Pier
Iacopo Martello
Pier Iacopo Martello
Pier Iacopo Martello era di Bologna (1665\1727), professore
di eloquenza e accademico d'Arcadia, passò dieci anni (1708-1718)
a Roma negli uffici ecclesiastici. Poi tornò a Bologna
dove riprese l'insegnamento e la carica di segretario del senato.
Scrisse un Canzoniere (1710), saggi critici (tra cui: Della tragedia
antica e moderna, 1715; Il Tasso o la vana gloria, 1722). Fu noto
per aver dato vita al verso drammatico chiamato dal suo cognome
"martelliano": si tratta di un settenario doppio, equivalente
all'alessandrino francese. Lo adoperò nelle sue dodici
tragedie (Edipo tiranno, Alceste, Ifigenia in Tauride ecc.) composte
in tempi diversi e riunite nel Teatro (1709) e poi nelle "Opere"
(uscite in sette tomi nel 1723-1735). Teorizzò il suo verso
nel trattato "Del verso tragico" (1709) e nel dialogo "L'impostore"
(1714). Oggi risultano più leggibili le sue satire, come
Il secretario Cliternale al baron di Corvara (1717), e le commedie
"da camera" cioè composte per la lettura e non per essere
recitate, in cui è una buona attitudine alla parodia brillante
(Che bei pazzi!, 1717) e alla "bambocciata" (Lo starnuto di Ercole,
1717). Meno riuscite quelle invelenite dalla satira personale,
come Femia sentenziato (1724) che è una caricatura di Maffei.
[1997]
[Up] Inizio pagina | [Send]
Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa
questa pagina | [Email] Mandaci
una email | [Indietro]
Europa: Antenati - la storia della letteratura europea online
-
© Antenati 1984-2006, an open content
project
|
|