Alexander
Pope
Alexander Pope
Nato a London nel 1688, figlio di un ricco mercante cattolico,
gli furono interdette a causa della religione scuole regolari.
Studiò privatamente. Soffriva di tubercolosi ossea, e l'eccesso
di studio compromise maggiormente la sua salute. Amico di Swift,
Gay, Arbuthnot, fece parte del circolo di letterati che aveva
aderito all'"Arte poetica" di Boileau. Frequentò la società
ele gante londinese. Sua fiamma segreta fu per anni la brillante
lady Wortley Montagu. Dal 1718, dopo la fortunata versione in
distici dell'"Iliade" che gli fece guadagnare un sacco di soldi,
si sta bilì in una splendida villa a Twickenham [Middlesex],
dove tra visite di amici e ammiratori, continuò l'attività
di studioso fi no alla morte, avvenuta nel 1744.
Elegante prova giovanile in "heroic couplets" sono le Pastora
li (Pastorals, 1709). Contemporaneo il poemetto La foresta di
Windsor (Windsor forest, pubbl.1713). Poema didattico è
il Saggio sulla critica (Essay on critism, 1711) in cui codificò
le regole letterarie di cui diede esempio con Il rapimento del
ricciolo (The rape of the lock, 1712). Del 1717 è la pubblicazione
delle Poesie (Poems).
Oltre all'"Iliade" (1715-1720), coordinò la traduzione
dell'"Odissea" (1725-1726): essa fu infatti fatica in gran parte
di collaboratori stipendiati. Anonimo pubblicò il poema
eroicomi co La zuccheide (The dunciad, 1728), arguta e ingegnosa
satira. Scrisse inoltre i quattro Saggi morali (Moral essays,
1731- 1735) e il Saggio sull'uomo (Essay on man, 1733-1734).
Pope fu la figura poetica dominante, portavoce e critico at tento
dell'epoca augustea, le cui linee erano date dalla preva lenza
dell'intelletto sulla fantasia e l'enunciazione di canoni di giudizio
morale e estetico come unici validi.
Ne "Il rapimento del ricciolo" condensa con abilità i precetti
estetici nelle volute allessandrine dell'arte rococò, dando
una elegante rappresentazione satirica, fatta di sorridente indulgenza,
di un mondo effimero e galante. Il suo non è solo uno scherzo
galante: i toni del discorso sanno variare dall'ironia alla solennità
burlesca, dall'umorismo tenero alla impalpabile malinco nia. La
stessa maestria verbale è nella traduzione di Homeros,
improntata a grandiosità lirica.
Nei "Saggi morali" usa un linguaggio semplice, secondo l'idea
le di squisita naturalezza e spontaneità che fu proprio
di Pope e del periodo della restaurazione (1660-1700).
[1997]
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