nocturne, c.1525) 
                in gran parte in terzine alighieriane. La diligenza (La coche, 
                1540) una specie di dibattito amoroso, oppone sensualità 
                a idealismo plato neggiante. La nave (La navire, 1547) in terzine 
                alighieriane, in morte del fratello Francesco I. Le prigioni (Les 
                prisons, 1548) lungo poema che tratta in forma di metafora della 
                cattività dell'uomo sulla terra. E' una produzione di intensa 
                religiosità, aperta agli influssi dell'evangelismo di Lefèvre 
                d'Etaples, percorsa da una vena calvinista e luterana. Per il 
                teatro ha scritto una decina di commedie e "moralità", 
                di soggetto biblico e satirico. La sua cosa migliore è 
                l'Heptaméron, una raccolta di 75 rac conti, che fu pubblicata 
                incompleta e postuma nel 1558. I raccon ti sono ordinati in una 
                cornice di derivazione boccaccesca, se guiti da commenti e riflessioni. 
                Domina una religiosità di tipo protestante, viene difesa 
                la teoria platonista dell'amore. Sono un documento di grande rilievo 
                della battaglia femminista del XVI secolo ("querelle des 
                femmes"). Marguerite vi fa la satira della chiesa, della 
                nobiltà e dei suoi costumi, descritti con notevole realismo 
                psicologico. La scrittura è scabra e disadorna, ma riscattata 
                da una viva spontaneità espressiva e dalla ricchezza del 
                pensiero. 
               
              
               
              [1997]
              
             
            
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