Taras 
              H. Sevcenko 
            
             
             
               
                
                   Taras H. Sevcenko 
                
                Taras Hrihor'evic Sevcenko nacque a Morincy 
                [Kiev] nel 1814. Servo della gleba, conobbe una infanzia di miseria 
                e sopraffazioni. Dive- nuto valletto personale del padrone, fu 
                portato a Pietroburgo per apprendere l'arte della decorazione. 
                Nella capitale Sevcenko attirò l'at- tenzione di influenti 
                compatrioti che nel 1838 pagarono al padrone la somma del riscatto. 
                Divenuto uomo libero, frequentò l'università e l'Accademia 
                di belle arti, dedicandosi con sempre maggiore pas- sione alla 
                poesia. Tornato in Ucraina nel 1843, accentuò la sua protesta 
                contro l'oppressione sociale e nazionale della sua terra. Arrestato 
                nel 1847, fu condannato al servizio militare obbligatorio lontano 
                dal- l'Ucraina. Graziato nel 1857, potè ritornare a Pietroburgo, 
                ma restò sempre sotto la sorveglianza della polizia segreta. 
                Morì a Pietroburgo nel 1861. 
                 
                 La sua attività letteraria fu breve 
                ma il suo canzoniere Il cantastorie (Kobzar', 1840), il 
                poema storico  Hajdamaki (1841) ispirato a una rivolta 
                contadina del XVIII secolo, e altri diffusi in copie manoscritte 
                ( Caterina, 1840;  Sogno, 1844;  Caucaso, 
                1845) e pubblicati poi dopo la sua morte, bastarono a consacrare 
                la sua fama di appassionato e melanconico poeta romanticista. 
                 
                Nella prima edizione "Kobzar'" conteneva solo otto composizioni: 
                tre liriche, il messaggio "A Osnovjanenko", il poema di ispirazione 
                romanticista "Caterina" e i due poemi storici "Ivan Pidkova" e 
                "La notte di Taras". In seguito accolse, con lo stesso titolo, 
                i maggiori com- ponimenti di Sevcenko. 
                 
                 Sevcenko ebbe una personalità poetica 
                prepotente e istintiva mente romanticista, capace di trasfigurare 
                gli stimoli genuini della tradizione popolare. Tra le sue opere 
                più famose è la poe sia testamento (1843) che, musicata 
                dal compositore Sta- cenko, divenne un inno nazionale ucraino. 
                Ma da ricordare anche il poema  La tomba scavata (1843) 
                che si chiude con accenti di alto pathos profetico sulla futura 
                resurrezione della sua terra, il poe- ma  Hamalija (1843) 
                epica rievocazione di una spedi- zione cosacca contro Costantinopoli, 
                 Sogno (1844) violenta satira contro il regime zarista, 
                 Prigioniero (1845) di ispirazione erotica,  Caucaso 
                (1845) dove le terre caucasiche sono rappresentate come simbolico 
                luogo di lotta e di martirio per la li- bertà,  Neofiti 
                (1857) in cui si rispecchia l'ideale messianico di un cristianesimo 
                militante.  
                Sevcenko fu anche prosatore. Si ricordano:  La principessa 
                (1853),  Il musicista (1854),  L'artista (1856). 
                 
                 
                
                 
              
              
             
            
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