Adam
Smith
Adam Smith
Adam Smith (1723\1790), scozzese, autore dei cinque libri della
"Ricerca sulla natura e causa della ricchezza delle nazioni" (An
Inquire into the Nature and Causes of the Wealth of Nations) con
cui si inizia il liberalismo e gli studi moderni dell'economia.
Il suo saggio è qualcosa più che un manuale pratico
sul commercio, l'industria, la ricchezza ecc.: il tema è
la lotta per la libertà individuale e la prosperità
generale nella storia, nell'ambito di una prospettiva che è
parte della ricchezza del movimento illuminista europeo. Con excursus
di carattere fantastico che ricostruiscono la storia da prospettive
inedite. Si legga il terzo libro, dedicato alla nascita del capitalismo
dopo la caduta dell'Impero romano. Ma anche con l'insieme delle
osservazioni psicologiche, i moniti, le massime sulla natura umana,
che compongono il realismo su basi non moralistiche. Così
l'enunciazione del principio (libro I, cap.5) secondo cui «il
valore reale di ogni cosa per l'uomo che l'ha acquistata è
la fatica o il fastidio che essa può risparmiare a lui
stesso e può imporre ad altri [...]. Sebbene quantità
uguali di lavoro siano sempre di ugual valore per chi lavora,
tuttavia per la persona che lo impiega esse sembrano a volte maggiore
e a volte di minor valore». E ancora: «dovunque vi sia grande
proprietà, lì vi è grande ineguaglianza.
Per un uomo molto ricco, devono esserci almeno 500 poveri [...].
Perciò è solo sotto la protezione delle autorità
civili che egli può dormire sicuro una sola notte. Là
dove non vi fosse proprietà, il governo civile non sarebbe
così necessario» (I, 5). Se Machiavelli sarà letto
per eliminare il moralismo dall'agire politico, Smith servirà
nella stessa prospettiva in campo economico.
[1997]
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