Charles 
              Louis de Montesquieu 
            
             
             
              Charles Louis de Montesquieu 
               
               Charles Louis de Secondat barone di la Brède e di Montequieu 
                nacque a La-Brède [Bordeaux] nel 1689, da una famiglia 
                di magi strati che lo avviò agli studi giuridici. Nel 1728-1731 
                fece lun ghi viaggi in Austria Italia Germania Olanda Inghilterra, 
                dove si trattenne per circa tre anni. Visse poi a Paris. Dal 
                1736 si ri tirò a vita privata per dedicarsi interamente 
                agli studi. Morì nel 1755. 
                 
                Nel 1721 pubblicò anonime a Amsterdam le Lettere persiane 
                (Lettres persanes), romanzo epistolare in cui fa una satira mor 
                dente e spiritosa della vita a corte e a Paris. E' la corrispon 
                denza che due persiani immaginari, il gran signore Usbeck e il 
                suo giovane amico Rica, venuti in Francia tra il 1712 e il 1720, 
                scambiano con i loro amici orientali. Dopo il primo stupore per 
                la civiltà europea i due iniziano a analizzare con arguzia 
                i co stumi, in particolare quelli francesi: futilità dei 
                begli spiriti che passano il loro tempo al caffè, vanità 
                dei cortigiani co stretti a correre da un luogo all'altro, civetteria 
                delle donne che, benché vecchie, credono di poter ancora 
                sfruttare il loro fascino, ignoranza dei magistrati. La loro satira 
                non risparmia le istituzioni: l'Académia Française, 
                la giustizia, il sistema finanziario, la monarchia assoluta con 
                il suo "grande mago" Louis XIV e "L'altro grande mago" il papa, 
                "incensato per abitudine". A mano a mano che la loro conoscenza 
                si approfondisce, discutono anche di problemi più generali: 
                divorzio, schiavitù, demografia, forme di governo. A questo 
                tema si incrociano le vicende riguar danti il serraglio lasciato 
                da Usbeck in oriente: durante la sua assenza infatti, le donne 
                lasciate alla custodia di un eunuco ne gro si ribellano, e gli 
                ordini sempre più rigorosi mandati da Usbeck le irritano 
                ancora di più. La favorita Roxane che sembrava essere rimasta 
                fedele al padrone assente, diventa l'animatrice del complotto. 
                Sapendosi perduta, prima di avvelenarsi scrive una lettera a Usbeck: 
                è l'ultima lettera della raccolta, una appas- sionata apologia 
                della libertà. 
                 
                Nell'opera confluiscono due mode letterarie allora in voga: le 
                relazioni documentarie su paesi stranieri, e le impressioni di 
                immaginari stranieri ignoranti sugli usi e costumi del tempo. 
                Quest'ultimo accorgimento permetteva di esprimere critiche e stu- 
                pòri sulla struttura sociale e politica del proprio paese. 
                Il successo delle "Lettere persiane" fu strepitoso, si ebbero 
                persi no una dozzina di imitazioni. Sempre al campo della fiction 
                appartiene anche Una storia vera (Histoire véritable), 
                pubblicato solo nel 1892, racconto filoso fico pre-voltairiano, 
                a carattere morale e satirico, il cui eroe accumula fantasiosamente 
                l'esperienza di diverse vite. 
                 
                Al campo filosofico appartengono altre opere, importantissime 
                per la cultura del tempo e successiva. Le "Considerazioni sulle 
                cause e la grandezza dei romani e della loro decadenza" (Considérations 
                sur les causes de la grandeur des romains et de leur décadence, 
                1734), analisi delle cause che rendono prospero uno stato e utili 
                le leggi e le istituzioni pubbliche. L'opera, che deve molto a 
                Machiavelli e al sensismo politico inglese, è un mo dello 
                di filosofia della storia tesa a identificare cause umane e naturali 
                del processo storico, contro il provvidenzialismo della storiografia 
                precedente. Ancora più importante "Lo spirito delle leggi" 
                (L'esprit des lois, 1748), scritto in uno stile chiarissimo, secco 
                e mordente, volutamente epigrammatico. Uno dei libri decisivi 
                del secolo. Montesquieu vi raffronta le leggi e le istituzioni 
                di tutti i po poli del mondo, dimostrandone la relatività 
                e la dipendenza dalle condizioni economiche, dal clima e dalla 
                posizione geografica. La vita dei popoli non deve perciò 
                modellarsi sulle leggi, ma le leggi devono plasmarsi su di essa. 
                La teoria di Montesquieu sulla separazione dei tre poteri, legislativo 
                esecutivo giudiziario, è una delle basi del liberalismo 
                moderno. Montesquieu collaborò con l'"Encyclopédie", 
                di cui redasse tra l'altro il "Saggio sul gusto" (Essai sur le 
                goût, 1757). 
               
              
               
              [1997]
              
             
            
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