Le
illusioni perdute di Balzac, di pina la villa
Le illusioni perdute di Balzac, di pina la villa
Illusioni perdute / Honoré de Balzac ; traduzione
di Argia Michettoni. - Milano : Garzanti, 1973. - (I grandi
libri Garzanti). - Due volumi, la data di pubblicazione
della prima edizione è marzo 1966, della seconda
ottobre 1973.
L'avvio del romanzo
La vita di provincia delle ricche signore. Una Madame
Bovary ad Angoulême, la signora de Bargeton, la donna
che avrà una profonda influenza nella vita di Lucien.
Quando si conoscono lei ha trentasei anni e la vita di provincia
e l'età che avanza stanno per rendere ridicole le
sue qualità e il suo gusto, frutto dell'anomala educazione
ricevuta, dello spirito critico inculcatogli da un abate
che fu suo precettore per caso durante la rivoluzione. La
lettura e la cultura, se distinguono positivamente un uomo,
fanno male alle donne, dice esplicitamente Balzac. Perché
in provincia il genio e il gusto si misurano con una realtà
necessariamente piccola, mediocre e meschina. E l'enfasi
diventa necessariamente ridicola, il declamare poesie davanti
a chi non può apprezzarle... La solitudine... ”la
fierezza, non attenuata dalla pratica del gran mondo, si
trasforma in durezza, quando si esercita sulle piccole cose
invece di spaziare in una sfera di sentimenti elevati. L'esaltazione,
questa virtù nella virtù, che genera i santi,
che ispira dedizioni segrete e stupende poesie, diventa
esagerazone quando si appiglia alle inezie della provincia.Lontano
dall'epicentro in cui brillano i grandi intelletti, in cui
l'atmosfera è carica di pensiero, in cui tutto si
rinnova, l'istruzione invecchia, il gusto si altera come
acqua stagnante. Per mancanza di esercizio, le passioni
si rimpiccioliscono ingrandendo le cose trascurabili. Ecco
la causa dell'avarizia e dei pettegolezzi che appestano
la vita di provincia. La persona più degna è
portata in breve a imitare le idee ristrette e le maniere
meschine. Così soccombono uomini destinati ad essre
grandi, donne che, se emendate dagli insegnamenti del mondo
e formate da spiriti superiori, avrebbero potuto diventare
delle creature affascinanti” (pp. 37-38).
Alla fine Luisa, “Come tutti coloro che si lasciano
adorare da cortigiani qualsiasi, ella troneggiava con i
suoi difetti” (p. 41).
Interessantissima la descrizione dei personaggi della
nobiltà di provincia in che affluiscono alla festa
in cui Lucien fa il suo debutto ufficiale come poeta, amante
di Luisa e membro del gran mondo.
Lucien è arrivato a Parigi insieme a Luisa. Ma
a Parigi finisce il loro amore. Nel confronto con le altre
e con gli altri e soprattutto per gli intrighi del barone
du Chatelet. L'analisi psicologica è la parte più
affascinante, forse perché rende la tragedia, ciò
lo svilupparsi degli avvenimenti, “necessaria”.
Inevitabilmente un carattere come quello di Lucien si sarebbe
perso a Parigi, lo sapeva Davide. Inevitabilmente Luisa
si sarebbe pentita, lo sapeva du Chatelet. E lo sapevamo
noi lettori.
Lucien a Parigi dopo la sconfitta, conosce l'ambiente
degli studenti in miseria. Il cenacolo dei grandi e puri,
e i discorsi del giornalista Lousteau. Decide di fare il
giornalista malgrado gli avvertimenti degli amici del cenacolo
e il quadro di miseria morale che gli ha fatto il giornalista.
Balzac, nel contrasto con la scelta di Lucien e nella descrizione
del cenacolo, un elogio del lavoro, della pazienza: l'arte
è come la natura e fa le cose con calma e fatica.
Il mestiere di giornalista è invece il mdo più
facile e veloce, ma meschino, di arrivare alla fama, una
fama che non illustra, però.
Le illusioni perdute sono un'opera autobiografica e anche
una riflessione sull'arte, e sul mondo che le ruota attorno:
editori, librai, giornalisti, teatro... un mondo che Balzac
conosceva bene e di cui non aveva alcuna stima. I personaggi
dei librai, dell'editore e del direttore del giornale, anzi
dell'amministratore, sono vivacissimi, anzi caricaturali.
La sintesi del romanzo
Ma il libro è cominciato con uno dei personaggi
più “cattivi”, il vecchio Sechard, prima
Orso – torchiatore – poi padrone di una stamperia,
che vende al figlio, Davide, a condizioni da usuraio. La
storia di Sechard comincia all'epoca della rivoluzione.
Col figlio entriamo già nel tempo della storia, in
piena restaurazione, attorno al 1820. Davide è un
ragazzo in gamba, ha studiato bene ed è amico di
Luciano, il nostro poeta protagonista. Luciano è
figlio di una nobile decaduta - De Rubempré - e di
un farmacista, Chardon. Ha una sorella, Eva, di cui Davide
si innamorerà, ricambiato. La madre di Luciano, Eva
e Davide stravedono per Luciano. Eva e la madre lavorano
praticamente per lui.
Siamo ad Angoulême, una cittadina di provincia, con
tutti i difetti della provincia, divisa fra l'Houmeau, il
quartiere borghese, e la parte alta, dove vivono, provincia
nella provincia, i pochi aristocratici. Fra questi la triste
Luisa de Nègrepelisse. Balzac fa una nuova digressione
per raccontarcene la storia, in modo che i fattori del dramma
ci siano tutti.
Abbiamo già detto che Luisa è una donna dotata
di genio, e per questo insofferemte all'ambiente di provincia.
Viene a conoscenza dell'esistenza di un giovane poeta ad
Angoulême. Lo invita, se ne innamora, organizza per
lui una serata speciale.
La serata ha una sua rilevanza nella struttura della prima
parte del romanzo (speculare alla contrapposizione fra il
cenacolo e i giornalisti nella seconda parte) perché
contrappone l'ipocrisia e la meschinità del salotto
della signora de Bargeton (Luisa de Nègrepelisse)
e l'umiliazione che Luciano subisce, la nascita di un amore
pieno di incognite fra lui e Luisa, soffocato dalle loro
ambizioni e dall'ambiente, alla serata che invece passano
Eva e Davide, da soli, passeggiando lungo il fiume , la
Charente, e dicendosi il loro amore, vero.
Al ritorno dalla serata in suo onore nel salotto aristocratico,
Luciano racconta a Eva e Davide la sua disavventura ma anche
il suo amore per Luisa e la sua determinazione a conquistare
quel mondo. Davide ed Eva saranno accanto a lui. Anche perché
Davide chiede quella sera stessa la mano di Eva. Sposandola
potrà aiutare Eva , sua madre e soprattutto Luciano,
sostenendoli economicamente e sostenendo così, dietro
le quinte, le ambizioni di Luciano.
Ma l'ambiente della provincia ricama sull'amore fra il poeta
e la regina dei salotti, ancora non dichiarato e non consumato,
e fa precipitare le cose. Complice le ambizioni dell'astuto
Du Chatelet, i due vengono “scoperti” e Luisa
è costretta a chiedere al marito di sfidare a duello
il propalatore della notizia. A proposito, il marito è
un personaggio grande nella sua ridicolaggine. Di una stupidità
incredibile, completamente nelle mani della moglie. Ma riesce
a ferire gravemente l'avversario in duello. Luisa è
costretta a lasciare Angoulême. Convince il marito
a stabilirsi in campagna col suocero, e Luciano a seguirla
a Parigi, malgrado il giorno dopo sia prevista la cermonia
di nozze tra Eva e Davide.
Luciano e Luisa arrivano a Parigi, ma, complice la malvagità
di Du Chatelet, l'aria della città cambia lo sguardo
ai due. Ognuno di loro vede l'altro inadeguato alla vita
di Parigi che ognuno di loro immagina e vorrebbe fare, lei
la protagonista dei salotti, lui il protagonista del mondo
letterario, in ogni caso sempre il gran mondo parigino.
L'azione però spetta a Luisa e alla signora d'Espard,
la cugina che la ospita, la marchesa. Non ricevono più
Lucien, accampando delle scuse. Luciano precipita nella
miseria e nella solitudine. Si trasferisce a Saint-Michel,
mangia da Flicoteaux, frequenta la biblioteca di Santa Genoveffa.
Da Flicoteaux incontra D'Arthez e Lousteau, che rappresentano
le alternative che gli stanno di fronte a Parigi: il lavoro
vero o la fama usurpata. Dapprima Lucien conosce e frequenta
D'Arthez e il suo cenacolo di studiosi e artisti “veri”
al di fuori delle mode e delle intrighi. Poveri, destinati
probabilmente a non avere mai notorietà né
tantomeno successo né tantomeno soldi. Luciano dapprima
li segue ma morde il freno.Cercando di collocare la sua
raccolta di poesie e il suo romanzo comincia a frequentare
editori librai e giornalisti, e capisce il grande potere
che hanno i giornali. Cerca allora Lousteau, che cena da
Flicoteax solo occasionalmente, quando le cose gli vanno
male.
Anche quest'ultimo lo mette in guardia, ma Luciano ha scelto,
farà il giornalista.
All'inizio tutto procede bene: i suoi articoli hanno successo,
di conseguenza ha amici, di conseguenza ha una donna, Coralie,
che lo ama, e che gli porta in dono un bellissimo appartamento,
la carrozza e il lusso dei vestiti e delle cene.
Arriva anche a vendicarsi di Luise e di Du Chatelet. Ma
da qui comincia la rovina. Il gran mondo fa finta di rivolerlo,
e la sua ambizione lo farà cadere nel tranello. La
marchesa d'Espard gli promette che avrà il suo titolo
(il nome della madre, De Rubempré) e potrà
sposare Luise. Lucien fa l'errore di volere il titolo ma
allo stesso tempo fa capire che non ha intenzione di lasciare
Coralie per la signora de Bargeton. Accetta quindi la condizione
di passare nelle fila dei realisti. Si rivela un errore
fatale, perché perde il suo potere nei confronti
di editori e teatri (da qui anche l'insuccesso di Coralie).
Fra debiti, giochi e rovesci Luciano inguaia il cognato
falsificando la sua firma in tre cambiali. Nel frattempo
è anche costretto a scrivere un articolo negativo
nei confronti del suo amico D'Arthez. Si reca da lui per
scusarsi in anticipo, ma ormai ne ha perduto la stima, e
soprattutto, un ex amico del cenacolo, Chrestien, lo sfida
a duello. Luciano viene ferito, sta male due mesi, nel frattempo
tutto è perso e i debiti sono aumentati. Poi si ammala
Coralie, morirà qualche tempo dopo, a 19 anni. E
per pagare i funerali Luciano è costretto a scrivere,
mentre la veglia, poesie licenziose per un libraio che gli
ha promesso duecento franchi.
Non resta a Luciano che partire, ritornare ad Angoulême.
Dopo un viaggio faticoso e debilitante, praticamente senza
un soldo, arriva nei pressi della città, incontra
Luise e Du Chartelet sposati e viene a sapere che Davide
rischia il carcere.
Perché?
Breve passo indietro. Mentre Luciano è a Parigi,
Davide continua le sue ricerche di una carta che dimezzi
i costi delle stamperie. Eva si accorge del rischio incombente
della povertà e amministra la tipografia, è
brava, ma le risorse sono poche anche a causa dei prestiti
al fratello. In più uno degli operai rimasti, Cerizet,
li tradisce.
Veniamo a sapere che Eva ha affittato ai Cointet, nella
persona di quest'operaio, la tipografia. Eva e Davide, in
miseria, contano sul denaro dell'affitto e Cointet lo sa.
Sappiamo che non lo rinnoverà e che, venuto in possesso
delle cambiali di Luciano, ha anche posto alle sue dipendenze
un avvocato che si presenterà come avvocato di Davide.
L'obiettivo è rubare il brevetto dell'invenzione
di Davide.
Davide si è nascosto perché il piano dei
Cointet si sta realizzando e lui rischia la galera. Sta
perfezionando la sua invenzione e ancora non ha perduto
niente, anche se i suoi nemici si organizzano e c'è
anche suo padre che vuole sfruttare la sua invenzione. Nel
frattempo arriva Lucien. L'avvocato Petit-Claude lo viene
a sapere e decide di approfittare di questo arrivo per stanare
Davide. L'accordo con i Cointet prevede che l'avvocato abbia
in cambio la possibilità di sposare una ragazza con
relazioni influenti che gli permetteranno di diventare guardasigilli.
Una delle relazioni influenti sarà quella con la
signora de Bargeton, anche lei tornata, sposata a Du Chetelet,
ad Angoulême. Petit-Claud organizza il trionfo come
poeta di Lucien, che dopo l'umiliazione del ritorno e la
disistima della madre e della sorella, è di nuovo
vanitoso e felice e si illude di poter aiutare Davide riprendendo
la sua influenza sulla signora de Bargeton, che in realtà
vuole solo sbarazzarsi di lui, ma dimostrando che non ha
sbagliato ad accoglierlo e lanciarlo a suo tempo come poeta.
Tutto ciò è stato archiettato dall'avvocato,
che prima di organizzare il trionfo di Lucien ha parlato
con Luisa. Una nuova serata nel palazzo che è stato
di Luisa, il trionfo arrogante e impertinente di Lucien,
Davide esce allo scoperto per vederlo.
Davide viene arrestato, a causa di un equivoco su una lettera
di Lucien. La trappola è stata organizzata da Cerizet,
ma Lucien si ritiene il responsabile. Lascia una lettera
ad Eva in cui annuncia la sua volontà di farla finita
con la vita, dopo una spietata analisi dei suoi difetti,
soprattutto la sua vanità.
La sua determinazione non durerà molto. Sulla strada
ha la fortuna di incontrare un canonico, un diplomatico
che completerà quella che Balzac chiama l'opera di
corruzione di Lucien.
“Voi volete dominare il mondo, non è vero?
dovete cominciare con l'obbedire al mondo, dovete studiarlo
bene” (p. 612) dice, fra l'altro, il canonico in un
dialogo, in cui è descritto sena mezzi termini il
sistema capitalistico e la sua morale.
Lucien riesce a inviare a Eva quindicimila franchi, ma
arriveranno troppo tardi, perché il contratto capestro
con i Cointet è già stato firmato. Davide
perderà ogni diritto sul brevetto, ma avrà
in cambio una rendita decorosa, che diventa ancora più
sostanziosa alla morte del padre. Sono felici. Mentre i
Cointet, l'avvocato Petit-Cloud e Cerizet soddisfano le
loro ambizioni. Di Lucien non sapremo più niente.
La sua storia sarà raccontata in Scene di vita parigina
.
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