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La produzione portoghese nel XVII secolo

Nel 1580, alla morte del re Dom Sebastiâo durante l'impresa di Alcázar-Quibir, il Portogallo perde l'indipendenza. Ciò provoca negli scrittori portoghesi una reazione nazionalistica, che si riduce nell'imitazione di Camôes, con la proliferazione di poemi epici, di mediocre qualità.
Si diffonde il gongorismo barocchista. La lirica fu raccolta in due canzonieri: Fenice rinata (1715-1728) e Postiglione di Apollo (1761-1762). Larga fama ebbero suor Violante do Ceu, e suor Maria do Ceu, la cui lirica ha accesa sincerità sentimentale.
Molto importante la prosa. In storiografia: Bernardo de Brito (1584\1637), Antônio Brandâo (1584\1637). Si distingue nel campo dell'eloquenza religiosa il gesuita António Vieira .
Francisco Rodrigues Lobo è autore di buone egloghe e romanzi pastorali, e de La corte nel villaggio (Côrte na aldeia, 1619), galateo in sedici dialoghi ispirato al "Cortigiano" di Castiglione, che trasporta il modello italiano in ambiente rurale, usando una lingua viva e raffinata. In portoghese e in castigliano scrive Francisco Manuel de Melo.
Anche in Brasile, come in Portogallo, il XVII secolo è decisamente barocchista. Nell'oratoria religiosa si distingue Vieira. In poesia è il baiano Gregório de Mantos Guerra (1633\1696), detto "bocca d'inferno", i suoi versi, molto satirici, sono stati pubblicati solo nel 1882.



© Antenati, 1995-6


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