Lev
Nikolaevic Tolstoj: le ultime opere
Lev Nikolaevic Tolstoj: le ultime opere
Dopo il grande successo avuto con "Anna Karenina",
Tolstoj at traversò un periodo di crisi spirituale. Nella
prima metà degli anni '80 si dedicò a opere di carattere
morale e religioso, volte a chiarire a sé stesso le radici
del proprio tormento: "Confessione " (1879-1880), "In che cosa
consiste la mia fede" (1882- 1884), "Saggio di teologia dogmatica"
(1879-1880), e la traduzio ne dei "Vangeli" (1880-1881). Alcune
di queste opere furono considerate dannose dalla censu ra ecclesiastica.
Essa riuscì a vietare la rappresentazione del dramma "La
potenza delle tenebre" che fu rappresentato solo all'estero. Nel
1901 il sinodo della chiesa ortodossa lo scomunicò. Delineò
in quegli anni alcune idee che ebbero sotterranea ma vasta influenza:
le teorie della non resistenza al male, che at tirò il
giovane Gandhi (di cui esiste una corrispondenza sull'ar gomento
con Tolstoj), del rifiuto di ogni forma di violenza, del l'aiuto
a chi soffre ingiustamente: i contadini oppressi, le vit time
di carestie, i seguaci di sette perseguitati come i molocha ny
e i duchobory, alla cui emigrazione in Canada collaborò
of frendo i diritti d'autore di "Resurrezione" ecc.
L'inquietudine e la ricerca morale di Tolstoj ebbero riflessi
in una serie di racconti di assoluta perfezione stilistica e con
tenutistica. Così La morte di Ivan Il'jc (1887-1889) ha
per tema il senso che l'uomo cerca di dare alla propria vita attraverso
l'esperienza della morte imminente. Ivan Il'jc Golovin, consi
gliere di Corte d'Appello nella capitale, ha una vita soddisfa
cente, una carriera perfettamente riuscita alle spalle, una vita
sociale brillante, una moglie attraente, due figli giudiziosi.
Ottenuta da poco la promozione desiderata, trasferendosi dalla
provincia a Pietroburgo, arreda con gusto il nuovo appartamento
quando, sistemando una tenda, cade da uno sgabello e prende un
colpo al fianco. Il dolore provocato dalla caduta, prima quasi
inavvertito, diventa costante. Le visite ai luminari della medi
cina, i farmaci di ogni tipo, non portano a nessun miglioramento.
Affiora alla coscienza la possibilità di una prossima morte.
Il pensiero lo terrorizza, lo esaspera, tutto lo irrita, sente
la falsità di coloro che sono sani verso lui malato, capisce
di es sere di peso ai familiari. L'unica persona che lo tollera
accanto a sé è Gerasim, un giovane servo che lo
assiste e lo aiuta con semplicità sincera, affetto autentico,
mentre il male si fa sem pre più devastante e lo porta
all'immobilità. Nelle lunghe ore di meditazione con il
pensiero della morte, Ivan Il'jc si accorge che la sua vita non
è come avrebbe voluto, tutto è falso, nella carriera
come nella vita familiare. Manca un principio, una ra gione profonda.
Nell'agonia gli si affaccia un pensiero consolan te: liberare
gli altri, prima che sé stesso, dalla sofferenza. Improvvisamente
una gran luce si accende dentro di lui, e muore sereno.
La sonata a Kreutzer (1889-1890) contro l'educazione
sessuale nella società moderna. Protagonista è Pozdnysev
che racconta in treno a un compagno di viaggio come ha ucciso
la moglie per gelosia. Il suo discorso è una requisitoria
spietata al concetto cor rente di matrimonio nel ceto benestante,
una prostituzione legalizzata condita di falsi romanticismi, che
porta all'insofferenza reciproca. Incontrata una bella ragazza
di famiglia agiata, ha scambiato per amore quello che era solo
sensualità. Complici il chiaro di luna e un abito provocante,
si è dichiarato e sposato. Nonostante i cinque figli, non
li lega niente, tranne i sensi. Quando la moglie su consiglio
dei medici rinuncia a avere altri figli, per Pozdnysev è
la tortura: vede la moglie imbellita e gaia senza quello che egli
considera l'unico rimedio alla civet teria, le ripetute gravidanze.
Pozdnysev presenta alla moglie Truchacevskij, mezzo uomo di mondo
e mezzo artista: è la rovina per la coppia. Pozdnysev nota
una spontanea intesa tra i due, crede di intuire nella moglie
vaghi rimpianti per le sue illusio ni sull'amore, quale le avevano
insegnato che fosse. Raggiunge l'arbitraria certezza di essere
tradito dopo una serata in cui Truchacevskij, dilettante di talento,
esegue al violino la "Sonata a Kreutzer" di Beethoven, affascinando
sia lui che la moglie. Uccide a coltellate la moglie. Nemmeno
quando la vede in agonia Pozdnysev dubita del proprio buon diritto,
e anzi quasi si aspet ta che sia lei che debba chiedergli perdono.
Solo qualche giorno dopo riuscirà a considerare con lucidità
la catena di errori che l'ha portato al delitto.
I drammi La potenza delle tenebre (1886) di cui la censura vietò
la rappresentazione in Russia, per cui fu rappresentato so lo
all'estero, e I frutti dell'istruzione (1886-1889).
Ultimo romanzo scritto da Tolstoj fu Resurrezione (1889-1899).
Il protagonista, il principe Dmitrij Ivanovic Nechljudov, è
giu rato al processo dove viene condannata la donna da lui un
tempo sedotta, la prostituta imputata di omicidio Katjuscia Maslova:
lei era la ragazza, mezzo cameriera mezzo figlia adottiva delle
sue zie, conosciuta dieci anni prima. Nechljudov è un tipo
in quieto, si rende conto di aver avuto una grossa responsabilità
nella sorte di Katjuscia. Decide di sposarla, si adopera per sal
varla dalla condanna. Katjuscia, inasprita dalla vita, diffida
delle offerte di Nechljudov. Divorato dal rimorso, abbandona la
sua vita di agiato possidente per seguirla nei lavori forzati
in Siberia. Katjuscia ritrova lentamente l'antica dignità,
mentre Nechljudov sente acutamente l'abisso tra i diseredati e
la socie tà che li condanna senza appello. Ottenuta infine
la grazia per Katjuscia, rinnova la sua domanda di matrimonio,
ma Katjuscia per diversi e più alti motivi, rifiuta ancora.
Respinto da lei, si rifugia solo nella parola evangelica e nella
certezza di una vita morale migliore.
Nell'ultimo decennio sono altri capolavori: Chadzi-Murat (1896-1904)
pubblicato nel 1912, La cedola falsa (1902-1904) pub blicato nel
1911, Padre Sergej (1890-1898) pubblicato nel 1912, Appunti postumi
dello starec Fëdor Kuz'mic (1905) pubblicato nel 1912, Dopo
il ballo (1903) pubblicato nel 1911, dove gli assilli etici di
Tolstoj si intrecciano con violenti atti d'accusa alla società
del suo tempo.
Accanto a queste opere di straordinaria forza artistica, sono
racconti che rispecchiano le problematiche a lui vicine, come
i racconti «popolari» dove nella rassegnata morale dell'uomo dei
campi Tolstoj indicò un esempio di grandezza e di sublime
tolleranza: Padrone e servo (1894-1895), Iljas (1885), Il cero
(1885), Di che vivono gli uomini (1881), Alioscia Gorsciok (1896),
Se trascurerai il fuoco non lo spegnerai (1897- 1898). In altri
racconti invece è la presa di posizione coraggiosa su scottanti
problemi politici di attualità: Ha bisogno di molta terra
l'uomo? (1904), Divino e umano (1905), La schiavitù del
no stro tempo (1900), Perché? (1906), Chi sono gli assassini
(1908- 1909), Non posso tacere (1908) in difesa dei rivoluzionari
del 1905.
Importanti, oltre ai romanzi e racconti, gli scritti sull'ar te.
Tolstoj si rivela qui un moralista militante, rifiuta con orrore
l'idea dell'arte per l'arte, trova Shakespeare insopportabi le,
barocco crudele e inverosimile. Svaluta l'arte in quanto "copia
di una copia" in nome della serietà della vita. Condanna
l'arte dei ceti dominanti, dei ricchi e dei colti in nome del
cristianesimo evangelico e per conto dei poveri, offesi e derisi
da svaghi fatui e astrusi, dei quali non possono godere ma per
i quali sono tenuti a versare sudore e sangue.
Nel 1897 portò a termine un saggio, destinato a suscitare
polemiche accese, in cui raccolse le proprie idee sull'arte: in
Che cos'è l'arte sostenne che il valore di un
artista si misura sulla maggiore o minore rispondenza al sentimento
e alla coscienza re ligiosa del suo tempo e di tutto il suo popolo
e non di un ristretto gruppo di privilegiati o eletti. Se l'arte
non è accessi bile e comprensibile agli uomini più
semplici, non è arte ma strumento di corruzione e sintomo
di decadenza.
© Antenati - 1994-1997
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