Percy B. Shelley 
            
             
             
               
                
                   Percy B. Shelley
                
                Percy Bysshe Shelley nacque a Horsham [Sussex] 
                nel 1792, da una antica e ricca fa- miglia di proprietari terrieri. 
                Iniziò gli studi a Eton: malgrado le eccentricità 
                si impegnò a fondo nello studio. Grave colpo per lui fu 
                l'espulsione da Oxford, avvenuta per aver pubblicato un opuscolo 
                su La necessità dell'ateismo (The necessity of atheism, 
                1811). I rapporti con il padre divennero sempre più difficili. 
                La rottura definitiva avvenne con il matrimonio tra Shelley e 
                la sedicenne Harriet Westbrook, nel 1811: padre e figlio non si 
                rividero né parlarono mai più . Nel 1812 incontrò 
                il filosofo anarchico W. Godwin. Nel 1813 abbandonò la 
                moglie e andò a convivere con la figlia di Godwin, Mary, 
                che sposerà nel 1816, dopo il suicidio di Harriet. In quell'anno 
                tornò in patria, per tornare di nuovo in Svizzera. Incontrò 
                qui Byron. Bandito dalla famiglia e dalla società inglese 
                per le sue idee radicali e per il suo comportamento stravagante, 
                si trasferì in Italia: soggiornò a Venezia Roma 
                Pisa. Quello italiano fu un viaggio iniziato nel marzo 1818 quando 
                Shelley lasciò l'Inghilterra insieme alla famiglia: Mary, 
                e i due figli, Claire e Allegra (quest'ultima frutto della relazione 
                con Byron e da lui relegata in un convento: morirà ancora 
                bambina). Negli ultimi tempi, afflitto da problemi economici, 
                e dai difficili rapporti con Byron a causa della relazione tra 
                Claire Clairmont (sorellastra della moglie Mary) e Byron. 
                Tragica la sua morte, annegato durante una tempesta al largo di 
                Livorno, nel viaggio di ritorno da una gita in barca a Lerici, 
                l'8 luglio 1822. 
                 
                 Dopo  La necessità dell'ateismo 
                (The necessity of atheism, 1811), Shelley scrisse il poema filosofico 
                 La regina Mab (Queen Mab, 1813), che rivela l'influsso 
                del razionalismo anarchico di W. Godwin. Nel 1816 è  
                Alastor. Poema epico rivoluzionario è  La rivolta 
                dell'Islam (The revolt of Islam, 1818). 
                In Italia pubblicò  I Cenci (The Cenci, 1819), il 
                dramma lirico  Prometheus liberato (Prometheus unbound, 
                1820), i poemetti  Epi psychidion (1821), e  Adonais 
                (1821).  Hellas (1822) è un dramma lirico, sull'indipendenza 
                della grecia. Sua anche l'  Ode al vento dell'ovest (Ode 
                to the West wind),  Il trionfo della vita (The triumph 
                of life), e il saggio in prosa  Difesa della poesia (A 
                defence of poetry, 1821). Di Shelley rimangono interessanti anche 
                le lettere, tra cui quelle scritte durante il viaggio in Italia 
                (1818-1822). 
                 
                 Personaggio esuberante e inquieto, Shelley 
                fu famoso per le sregolatezze della sua vita. Il suo pensiero 
                è una curiosa contaminazione di godwinismo, neoplatonismo, 
                misticismo, spirito libertario. Materialista sovversivo all'inizio, 
                poi utopista neo platonico, fino ad giungere a forme socialisticheggianti 
                nelle opere più mature ("Prometheus liberato", "Il trionfo 
                della vita"), sovrappone a una coscienza tragica della storia 
                e dei valo ri umani una sonora veste verbale. Tipica di Shelley, 
                come del movimento romanticistico, l'interiorizzazione dello sguardo, 
                che percepisce come unità arte e natura in una totalità 
                contrassegnata da una nota tragica. Accese emozioni, afflato lirico, 
                anelito di libertà morale e politica. Shelley propende 
                per una poesia im mediata: ciò però si risolve in 
                lui in versi piuttosto meccanici, in cui ripropone sempre gli 
                stessi stati d'animo e le stesse immagini, le stesse forme. Diversamente 
                da Wordsworth, molte immagini della natura appaiono come simboli 
                o proiezioni di una commozione interiore. Le incertezze di pensiero 
                di Shelley, diviso tra ragione e affetti, utopia e realtà 
                , fede e agnosticismo, si rivelano anche nelle ultime poesie: 
                così ne "Il trionfo della vita" giunge a negare che si 
                possa opporre all'aridità del reale la forza creatrice 
                del sogno, della profezia, dell'utopia, princì pi che avevano 
                sostenuto la sua precedente visione poetica. Nel suo complesso, 
                per la sua immaginazione cosmica e per la dizione impetuosa, è 
                il prototipo del romanticismo inglese. Sul filo di rasoio a essere 
                una tragica caricatura. 
                 
                
                 
              
              
             
            
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