Pierre-Augustin
de Beaumarchais
Pierre-Augustin de Beaumarchais
Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais nacque a Paris nel 1732,
figlio di un orologiaio. Lasciò presto l'attività
paterna, riuscì a introdursi alla corte di Louis XV. Nel
1760 divenne socio del grande finanziere Pâris-Duverney. Con l'erede
di questi, Le Blanche, dovette sostenere un lungo processo, che
poi vinse nel 1778. Compì missioni segrete per Louis XV
e per Louis XVI. Nel 1776 organizzò una flotta per rifornire
di armi gli insorti americani contro l'Inghilterra. Avventure,
controversie, speculazioni finanziarie, processi si succedettero
nella vita movimentata di Beaumarchais. Fu imprigionato in Olanda,
si rifugiò in Germania negli anni della rivoluzione, tornò
in Francia finanziariamente rovinato, si rimise in affari e riuscì
in breve a risollevarsi. Morì a Paris nel 1799.
Beaumarchais si battè per il riconoscimento del diritto
d'autore, e nel 1783 avviò a sue spese la pubblicazione
delle "Opere complete" di Voltaire. La sua fama è
dovuta all'opera teatrale, che non fu la sua principale occupazione,
ma è connessa alla sua turbinosa esperienza. Dopo due drammi
poco significativi, Eugénie (1767) e I due amici (Les deux
amis, 1770), nel 1775 è Il barbiere di Seville (Le barbier
de Séville). In questa commedia, in quattro atti, abbiamo
il conte di Almaviva che si è innamorato di Rosina, pupilla
del gelosissimo don Bartolo che la vuole sposare. Per essere sicuro
della sincerità dell'amore di Rosina, non le rivela la
propria identità ma si fa passare per lo studente Lindoro.
Il barbiere Figaro che era stato in passato suo valletto, lo aiuta
a eludere la sorveglianza di don Bartolo e di don Basilio, maestro
di musica di Rosina. Il geloso tutore si accorge di essere ingannato,
ma ogni precauzione è inutile di fronte all'inventiva di
Figaro, che riesce a introdurgli in casa il falso Lindoro dicendolo
maestro di musica mandato da don Basilio malato. Don Bartolo riesce
a affrettare i tempi del matrimonio con Rosina, convincendola
che Lindoro è un impostore. Figaro, dissipato l'equivoco
organizza l'inganno che permette ai due di sposarsi: quando arriva
il notaio per unire in matrimonio Rosina e Bartolo, il conte Almaviva
approfitta di una momentanea assenza del vecchio tutore per sostituirsi
a lui. Dopo il successo della prima, fu la volta de La folle giornata
ovvero Il matrimonio di Figaro (La folle journée ou Le
mariage de Figaro). Essa fu proibita nel 1783, ma rappresentata
trionfalmente l'anno dopo. Questa commedia in cinque atti è
il seguito del "Il barbiere di Sevilla". Sono passati
tre anni. Rosina è diventata la contessa di Almaviva, ma
il conte stanco della vita coniugale fa la corte alla cameriera
della moglie, Susanna, spiritosa e gaia, alla vigilia delle sue
nozze con Figaro. Figaro è indignato, la contessa è
triste nel vedersi trascurata e si turba per l'amore che ha per
lei il giovanissimo paggio Cherubino, suo figlioccio. Sfruttando
la gelosia del conte per Cherubino, le due donne e Figaro si beffano
di lui. Poi, secondo un piano ideato dalla contessa, Susanna finge
di dare al conte un appuntamento, al quale si reca invece Rosina
nei panni della cameriera. Figaro viene a sapere dell'incontro,
crede di essere ingannato dalla fidanzata, si apposta per sorprendere
il conte con Susanna. Incontra però Susanna vestita negli
abiti della contessa, che gli racconta l'inganno. Arriva il conte,
che crede dis coprire la moglie con Figaro, e minaccia di vendicarsi.
Alla luce delle torce ogni equivoco è dissipato. Il conte
si pente, la contessa ritrova l'antica tenerezza per il marito.
Figaro può finalmente sposare Susanna. Il successo di queste
commedie deriva dalla vivacità delle situazioni, il linguaggio
franco e spiritoso, e soprattutto dalla forte satira sociale.
Le sue commedie segnavano una netta rottura con la tradizione
del teatro contemporaneo borghese, basato su personaggi e trame
convenzionali, generalmente subordinate a intenzioni morali e
edificanti. Un successo tra l'altro testimoniato anche dal fatto
che dalle due opere Mozart (1786) e Rossini (1816) trassero due
capolavori musicali. Di minore importanza il melodramma Tarare
(1787), e il dramma La madre colpevole (La mère coupable,
1792) che chiude la trilogia di Figaro. Di Beaumarchais resta
anche un epistolario e numerose Memorie (Mémoires), libelli
brillanti che ebbero larga diffusione e che gli attirarono le
simpatie del pubblico.
Beaumarchais fu l'esemplare rappresentante della borghesia nella
sua fase ascendente. Fa anche nella sua opera un monumento all'intraprendenza
e alla mancanza di scrupoli che caratterizzavano la sua classe,
nei confronti della corrotta e imbelle nobiltà. Il personaggio
di Figaro è una delle creazioni più adeguate a simboleggiare
una fase storica. Il suo spirito indipendente, la volontà
e le risorse del suo ingegno finiscono per aver ragione dei potenti,
i cui privilegi non corrispondono più a un effettivo ruolo sociale.
[1997]
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