Molière: 
              il teatro come commedia che rappresenta una società 
            
             
             
               
                
                   Molière: il teatro come commedia 
                    che rappresenta una società
                
                Commediografo di una delle più splendide e raffinate corti 
                dell'epoca, Molière non dimenticò mai il lungo apprendistato 
                in provincia e il valore degli effetti comici. Continuò 
                a produrre farse fino al termine della sua carriera, sfruttando 
                la comicità anche all'interno delle commedie più 
                ambiziose. Non si lasciò mai intralciare da considerazioni 
                teoriche, mantenendosi fedele sempre a un profondo istinto teatrale. 
                 
                Attore egli stesso, che "recitava come parlava", secondo la testimonianza 
                dei contemporanei, quando fu costretto a rispondere ai suoi nemici, 
                lo fece attraverso il teatro. Uomo di teatro, ma anche moralista. 
                Considerò i vizi degli uomini come deroghe alla naturalezza, 
                autoinganni. Il ridicolo è la forma sensibile di questi 
                vizi: Molière rise del borghese che vuol diventare gentiluomo, 
                del gentiluomo tronfio e insolente, della donna che si atteggia 
                a intellettuale. Diede un modello di opera teatrale chiusa, perfetta, 
                classica, origine per secoli di una comicità esilarante 
                ma anche intrisa di drammatica amarezza, consapevole del ridicolo, 
                del patetico e del tragico delle debolezze umane. 
               
              
               
              
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