Nicola Misasi: Cenni biografici,
di Maria Lorella
Nicola Misasi: Cenni biografici,
di Maria Lorella
Nicola Misasi nasce a Cosenza il 4 maggio del 1850 da una famiglia
della piccola borghesia. Insofferente alla disciplina scolastica,
egli interrompe ben presto gli studi regolari, che riprenderà
in seguito. Esordisce in letteratura quasi ventenne, con un racconto
intitolato Il povero saltimbanco; successivamente pubblica due
raccolte di poesie: Notti stellate nel 1873 e Leggende liriche
nel 1879. Imitando l’esempio di tanti altri scrittori meridionali
e spinto dall’esigenza di evadere dal chiuso provincialismo della
sua Cosenza, nel 1880 si reca a Napoli, presso lo scrittore Martino
Cafiero. Alcune novelle “paesane” pubblicate sul “Corriere del
Mattino” attraggono l’attenzione del giornalista Ferdinando Martini,
il quale lo invita a scrivere sulle “appendici” di altri giornali
famosi, quali il “Fanfulla della domenica”, la “Domenica letteraria”
e la “Domenica del Fracassa”. Nel 1882, trasferitosi a Roma su
invito del Sommaruga, pubblica altri suoi racconti sulla “Cronaca
bizantina”. A Roma il Misasi, accolto nel cenacolo dell’editore
Sommaruga, riceve manifestazioni di simpatia e di consensi da
parte di scrittori illustri. Gabriele D’Annunzio gli scrive in
una lettera:
“Caro Nicola,
il tuo nome glorioso mi serve qui da arma elettorale. Ho conquistato,
nel tuo nome, quindici voti. Dal profondo dell’animo ti ringrazio,
o fierissimo Silano,
Ave, ave, ave.
Gabriele”
Anche a Napoli, Misasi trova un ambiente amichevole. Luigi
Pierro, famoso editore, gli pubblica molti romanzi e lo accoglie
nel suo “tempio” di anfitrione. Nella città partenopea
il Misasi conosce la scrittrice Matilde Serao, che gli tributa
affetto e stima, come dimostra un biglietto datato 19 ottobre
1919 e contenente questa dedica:
“All’antico e fedele amico, al sodale di giovinezza, Nicola Misasi,
un atto vivo di gratitudine del mio dolente cuore.
Matilde Serao.”
Nel 1884 egli è nominato insegnante di lettere italiane
presso il liceo di Monteleone, in Calabria, dove rimane fino al
’92. Si trasferisce poi a Cosenza, dove insegna per molti anni
presso il locale liceo “Bernardino Telesio”. In questo periodo
di permanenza nella sua città di origine, egli si reca
spesso a Napoli, chiamatovi da due scrittori amici: la Serao e
lo Scarfoglio.
Molti sono i giornali su cui il Misasi pubblica e non solo
racconti e romanzi a puntate, ma anche resoconti di conferenze
e viaggi, nonché sue osservazioni di carattere socioeconomico
sulla Calabria di allora: “Il corriere di Napoli”, “Il pungolo”,
“Il Mattino”, “Il giorno”, “Fortunio. Egli collabora anche al
“Fanfulla” di San Paolo, alla “Patria degli Italiani” di Buenos
Aires, al “Progresso italo-americano” di New York, al “Secolo
XIX” di Genova, alla “Gazzetta” di Torino, a “La Nazione” di Firenze,
al “Giornale d’Italia”. La sua collaborazione ad alcuni giornali
sud-americani fa sì che egli sia conosciuto anche dagli
emigranti italiani che vivono appunto nell’America latina, i quali
gli offrono una medaglia commemorativa che attesta la loro simpatia.
Nei primi anni del nuovo secolo egli si reca, in qualità
di conferenziere, in Svizzera ed a Tunisi; tali viaggi testimoniano
il vivo interesse del Misasi per i problemi dell’emigrazione.
Scoppiata la prima guerra mondiale, egli, abbandonato l’insegnamento,
va ad abitare in un piccolo paesino nei pressi di Cosenza, a San
Fili. Alcuni anni dopo si trasferisce nella capitale ed a Roma
muore il 23 novembre del 1923.
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