Storia della letteratura europea - Torna in homepageStendhal


Stendhal

Henri Beyle nacque a Grenoble nel 1783 da una ricca famiglia borghese. Perse a sette anni la madre; conflitti con il padre e con la sua cerchia sociale bigotta. A 16 anni è a Paris per iscriversi all'Ecole polytechnique; vi rinuncia; lavora per qualche mese al ministero della guerra grazie all'appoggio del cugino Daru. Nel 1800 raggiunge l'armata napoleonica in Italia. Sottotenente di cavalleria, aiutante di campo del generale Michaud, nel 1806-14 fa parte dell'amministrazione imperiale spostandosi in Italia Austria Germania Russia. Caduto Napoleone si ritirò in Italia. Ebbe un amore con Angiola Pietragrua. In Italia, soprattutto a Milano, rimane sette anni, interessandosi di pittura e musica. Deluso dall'amore per Matilde Dembowski, che aveva conosciuto nel 1818, sospettato di carbonarismo dalle autorità austriache, tornò a Paris nel 1821. Collabora a riviste inglesi e al «Journal de Paris» con articoli di critica d'arte e musicale; cercò invano un impiego governativo. Dopo la rivoluzione del 1830 e l'avvento di Luigi Filippo, ebbe il consolato a Trieste; per l'opposizione degli austriaci, fu destinato a Civitavecchia. Il lavoro consolare gli diede molto tempo libero, per scrivere e viaggiare, soprattutto in Francia. Chiese un congedo per motivi di salute nel 1841, tornò a Paris, dove morì improvvisamente nel 1842 per un attacco apoplettico.
Stendhal, dopo un certo numero di saggi (tra cui di un certo interesse il Sull'amore, De l'amour, 1822; e Racine e Shakespeare, 1823-5, in cui si schiera a favore della poetica romanticista), iniziò la sua attività di scrittore di fiction con il romanzo Armance (1827) e con il racconto Vanina Vanini (1829).
Ma è soprattutto con Il rosso e il nero (Le rouge et le noir, 1830) romanzo che narra la lotta di un giovane spiantato e ambizioso, Julien Sorel, contro la società ostile (la Francia della restaurazione) che inaugura la stagione del grande romanzo realistico.
Julien, di umile origine, timido ma ambizioso, è assunto dal signor de Rê nal, sindaco di Verrières (nella Franca Contea) come precettore. Simpatizza con Mme de Rê nal, ne diventa l'amante, inizia la vita mondana di provincia. Preoccupata per le voci che corrono, Mme de Rê nal allontana Julien che entra in seminario a Besanç on, guadagna le simpatie del superiore che lo fa assumere come segretario del marchese de la Mô le. Suscita l'interesse di Mathilde, figlia del marchese; Mathilde resta incinta. Divenuto inevitabile il matrimonio il marchese procura un titolo nobiliare a Julien. Mme de Rê nal, spinta dal confessore, denuncia l'arrivismo di Julien che, vista in- franta la sua ascesa, va a Verrières e, durante la messa, ferisce la ex amante. Arrestato, è condannato a morte. Negli ultimi giorni Julien medita sulle sue esperienze, si rende conto che era stato più vero quando aveva amato disinteressatamente Mme de Rê nal, che lo conforta con le sue visite. Tre giorni dopo l'esecuzione, Mme de Rê nal muore abbracciando i figli.

Nel 1834 Stendhal iniziò a lavorare attorno al Lucien Leuwen, vasto romanzo sulla società di Luigi Filippo, opera che interrup pe per dedicarsi all'autobiografico Vita di Henry Brulard, che però interruppe anch'esso.
Il "Lucien Leuwen" è ambientato negli anni successivi alla rivoluzione del 1830. Il potere economico trionfa, i banchieri sono i padroni del paese. Lucien figlio di un ricco e potente banchiere è cacciato dall'Ecole Polytechnique per aver espresso idee re pubblicane. Il padre lo fa entrare in un reggimento di lancieri di guarnigione a Nancy. In provincia le passioni di Lucien si spengono. Accolto nella società locale, si innamora di Mme de Chasteller ma una calunnia (gli fanno credere sia incinta di un altro) impedisce l'unione. Torna a Paris, ottiene grazie al padre incarichi al ministero degli interni, assiste a brogli elettorali e speculazioni disoneste. Sopravviene la rovina finanziaria del padre. Lucien accetta l'incarico di segretario dell'ambasciata francese a Roma: e qui si interrompe il romanzo.

Nel 1839 pubblica il secondo romanzo edito da Stendhal in vita, La certosa di Parma (La chartreuse de Parme), storia della sconfitta delle aspirazioni individuali per opera di una società che qui rappresenta, sotto le apparenze di una corte italica dell'età della restaurazione, la tipica struttura del dispotismo moderno. Il giovane Fabrizio del Dongo sogna gloria e amore, fugge per unirsi all'armata napoleonica. Giunto a Waterloo assiste senza capirvi nulla, alla battaglia. Torna in Italia, scacciato dal padre si rifugia a Parma dalla zia duchessa di Sanseverina che ha per lui una vera passione. Sospettato di simpatie liberali dal principe di Parma, la zia gli fa ottenere la protezione del primo ministro, il conte Mosca. Fabrizio diventa il bersaglio principale dei nemici del conte Mosca. Coinvolto in un duello, costretto per difendersi a uccidere l'attore Giletti, deve fuggire. E' attirato in un'imboscata, imprigionato nella torre Farnese. Dalla finestra del carcere vede la figlia del governatore della prigione, Clelia Conti, e se ne innamora. I due riescono a comunicare. La zia organizza la sua evasione, e induce il poeta Ferrante Palla a avvelenare il principe. Sotto il successore, innamorato della duchessa, fabrizio torna a Parma dove diventa un predicatore alla moda. Ritrova Clelia, ne ha un figlio: il bambino muore, Clelia non gli sopravvive. Fabrizio si ritira nella Certosa di Parma.
Frammento è il romanzo Il rosa e il verde (1837) e romanzo in compiuto è la Lamiel (1839-42).
Quello di Stendhal è un romanticismo particolare, caratterizzato in senso storicistico e progressivo, condizionato dalla formazione illuministica di Stendhal, dalla sua filosofia atea e materialista. Egli fonda il moderno realismo che rappresenta l'uomo all'interno di una realtà sociale in evoluzione e le idee e le passioni degli individui come condizionate dalle tendenze politiche ed economiche dell'epoca. Egli visse intensamente il momento eroico della borghesia, quello della rivoluzione e dell'impero, non si adattò al periodo successivo dell'espansione capitalistica e del compromesso tra vecchio e nuovo: di questo periodo la sua opera rappresenta un'analisi ricca, una spietata condanna. A una realtà dominata dall'interesse e dai princì pi di una politica ot tusa e meschina gli eroi di Stendhal oppongono il culto dell'entusiasmo volitivo, la tenerezza, la nostalgia di valori assoluti. Di qui anche l'interesse di Stendhal per il rinascimento (i suoi racconti sono centrati su questo periodo) considerato come età dell'energia, e per l'Italia idoleggiata come terra di passioni. Il suo stile fu considerato sciatto e rifiutato (es. da Flaubert). Stendhal rifiutò il lirismo e l'eloquenza della scuola romanticista (Chautebriand, Hugo), nel tentativo di ristabilire con il lettore un contatto più diretto, senza orpelli. Suo modello erano la sincerità di Rousseau (Le confessioni), e l'esattezza impersonale delle cronache: secondo una sua celebre battuta, quella del codice civile. Il suo disinteresse per la forma fece della sua scrittura una cosa personalissima, oggi ci pare estremamente moderna: allora ebbe scarso successo. Stendhal ebbe un notevole influsso su Balzac e Tolstoj, ma cominciò a essere diffuso e conosciuto fino a diventare culto (beylismo: stile di vita in cui si mescolano egotismo e schiettezza, dilettantismo e energia, passione e lucidità) solo alla fine del XIX secolo.

Bibliografia: Stendhal

Saggi:
- saggio su Haydn, Mozart e Metastasio (1815)
Histoire de la peinture en Italie (1817)
Rome, Naples et Florence (1817)
- biografia di Rossini (1823)
Promenades dans Rome (1829)
De l'amour (1822)
Racine et Shakespeare (1823-25)

Fiction e memorie:
Armance (1827)
Vanina Vanini (1829)
Le rouge et le noir (1830)
Souvenirs d'é gotisme (1832, pubbl. 1892)
Lucien Leuwen (1834-5, pubbl. 1894)
Vie d'Henry Brulard (1836, pubbl. 1890)
Les Cenci (1837)
La duchesse de Palliano (1838)
L'abesse de Castro (1839)
Mé moires d'un touriste (1838)
La chartreuse de Parme (1839)
Journal
Le rose et le vert (1837)
Vie de Napolé on (1838)
Lamiel (1839-42)




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