L'Encyclopédie 
            
             
             
              L'Encyclopédie 
              "Enciclopedia o dizionario ragionato di scienze, di arti 
                e di mestieri per una società di genti di lettere, ordinata 
                e pubblicata dal signor Diderot e, quanto alla parte matematica, 
                dal signor D'Alembert" (Encyclopé die ou Dictionnaire 
                raisonné des Sciences, des Arts et des Mé tiers 
                par une sociéé de gens de lettres mis en ordre et 
                publié par Monsieur Diderot et quant à la partie 
                mathematique par M. D'Alembert) è il titolo che fronteggia 
                sul primo dei volumi dell'Encyclopé die (pr.ansiklope'di), 
                uscito nel luglio 1751. In questo modo finalmente si procedeva 
                alla pubblicazione di quest'opera che già era stata annunciata 
                da una apposito "Prospectus" pubblicato dagli editori 
                Le Breton, David, Durand e Briasson (ottobre 1750) anche con funzioni 
                autopubblicitarie e promozionali. Diderot fa chiaro riferimento 
                per le basi della sua sistemazione del sapere del tempo a Descartes 
                e soprattutto all'"albero genealogico" di Francis Bacon 
                ("Novum organon"). L'illuminismo anche per questa via 
                seleziona i propri antecedenti storici e gli autori che d'ora 
                in avanti saranno di riferimento per la cultura europea. Prima 
                dell'Encyclopé die non mancavano dizionari che raccoglievano 
                conoscenze, soprattutto linguistiche e di mestiere. Così 
                il monumentale "Dizionario storico e critico" (Dictionnaire 
                historique et critique) di Pierre Bayle (1647\1706) iniziato a 
                pubblicare nel 1696 privilegiava l'aspetto filosofico; mentre 
                il "Dizionario medico" (Medicinal Dictionary) pubblicato 
                nel 1743-1745 da Robert James (1703\1776) privilegiava il campo 
                medico: questo dizionario Diderot tradusse dall'inglese al francese, 
                ciò che gli diede esperienza e fama per essere chiamato 
                alla traduzione di un'altra opera: la grande "Ciclopedia 
                o dizionario universale di arti e scienze" (Cyclopaedia or 
                an universal dictionary of Ars and Sciences) di Ephraim Chambers 
                (1680\1740), che era stata pubblicata a London nel 1728. L'opera 
                di Chambers aveva avuto una notevole fortuna europea; era stata 
                tradotta già a Napoli (per merito di Giuseppe Maria Secondo, 
                nel 1747) e a Venezia (1748). Per Diderot si trattava di procedere 
                a una revisione progettuale e a una sistematizzazione più evoluta, 
                andando anche oltre Bacon. L'Encyclopé die consta di 17 
                volumi di testo, 11 volumi di tavole pubblicate dal 1751 al 1772. 
                Altri volumi di supplemento e di tavole uscirono nel 1777- 1780. 
                La pubblicazione fu possibile grazie a cinquemila sottoscrittori. 
                La pubblicazione dell'opera fu ripetutamente sospesa dal parlamento 
                e dalla corte, poi condotta nella semiclandestinità dopo 
                la condanna della chiesa cattolica (1759): potè proseguire 
                soprattutto grazie alla protezione di Mme de Pompadour e all'ostilità 
                di Ch.G. de Malesherbes direttore dell'ufficio di censura (la 
                Librairie) verso i gesuiti. Le vicende esterne dell'opera evidenziano 
                gli atteggiamenti politici impliciti nello spirito innovatore, 
                laico, anticonvenzionale dell'illuminismo francese maturo. Tanto 
                più che l'Encyclopé die fu opera collettiva, attorno a 
                essa si muove tutto il pensiero francese del XVIII secolo, con 
                le sue finalità comuni ma anche con le profonde divergenze 
                e diversificazioni. Ebbe per collaboratori, oltre a innumerevoli 
                giovani poco noti, le maggiori personalità intellettuali 
                dell'epoca come Montesquieu (la voce "gusto"), Voltaire 
                ("eleganza", "eloquenza", "immaginazione", 
                "storia" ecc.), Rousseau (voci sulla musica), Helvé, 
                Condillac (filosofia), l'abate Morellet e l'abate Yvon (teologia), 
                D'Holbach (chimica), Daubenton e Buffon (storia naturale), Marmontel 
                (critica letteraria), Dumarsais (grammatica), Turgot e Quesnay 
                (economia). Per il significato dell'opera, basti leggere la voce 
                "enciclopedia" proprio nell'Encyclopé die: "Scopo 
                di un'enciclopedia è infatti raccogliere le conoscenze 
                sparse sulla faccia della terra, esporne ai nostri contemporanei 
                il sistema generale, trasmetterle ai posteri affinché l'opera 
                dei secoli passati non sia stata inutile per i secoli avvenire; 
                affinché i nostri nipoti, diventando più istruiti, diventino 
                nello stesso tempo più virtuosi e più felici; affinché 
                noi non si debba morire senza avere ben meritato del genere umano". 
                Fondamentale anche il "Discorso preliminare" (Discours 
                pré liminaire, 1750) che si deve a d'Alembert 
                , che presenta una classificazione razionale delle scienze 
                e chiarisce la finalità della pubblicazione, rispecchiando 
                efficacemente l'ideologia degli illuministi, la loro battaglia 
                per una cultura capace di guidare la trasformazione civile e politica 
                della società . 
               
              Con l'Encycolpé die la Francia acquista un ruolo di primo 
                piano nella produzione saggistica europea. Essa ebbe un ruolo 
                di stimolo all'interno del mondo culturale francese e europeo, 
                e nello stesso tempo rappresenta il vertice di un movimento di 
                idee e di posizioni, un clima culturale vivacissimo e in continuo 
                fermento. E' il clima dell'illuminismo, con tutti i suoi intellettuali 
                impegnati nella revisione delle idee dogmatiche e cristallizzate 
                dalla tradizione e dalla superstizione. In contrasto non pacifico 
                con i poteri costituiti. Così il barone P.H.T. d'Holbach, 
                amico di Diderot, che pubblicò nel 1770 con lo pseudonimo 
                di Du Marsais un pamphlet dal titolo "Saggio sui pregiudizi", 
                che si proponeva un elogio appassionato della verità contro 
                il fanatismo religioso e il dispotismo politico, e che indicava 
                nell'inganno, nella menzogna, nell'ideologia falsificatrice gli 
                strumenti di governo dei regimi dispotici mentre solo l'esperienza 
                può aiutarci nel trovare la verità: quell'anno, 
                nel 1770, il parlamento di Paris condannò al rogo altre 
                due sue opere, "Le Christianisme déé " 
                e il "Systeme de la nature". E Friedrich II di Prussia, 
                il monarca amico dei filosofi e della cultura, disse che il re 
                di Francia avrebbe dovuto «stanare l'autore del "Saggio" 
                e strozzarlo». 
               
              
               
              
             
            
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