Charles
Augustin de Sainte-Beuve
Charles Augustin de Sainte-Beuve
Nato a Boulogne-sur-Mer [Pas-de-Calais] nel
1804, fin dal 1824 cominciò a pubblicare sul giornale romanticista
ĞLe Globeğ articoli di storia, critica e filosofia. Tre anni dopo,
nel 1827 conobbe Victor Hugo e cominciò a frequentare il
gruppo di scrittori che si riunivano attorno a lui. Nonostante
alcune riserve circa le idee dei romanticicisti, risentì
del loro fervore. Dopo il 1837 si dedicò quasi esclusivamente
alla critica letteraria. Conservatore alla Biblioteca Mazarine
nel 1840-1848, accademico di Francia dal 1844, insegnò
poesia latina e letteratura francese. Nel 1865 Napolé on
III lo nominò senatore. In questa veste pronunciò
discorsi che gli alienarono le simpatie dell'imperatore. Fino
all'ultimo si dedicò a uno studio tenace e fecondo. Morì
a Paris nel 1869.
L'opera di Sainte-Beuve può essere
divisa in produzione letteraria e critica. E fu in quest'ultimo
campo che diede i suoi maggiori contributi. Il suo legame con
la sensibilità romanticista è testimoniato dalle
raccolte poetiche Vita, poesie e pensieri di J. Delorme
(Vie, poé sies et pensé es de J. Delorme, 1829),
Consolazioni (Consolations, 1830 e 1834), Pensieri
d'agosto (Pensé es d'aoû t, 1837). I versi del
Libro d'amore (Livre d'amour) apparvero in pochi esemplari
nel 1834 (e riapparvero solo nel 1904). Romanzo è Voluttà
(Volupté , 1834).
Gioco raffinato di sonorità, gusto per le parole indefinite,
tendenza al fantasticare sono le caratteristiche della poesia
di Sainte-Beuve. Il romanzo ha grande finezza psicologica, è
la storia di un'anima inquieta e dubbiosa, continuamente oscillante
tra slanci e tristezze. Il suo successo di romanziere fu scarso,
per cui egli si dedicò dal 1837 quasi esclusivamente alla
critica letteraria. Postume sono apparse le note intime de
I miei veleni (Mes poisons, pubbl.1926).
Come critico, Sainte-Beuve diede il massimo
di sé . Dopo la serie di articoli su ĞLe Globeğ, pubblicò
il Quadro storico e critico della poesia e del teatro francese
nel XVI secolo (Tableau historique et critique de la poé
sie franç aise et du thé atre franç ais au XVIe
siè cle, 1828): Sainte-Beuve indicava qui le affinità
tra i poeti della Plé iade e i romanticisti, inserendo
così il movimento romanticista nella tradizione nazionale,
dandogli una giustificazione storica e una patente di nobiltà
letteraria.
Frutto del suo costante e vasto impegno critico sono una serie
di volumi. Critiche e ritratti letterari (Critiques et
portraits litté raires) uscì in un volume nel 1832,
poi in 5 volumi nel 1836-1839, e infine riapparve con nuovi studi
nel 1844 con il ti tolo definitivo di Ritratti letterari
(Portraits litté raires). Si ricordano inoltre i Ritratti
di donne (Portriats de femmes, 1844), i Ritratti contemporanei
(Portraits contenporaines, 1846). Le Conversazioni del lunedì
(Causeries de lundi) apparvero in 11 volumi nel 1851-1862,
e in 15 volumi nel 1857-1872. Sono così chiamate perché
apparivano ogni lunedì sui giornali del tempo. Essi furono
seguiti dai 13 volumi dei Nuovi lunedì (Nouveaux
lundis, 1863-1870). Fondamentale è Port-Royal (1840-1859),
uscito prima in 5 volumi (poi, nel 1867-1871 in sette volumi),
ricostruzione della cultura giansenistica. Esso trae origine da
un corso universitario, così come Chateaubriand e il
suo gruppo letterario sotto l'Impero (Chateaubriand et son
groupe litté raire sous l'Em pire, 1860).
Ricchissima anche la sua corrispondenza, la cui edizione generale
è stata iniziata nel 1935. Postumi furono pubblicati altre
raccolte di profili critici.
All'inizio della sua produzione critica,
Sainte-Beuve credette di poter usare un metodo affine a quello
delle scienze naturali, consistente nell'osservare e raccogliere
fatti precisi, al fine di stabilire delle leggi. Tuttavia nel
corso dei suoi studi andò oltre ogni rigidezza di sistema.
Il suo metodo si fonda sulla convinzione che la comprensione di
un'opera non è possibile se non si studia a fondo l'autore
che l'ha prodotta. Di qui l'inte resse per la biografia, per il
ritratto letterario, per l'uomo che si rivela nell'opera. Con
la conseguenza di un eccesso di psicologismo che prevale sull'analisi
e sul giudizio estetici. *Proust ("Contro Sainte-Beuve") lo accusò
di conformismo e di incapacità a cogliere quello che è
"proprio" dell'arte. Ciò nulla toglie della'importanza
e stimolo di molti suoi studi, e del ruolo avuto nella storia
della cultura europea.
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