Giovanni Cristofano Amaduzzi e gli abati filosofi del Settecento
romagnolo
3. Giovenardi
di Antonio Montanari
La Fungorum agri ariminensis historia presenta una lettera
di Planco allo stesso Battarra,
sui rimedi contro gli avvelenamenti da funghi. (13)
Battarra racconta perché si è rivolto al suo
vecchio maestro. Battarra anzitutto è completamente
digiuno di nozioni terapeutiche. Poi, come sacerdote, gli
è proibito praticare la medicina.
Contro tale divieto, imposto dal Diritto canonico, si espresse
in quegli anni un altro discepolo di Planco, il parroco Giampaolo
Giovenardi (1708-89): il sacerdote dev'essere "custode
non di sole opinioni probabili", ma anche "di scienza".
(14)
Secondo Giovenardi, la Filosofia "c'insegna la maniera
di ben congiungere e separare le Idee, di ben regolare i nostri
raziocini, ci libera dalle preoccupate opinioni, dagl'anticipati
o da' precipitati giudizi, dagl'errori a noi venuti nella
nostra Educazione dalle nutrici e dagli innumerabili pregiudizi
della fanciullezza: malattie tutte che c'impediscono l'apprendere
e il distinguere il vero dal falso". (15) In questa definizione,
così generica, è possibile rintracciare un chiaro
influsso della scuola planchiana. Per Bianchi, la Filosofia
è il collante delle Scienze, il legame di ogni ricerca,
il fattore che unifica e garantisce nell'indagine sulla realtà.
Non è una disciplina a sé stante, con le sue
regole, ed un suo sistema di conoscenza [cfr. parte 1ª].
Per inquadrare meglio l'atteggiamento culturale di Giovenardi,
ricordiamo infine che quando egli parla dell'anatomia planchiana,
ricorda che il suo maestro "la insegnò sopra la
macchina stessa, aprendo, o facendo aprire continovamente
cadaveri". (16) Anche quella parola "macchina",
Giovenardi l'ha ascoltata certamente alla scuola di Planco.
(17)
Nota:
(13) Cfr. alle pp. 20-21.
(14) Cfr. G. P. Giovenardi, Dissertazione
sopra l'utilità
dell'arte, o sia Scienza medica per bene esercitare l'Ufficio
di Parroco specialmente in Campagna, recitata nell'Accademia
dell'E.mo Sig. Cardinale Valenti Vescovo di Arimino la Sera
de 2 Febraro 1761, Biblioteca Gambalunghiana di Rimini, ms.
SC-MS 509, cit. da P. Meldini, Il medico di parrocchia, Giampaolo
Giovenardi e il dibattito su scienza e sacerdozio nel Settecento,
in AA. VV. "San Vito e Santa Giustina, contributi per
la storia locale", a cura di C. Curradi, Maggioli, Rimini
1988, pp. 173-187. Giovenardi si era addottorato in Filosofia
a Bologna. Divenuto parroco di San Vito (succedendo allo zio
Gaudenzo), non cessò di tenere scuole gratuite dove
trovavano posto Filosofia e Medicina (cfr. C. Tonini, La Coltura
letteraria e scientifica in Rimini, cit., pp. 452-454).
(15) Cfr. p. 183 del cit. Meldini.
(16) Cfr. p. 184 del cit. Meldini.
(17) Nella parte 1ª abbiamo citato dalla Lettera Chillenio,
p. 10: "
il corpo umano è una macchina Idraulica,
com'è il Globo Terracqueo, e le vene e le arterie del
corpo umano insieme col cuore sono come i Fiumi, e il Mare,
su de' quali si fondano i Porti
".
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