Samuel 
              Johnson 
            
             
             
              Samuel Johnson 
               
               Nato a Lichfield [Staffordshire] nel 1709 (morì a London 
                nel 1784), deciso a occuparsi di letteratura, si trasferì 
                a London dove visse nei primi anni in estrema povertà mantenendosi 
                con lavori di compilazione. 
                 
                Una certa fama ebbe con l'adattamento di due satire di Iovenalis: 
                London  (1738) e La vanità dei desideri umani 
                (The vanity of human wishes, 1749). La sua fama è legata 
                al "Dizionario della lingua inglese" (Dictionary of the english 
                language, 1747-1755), il primo del genere, quasi interamente redatto 
                da lui e costruito sulle sue vastissime letture. 
                 
                Nel 1764 fondò un celebre circolo letterario, The Club 
                (che diverrà poi Literary Club). Johnson, noto con il nome 
                di "dottor Johnson", fu tra i primi letterati professionisti, 
                al centro del mondo culturale inglese del tempo. Pubblicò 
                saggi sul «The Rambler» (1750-1752), e sul «The Idler» (1758- 
                1760). Scrisse la tragedia Irene (1749). Racconto filosofico alla 
                maniera del "Candide" di Voltaire è Rasselas (1759). Interessante 
                anche "Un viaggio alle isole occidentali della Scozia" (A journey 
                to the western islands of Scotland, 1775). 
                 
                Scrisse di critica, e le sue posizioni rimangono tra le più 
                interessanti del secolo. Si segnalano "Vite di poeti" (Lives of 
                poets, 1779-1781), e una famosa edizione dei "Drammi di Shakespeare" 
                (The plays of W. Shakespeare, 1765) che è una delle prime 
                moderne valutazioni della grandezza di Shakespeare. Diede un influsso 
                decisivo sulle poetiche del romanticismo. 
                All'interno delle "Vite dei poeti" è anche la biografia 
                scritta in memoria di Richard Savage: Resoconto della vita 
                di Richard Savage (An account of the life of Mr Richard savage, 
                1744), scritta in età giovanile da Johnson e poi inclusa 
                nella raccolta maggiore. Savage, autore mediocre e dalla vita 
                certamente non esemplare, è posto accanto ai "grandi" dell'olimpo 
                culturale inglese. Una cosa che non andò giù all'amico 
                e biografo di Johnson, Boswell, che cercò vanamente di 
                capirne le ragioni. In effetti questa biografia, è l'omaggio 
                personale di Johnson a un autore ritenuto sfortunato: le "circostanze" 
                e in parte il carattere dell'uomo sono la causa dei comportamenti 
                certamente indifendibili di Savage. Johnson conobbe Savage, ne 
                fu amico, legato in anni giovanili, formativi, in epoca che fu 
                certamente determinante per lo sviluppo intellettuale di Johnson; 
                lui è consapevole dei limiti dell'uomo e dell'artista, 
                eppure ne ha pietà. Non si tratta solo di un atto di amicizia, 
                ma la consapevolezza che aldilà dei limiti umani, esiste 
                una vicinanza tra gli umani che va mantenuta. Sembra dire (a sè 
                stesso) Johnson nelle pagine dedicate all'amico Savage: quello 
                che era Savage sarei potuto essere anch'io, in circostanze simili 
                e con un mestiere, quello intellettuale, così vulnerabile: 
                l'importanza della biografia di Savage ha così valore umano 
                esemplare, allo stesso modo dell'esemplarità delle altre 
                biografie dedicate agli altri autori (come è stato notato, 
                a Pope Johnson dedica "appena" una ventina di pagine in più...), 
                per altri aspetti. 
                 
                Grandissimo conversatore, i suoi colloqui furono riportati dall'amico 
                e ammiratore James Boswell nella sua 
                "Vita di Samuel Johnson" (The life of Samuel Johnson, 1791). 
               
              
               
              [1997]
              
             
            
             [Up] Inizio pagina | [Send] 
  Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa 
  questa pagina | [Email] Mandaci 
  una email | [Indietro] 
Europa: Antenati - la storia della letteratura europea online 
  -   
  © Antenati 1984-2006, an open content
   project
 
           | 
         
       
     |