Molière:
Opere
Molière: Opere
Del periodo che precede il ritorno di Molière a Paris
ci sono rimasti solo i titoli di alcune farse e due commedie (Lo
stordito, Il dispetto amoroso). Modello di queste opere è
la commedia dell'arte, con i suoi lazzi e la gaiezza travolgente,
rielaborazioni di opere di repertorio: La gelosia del Barbouillé
, e Il medico volante sono le due sole farse attribuibigli con
sicurezza; Lo stordito ovvero i Contrattempi fu rappresentata
a Lione nel 1655, cinque atti in versi la cui trama si ispira
all' "Inavvertito" dell'italiano Beltrame (1629). Il dispetto
amoroso, cinque atti in versi, fu rappresentata a Bé ziers
nel 1656 e si ispira all' "Interesse" di Secchi (1585).
Con Le preziose ridicole (Les pré cieuses ridicules)
Molière inaugurò , il 18 novembre 1659, la sua trionfale
carriera di autore. Dopo una serie di commedie di vario genere,
nel 1662 è il suo primo capolavoro, La scuola delle mogli
(L'é cole des femmes), rappresentato per la prima volte
il 26 dicembre 1662 e che in tre settimane ebbe un incasso di
ben 11.000 franchi (fu poi stampato nel 1663 con frontespizio
inciso da F. Chauveau). Molière riprende e approfondisce
la commedia, scritta un anno prima "La scuola dei mariti" (L'é
cole des maris, 1661), sfrondandone gli effetti comici e creando
una commedia di carattere. Si tratta di cinque atti in versi.
Per Arnolphe non può capitare a un uomo maggiore disgrazia
che essere tradito dalla moglie. Come spiega all'amico Chrysalde,
vuole sposare Agnès che egli ha fatto allevare nella più
completa ignoranza in un convento. Ma Horace, figlio del suo amico
Oronte, appena arrivato in città si innamora della candida
Agnès. Arnolphe è costretto, fremendo, a subire
tutte le confidenze del giovane che non sa che è proprio
Arnolphe a tenere Agnès sotto chiave. Vanificati gli sforzi
per impedire che Agnès incontri Horace, appreso da Agnès
che è innamorata di Horace, Arnolphe vede la propria sconfitta
definitiva quando il padre di Agnès torna dall'America
e la dà in sposa a Horace.
Forte del consenso del pubblico e della corte, Molière
risponde alle critiche e agli attacchi personali, incoraggiati
anche dal teatro rivale dell'Hô tel de Bourgogne, con due
atti unici del 1663: La critica alla scuola delle mogli
(La critique de l'é cole des femmes) e L'improvvisazione
di Versailles (L'impromptu de Versailles). In quest'ultimo
atto unico Molière fa teatro nel teatro: mette in scena
sé stesso e la sua compagnia nel corso di una finta prova,
dichiara le sue idee sull'arte drammatica, imperniate sull'dea
di verità e naturalezza nella recitazione e su una sola
regola fondamentale: divertire. Abbozza quella "commedia degli
attori" (comé die des comé diens) cui da tempo pensava.
Nel 1664 le polemiche raggiusero l'apice con la presentazione
del Tartufo (Tartuffe), avvenuta in occasione dei festeggiamenti
per l'inaugurazione di Versailles, per cui Molière aveva
già fornito due commedie-balletto che erano state musicate
da Lulli (Il matrimonio forzato, La principessa di Elide). Tartufo,
protagonista di questa commedia in cinque atti, è un falso
devoto entrato nelle grazie di Orgon e di sua madre Madame Pernelle:
spadroneggia così in casa del suo benefattore. Sordo alle
proteste della moglie Elmire e degli altri membri della famiglia,
Orgon gli vorrebbe far sposare la figlia. caccia di casa il figlio
Damis che gli rivela come Tartufo abbia cercato di sedurre Elmire,
e dona al supposto sant'uomo tutti i suoi averi. Elmire convince
suo marito a nascondersi sotto una tavola, mentre lei fingerà
di corrispondere all'amore di Tartufo. Orgon scopre così
la lussuria, l'ingratitudine e l'ipocrisia del suo protetto. Scoperto,
Tartufo cerca di usare la donazione per impadronirsi dei beni
di Orgon, ma è riconosciuto dalla giustizia che lo ricercava
da tempo, e viene così arrestato.
L'intervento della potente Compagnie du Siant Sacrement de l'Autel,
dell'arcivescovo di Paris e della stessa madre di Luigi XIV portò
alla proibizione della commedia, che solo nel 1669 potè
essere rappresentata liberamente. Anche una seconda versione,
presentata nel 1667, con il titolo di Panulphe o l'Impostore,
per quanto mitigata nelle punte più aspre della sua critica
contro la falsa devozione, fu interdetta.
Costretto a riparare al divieto, Molière scrisse in breve
tempo il Don Juan o il convito di pietra (Dom Juan ou
le festin de pierre), amara e risoluta satira del "gentiluomo
malvagio", anche lui come Tartufo ipocrita e "falso devoto". L'opera
teatrale fu rappresentata per la prima volta il 15 febbraio 1665
nella sala del Palais-Royal.
Dopo "L'amore medico" (L'amour mé dicin) è un altro
capolavoro, Il misantropo (Le misanthrope, 1666). Commedia
in cinque atti, in versi. Il misantropo è Alceste, un giovane
che detesta la menzogna e ogni forma di compromesso. Rimprovera
all'amico Philinte la sua mondanità, giudica pessimo un
sonetto di Oronte inimicandoselo, ha in corso un processo ma non
fa pressioni per ottenere un verdetto favorevole. Innamorato di
una giovane donna civetta e maldicente, Cé limène,
le rimprovera l'umore volubile e la leggerezza con cui accetta
la corte di molti spasimanti, ma lei riesce sempre a eludere i
suoi rimproveri. Nonostante la sua innocenza, Alceste perde il
processo, e decide di ritirarsi dalla società. Chiede a
Cé limène di seguirlo. La donna tergiversa quando
compaiono tre corteggiatori, ognuno in possesso di una sua lettera
d'amore, che le dichiarano il loro disprezzo. Solo Alceste la
perdonerebbe, se solo volesse abbandonare il mondo con lui: la
donna rifiuta, Alceste si prepara a ritirarsi nella solitudine.
Con "Il misantropo" la materia si fa grave, siamo a un passo dalla
fuoriuscita dal genere della commedia. Molié re si ritrasse,
la sua produzione successiva è varia, leggera, brillante,
meno 'impegnata'. Si tratta di commedie, una anche a carattere
pastorale (Mé licerte, 1666), una derivata da Plautus (Amphitryon,
1668), farse (Georges Dandin), commedie-balletto (Monsieur de
Pourceaugnac, 1669) ecc. Si distinguono L'avaro (L'avare,
1668) e, nel 1670 Il borghese gentiluomo (Le bourgeois
gentilhomme).
"L'avaro" è una commedia in cinque atti in prosa. E' ispirata
all'"Aulularia" di Plautus. Molière ne riprende alcune
delle scene più famose e i tratti principali del carattere
dell'avaro protagonista. In Harpagon l'avarizia ha soffocato ogni
altro sentimento, i figli Clé ante e Elise lo odiano. Harpagon
vuole sposare la bella e povera Marianne, che è amata da
Clé ante, e vuole maritare Elise al vecchio Anselme che
l'accetta senza dote. A questo punto, il valletto di Clé
ante, La Flê che, ruba a Harpagon la cassetta con il denaro
e la consegna a Clé ante che vuole usarla per avere in
cambio Marianne. Harpagon accusa del furto Valère, suo
intendente, che pensa che la collera del padrone derivi dalla
scoperta dei suoi segreti amori con Elise. L'arrivo di Anselme,
che riconosce in Marianne e in Valère i figli creduti morti
in un naufragio, scioglie l'intrigo. Gli innamorati si sposano
e Harpagon ritrova il suo denaro.
"Il borghese gentiluomo" è una commedia-balletto in cinque
atti, separati ognuno da un intermezzo danzato. Monsieur Jourdain
è un mercante arricchito che vorrebbe sembrare un gentiluomo.
E' facile preda dei parassiti che lo adulano sfruttando la sua
ingenua grossolanità: maestri di musica, ballo, scherma
e filosofia. Tra essi lo squattrinato conte Dorante che conquista
la marchesa Dorimène con i doni che Jourdain, innamorato
della marchesa, credeva di inviarle tramite lui. La moglie passa
all'opposizione decisa quando Jourdain vuole impedire le nozze
della figlia Lucile con Clé onte. Jourdain disprezza un
genero borghese, ma Civiello servo di Clé onte, gli fa
credere che il padrone sia un principe turco. Jourdain dà
il consenso, e la commedia termina con le burlesche nozze turche
di Lucile.
Nel 1671 scrisse una tragedia-balletto, Psiche, in collaborazione
con Corneille e con Quinault, musicato da Lulli. Con questa si
avvicinò al nuovo teatro d'opera verso cui il gusto del
pubblico si stava orientando.
Nel 1672 importante Le donne saccenti (Les femmes savantes)
riprende il tema del suo primo grande successo, "Le preziose ridicole".
La commedia-balletto Il malato immaginario (Le malade imaginaire),
andata in scena per la prima volta il 10 febbraio 1673, chiude
la sua prodigiosa carriera. Si tratta di tre atti. Argan è
un malato immaginario che si nutre di medicine e vive spiando
i sintomi di possibili malattie. Della sua mania ne approfitta
la seconda moglie Bé line che cerca di farsi nominare unica
erede, e i dottori Purgon e Diafoirus, e il farmacista Fleurant.
Argan, per avere un medico in casa, decide di far sposare la figlia
Angé lique con il giovane Diafoirus, benché Angé
lique ami Clé ante. Interviene la cameriera Toinette che,
con Bé raldo (fratello di Argan) convince il malato immaginario
a fingersi morto. Argan scopre l'ipocrisia e la cupidigia di Bé
line, e il sincero dolore della figlia. Commosso, consente alle
nozze di Angé lique con Clé ante, e decide di diventare
lui stesso medico.
© Antenati, 1995-6
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