Francesco 
              Algarotti 
            
             
             
              Francesco Algarotti
               
              Francesco Algarotti nacque a Venezia nel 1712, figlio di ricchi 
                commercianti ebbe una educazione tipicamente settecentesca, centrata 
                sullo studio delle scienze, filosofiche e matematiche, e i lunghi 
                viaggi per l'europa. Nel 1735 fu a Paris dove divenne amico di 
                Voltaire e di Maupertuis. Nel 1738-9 dopo due soggiorni londinesi 
                fece il grand tour: Olanda Danimarca Svezia Russia, poi da Pietroburgo 
                a Lipsia e Dresda. Nel 1740-1753 (tranne nel 1743-4 in cui fu 
                alla corte di Augusto III elettore di Sassonia) fu al servizio 
                di Friedrich II di Prussia, che lo volle con sé a Potsdam, 
                lo nominò conte e ciambellano, e gli diede una missione 
                diplomatica alla corte di Torino. Nel 1753 rimpatriò a 
                Venezia, fu poi a Bologna e poi a Pisa (dove morì nel 1764). 
              
               
              Viaggiatore, cosmopolita, consigliere di re, Algarotti ha intera 
                la tipologia del letterato illuminista. I suoi interessi furono 
                rivolti al rinnovamento della cultura italica attraverso la divulgazione 
                delle ideologie elaborate nei centri illuministici europei. Algarotti 
                compose Rime (1733) e epistole in versi. Ma riesce meglio nel 
                saggio, nel dialogo, nella lettera. Egli era portato a un discorso 
                piano e comunicativo, simile a una "conversazione pulita, 
                disinvolta e frizzante", come scriveva. La cosa migliore 
                da lui scritta fu "Il neutonianismo per le dame" (1737): 
                sei dialoghi, aumentati a sette nelle successive edizioni che 
                recano il titolo definitivo "Dialogo sopra l'ottica neutoniana", 
                che espongono le teorie di Newton in forma di conversazione salottiera. 
                Interessante anche l'agile prosa dei "Viaggi di Russia", 
                relazione del lungo viaggio del 1738-1739, che si compone di sei 
                lettere a Lord Hervey, pił quattro sulla Sassonia aggiunte nel 
                1750-1751 e indirizzate a Maffei. Si tratta di un libro suggestivo, 
                ricco di colorite descrizioni di paesi e costumi, ma anche di 
                osservazioni precise e acute sulla struttura politica economica 
                e militare dell'impero russo. Una concreta esperienza di uomini 
                e ambienti vivifica anche le altre opere minori. Romanzo ameno 
                è Il congresso di Citera (1745) che, attraverso l'osservazione 
                dei diversi costumi amorosi, caratterizza efficacemente alcuni 
                'luoghi comuni nazionali' come la flemma degli inglesi, il sentimentalismo 
                degli italiani, la frivolezza dei francesi. Nei saggi intitolati 
                "Discorsi" (1755, seguiti da altre edizioni) condensa 
                abilmente questioni di lingua, letteratura, arte, storia, filosofia, 
                economia. 
               
              
             
            
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