Storia della letteratura europea - Torna in homepageMihály Vörösmarty


Mihály Vörösmarty

Nato a Kápolnasnyék [Székesfehérvar] nel 1800 (morì a Pest nel 1855), fece parte del gruppo di «Aurora», divenne popolare con il poema storico-mitologico La fuga di Zalán (1825), accolto come un manifesto della gioventù magiara in lotta contro l'Austria. Scrisse poi varie opere di soggetto fiabesco: tra esse la favola scenica Csongor e Tünde (1831). Vörösmarty divenne poi direttore della rivista «Athenaeum», e una figura preminente della vita letteraria del suo tempo. Scrisse drammi storici, poemetti epici come I due castelli vicini (1831), poemi drammatici come Nozze sanguinose (1833) e Il bano Maròt (1834). Ma soprattutto liriche patriottiche, tra cui il celebre Appello (1836), rassegna delle eroiche figure della storia nazionale, secondo inno ufficiale ungherese; e poesie dedicate alla Polonia de La statua vivente e Il paese perduto, e il ditirambo Il vecchio zingaro (1849). Vörösmarty fu agli inizi poeta delle atmosfere notturne e della morte; assunse poi nella maturità la statura del poeta-vate della sua nazione e di tutti i popoli oppressi. Dopo il fallimento dei moti del 1849 (nel 1848 era stato eletto deputato), ripiegò in un cupo pessimismo, e diede espressione a una concezione tragicamente severa della vita e della storia.


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