Faust, di Johann
W. Goethe
Il Faust
è l'opera cui Goethe si dedicò per gran parte della
sua vita di scrittore, almeno dal 1773.
La prima parte di questa tragedia, definitiva
dopo il "Frammento" del 1790, uscì nel 1808. Nel 1829 la
prima parte fu rappresentata integralmente a Weimar e in altre città
tedesche. Goethe riuscì a terminare la seconda parte (in
cinque atti) poco prima della morte, il 22 luglio 1831: essa uscì
postuma, l'anno stesso della morte, nel 1832. A precedere la prima
parte è una Dedica (1797), un Prologo in teatro (1798) e
un Prologo in cielo (1800).
Nella Dedica il poeta si rivolge ai fantasmi emersi dal passato,
dei suoi primi amori, che non ascolteranno i suoi canti. Ciò
che possiede gli sembra lontano, ciò che è scomparso,
realtà.
Nel Prologo in teatro è la consueta disputa tra il direttore
e il Poeta sulle ragioni del pubblico grossolano e di quello più
giovane e sensibile. Ogni tanto interviene il Faceto. Ha la meglio
il direttore, che chiede imperiosamente un dramma pieno di meraviglie.
Nel Prologo in cielo il Signore scommette con il beffardo Mefistofele
che non riuscirà a distrarre dal Bene il suo servo fedele
Faust. A questo punto può iniziare la prima parte. La prima
scena (Notte) vede Faust, filosofo giurista medico e teologo che
medita, chiuso in una angusta stanza gotica, sul libro di Nostradamus.
Il sapere non gli ha dato né pace né gioia, vuol tentare
la magia. Evoca lo Spirito della Terra che lo atterrisce con la
sua grandezza. Congeda il famulo Wagner, venuto a chiedere consiglio
al maestro; si accinge a bere un veleno, ma è distratto dal
suono delle campane che gli ricordano la sua infanzia. Durante una
passeggiata (scena successiva: Fuori porta), Faust prende un cane
randagio. Dopo (Studio I) usa il cane per contattare gli spiriti.
Appare alla fine Mefistofele. Faust e Mefistofele (Studio II) stringono
un patto: se Faust sarà appagato da ciò che Mefistofele
gli avrà dato tanto da dire all'attimo "Fermati, sei bello!",
in quello stesso istante egli apparterrà a Mefistofele. Mefistofele
(Cantina di Auerbach a Lipsia) guida Faust in una vecchia bettola
in mezzo a studenti beoni. Il diavolo canta la Canzone della pulce,
gli studenti quella del Topo. Mefistofele prepara delle beffe tipiche
del repertorio del teatro dei burattini. Faust non trova questo
divertimento interessante. Mefistofele allora (Cucina di strega)
lo porta in una cucina, dove una Gatta Mammona gli prepara il filtro
della giovinezza, mentre il Gatto Mammone si scalda al fuoco con
i Gattini. Mentre aspetta, Faust osserva in uno specchio magico
una incantevole immagine di donna. Nella scena successiva (Strada)
siamo in un piccolo villaggio: qui Faust vede passare una bella
ragazza, Margherita. Chiede aiuto a Mefistofele per avvicinarla
ma il diavolo confessa di non avere su di lei alcun potere: è
una ragazza troppo innocente. Faust chiede di avere almeno qualcosa
da lei indossato; Mefistofele promette di introdurlo in assenza
della ragazza nella sua stanza. Margherita (Sera) è rimasta
colpita dall'incontro con il cavaliere. Mentre è fuori casa,
Faust entra nella sua stanzetta, contempla gli oggetti, il letto.
Mefistofele lascia nell'armadio un cofanetto di gioielli che Margherita
trova al suo rientro: lei è abbagliata e perplessa. Prima
di coricarsi canta la Canzone del re di Tule. Nelle scene successive
(Passeggiata, Casa della vicina, Giardino), Faust corteggia Margherita,
aiutato da Mefistofele a sua volta aiutato da una vicina di Margherita,
Marta. Margherita lo ammira, gli confida le sue cose intime, trema,
è confusa. In un casotto (Casotto del giardino), tra scherzi
innocenti, si fa baciare da Faust. Faust (Selva e caverna) sul punto
di ottenere l'amore, ha ora degli scrupoli. Mefistofele sarcastico
mette in ridicolo i suoi pensieri e fa risorgere il desiderio in
Faust che cede al tentatore. Margherita (Stanza di Margherita) canta
le sue pene d'amore. Nelle scene successive (Giardino di Marta,
Alla fonte) Margherita si è data a Faust. Promette di lasciarlo
entrare in camera sua dando un sonnifero, portatogli da Faust, alla
madre: mentre è alla fonte ascolta con sgomento l'amica Lisetta
parlare con asprezza dell'errore di un'amica: Margherita non è
più capace, come una volta, di dare giudizi su chi è
caduto. Sulla via del ritorno (Spianata lungo le mura) Margherita
canta una affannosa preghiera alla Vergine. Più tardi (Notte)
torna Valentino, fratello di Margherita, andato soldato: egli vuol
vedere se le voci sulla sorella sono vere. Faust lo uccide in duello
guidato da Mefistofele. Uno spirito maligno (Duomo) sussurra tutte
le sue colpe a Margherita: la madre è morta nel sonno per
causa sua, il fratello è stato ucciso, da lei nascerà
una creatura fuori dalla legge di dio e degli uomini. Intanto (Notte
di Walpurga) sulle montagne dello Harz, Mefistofele e Faust assistono
a una fantasmagorica notte di tregenda. Dopo un intermezzo grottesco
(Sogno della notte di Walpurga), Faust (Giorno fosco) apprende che
Margherita è in prigione e chiede a Mefistofele di aiutarlo.
Faust (Carcere) sente cantare Margherita dall'interno della pri
gione la canzone del Ginepro, tratta da una feroce fiaba popolare.
Entra, ma Margherita ormai folle lo scambia per il boia, stenta
a riconoscerlo, per un attimo sta per cedere e fuggire con lui ma
quando intravede Mefistofele, respinge Faust con orrore invocando
gli angeli del Signore. E' salva, dice una voce dall'alto.
Nella seconda parte le scene sono raggruppate in cinque atti. (I
atto): Faust (Ridente contrada) si risveglia su un prato fiorito,
prova un rimorso angoscioso, alcuni spiriti elementari, tra cui
Ariele, lo consolano. Insieme a Mefistofele, Faust entra nel "gran
mondo" (Palazzo imperiale): Mefistofele dà prova dei suoi
poteri magici durante una mascherata (Gran salone) in cui sfilano
fiorai e fioraie, pescatori ecc., personaggi mitologici (le Grazie,
le Parche, le Furie), e allegorici (Prudenza e Vittoria, Timore
e Speranza). Mefistofele si traveste più volte: da Zoilo-Tersite,
da Smagrato sul carro di Pluto dio della ricchezza, da Avarizia.
Mefistofele (Giardino di svago) inventa la carta moneta. Su richiesta
dell'imperatore, Mefistofele fa evocare Ele na a Faust (Galleria
oscura, Le Madri). L'arte di Mefistofele non è sufficiente,
e Faust discende nell'abisso dove stanno le Madri, dee sotterranee.
Qui prende un tripode ardente che gli servirà per l'evocazione.
Poi (Sala dei cavalieri) alla presenza dell'imperatore Faust evoca
prima Paride, poi Elena che lo ammalia: cerca di abbracciarla, l'afferra,
ma i fantasmi svaniscono.
(II atto): Faust riposa nel suo vecchio studio (Angusta stanza gotica),
è tormentato dall'amore per Elena. Intanto (Laboratorio)
Wagner crea un uomo, Homunculus, che pur rimanendo chiuso nella
fiala senza un corpo adeguato, mostra di essere completo spiri tualmente
e intellettualmente. Homunculus intuisce i sogni di bellezza classica
fatti da Faust e consiglia di recarsi alla notte classica di Walpurga.
La scena (Notte classica di Walpurga) è composta di cinque
tempi (Campi Farsalici, Peneio superiore, Peneio inferiore, ancora
Peneio superiore, Golfi a scogliera nel mare Egeo) in cui agiscono
separatamente Faust Mefistofele Homunculus. Mefistofele passa attraverso
una sfilata di tutti i più celebri mostri classici lungo
il Peneio superiore (Sfingi, Grifoni, Formiche giganti, Pigmei,
Lamie), assiste agli apocalittici sconvolgimenti tettonici provocati
da Seismos (terremoto), vede l'Empusa il mitico mostro menzionato
nelle "Rane" di Aristofanes, e infine si muta in una Forciade, cioè
una delle tre orribili vecchie con un solo occhio e un solo dente
per tutte e tre. Faust nel Peneio inferiore rievoca con Chirone
i più belli eroi dell'antichità(Dioscuri, Boreadi,
Giasone, Orfeo, Linceo, Ercole) e Elena di cui Chirone celebra la
grazia incomparabile. Per guarirlo dall'amore per Elena, Chirone
porta Faust da Manto ma questa, che ha sempre amato chi vuole l'impossibile,
lo guida da Persefone. Homunculus nei golfi a a scogliera vede Nereo,
i Tritoni, le Nereidi. Talete, che lo ha accompagnato, si consulta
con Proteo su come dargli un corpo adeguato. Proteo, mutato in delfino,
fa salire Homunculus sulla sua groppa. Alla vista della bel lissima
Galatea, bruciando d'amore per lei, Homunculus si infrange ai piedi
di lei. Non è morte, ma l'inizio delle molte vite di Homunculus.
(III atto): Mefistofele ancora mutato in Forciade giunge (Davanti
al palazzo di Menelao a Sparta) per salvare Elena destinata a essere
sacrificata agli dèi da Menelao. La porta nella Rocca medievale
(Interno di Rocca) dove Faust, in abito da cavaliere medievale,
e Liceo il guardiano della torre, le rendono iperbolici omaggi.
Faust e Elena sono turbati dal reciproco amore, ma devono fuggire
in Arcadia alla notizia che è in arrivo Menelao in armi.
In Arcadia (Bosco ombroso) a Elena e Faust nasce un figlio, Euforione,
che tenta il volo come Icaro e muore ai piedi dei ge nitori. Elena
segue il figlio nel regno di Persefone, si congeda da Faust lasciandogli
tra le braccia una veste che si trasforma in nuvola e lo alza in
aria.
(IV atto): Siamo in una montagna (Alta montagna), davanti a Faust,
immerso in meditazione sui suoi due amori, Elena e Margherita, compare
Mefistofele che gli propone di cercare nuovi godimenti. Faust, che
vede ormai nell'azione il meglio della vita dell'uomo, chiede a
Mefistofele di aiutarlo a rendere fertile una vasta distesa di sabbia.
E' l'imperatore a dara a Faust in feudo la distesa infeconda, in
premio di essere stato aiutato a vincere i ribelli (Sui contrafforti).
(V atto): Filemone e Bauci (Paese aperto) esprimono la loro gratitudine
a Faust, loro vicino, per aver reso possibile che da una lingua
di sabbia essi potessero fare un giardino. Faust (Palazzo) è
ancora insoddisfatto sia dell'impresa che del palazzo, e delle ricchezze
che Mefistofele, diventato pirata, gli procura. Vuole la terra di
Filemone e Bauci, ordina al demonio di trasferirli in un altro podere.
I due muoiono in un incendio (Notte profonda). Intorno a Faust (Mezzanotte,
La "Cura") si affannano quattro donne grigie: Penuria, Inadempienza,
Cura, Carestia. Cura si presenta da sola ma, respinta da Faust,
lo acceca. Siamo alla fine (Gran cortile davanti al palazzo : l'Attimo):
i Lemuri guidati da Mefistofele scavano la fossa per Faust che scambia
il rumore delle loro vanghe per quello degli operai che scavano
il fosso per prosciugare la palude. Quando sarà compiuta
l'opera, dice Faust, egli potrà dire "Fermati, sei bello".
Appena detto questo, cade morto. Nella scena successiva (Sepoltura)
Mefistofele e i suoi diavoli sono sconfitti dagli angeli che portano
via l'anima di Faust. Santi Anacoreti (Burroni montani : Paradiso)
sono distribuiti nei crepacci di un monte a diversi livelli, secondo
il grado di chiaroveggenza. Pater Estaticus, Pater Profundus, Pater
Seraficus, Doctor Marianus. Assistono all'arrivo dell'anima di Faust,
accolto da Margherita, una delle penitenti al seguito della Vergine.
Entrambi sono rapiti in alto dalla Vergine.
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