Etienne-Pivert
de Sénancour
Etienne-Pivert de Sénancour
Nato a Paris nel 1770, inizialmente destinato
al sacerdozio, emigrò negli anni della rivoluzione in Svizzera.
La lettura di Rousseau e dei primi scrittori romanticisti tedeschi
ebbe una notevole influenza sulla sua formazione letteraria.
Di salute fragile, ebbe un matrimonio infelice e una esistenza
solitaria.
Morì a Saint-Cloud nel 1846.
La sua esperienza esistenziale è trasposta
in Oberman (1804). Romanzo autobiografico, una specie
di diario intimo in forma epi stolare, senza una trama precisa
ma ricco di meditazioni filoso fiche, morali, metafisiche in cui
si esprime la consapevolezza dei limiti dell'azione umana, l'inquietudine
interiore nell'inap pagata ricerca di un assoluto e di un rapporto
armonico con la natura. La serie di 89 lettere sono indirizzate
nel corso di die ci anni dal narratore Oberman a un amico di cui
non conosciamo il nome: il diario parla degli anni 1789-1803.
Dopo aver spiegato le ragioni della sua partenza in Svizzera,
Oberman analizza la sua inadattabilità alla vita sociale
(anno I). Le lettere degli anni II e III corrispondono agli anni
Parisni. Oberman evoca la donna amata, comincia a prendere coscienza
della propria incapacità a essere felice. Una lunga crisi
assale il narratore nei due anni successivi (anno IV e V). Crede
di sollevarsi (anno VI), di ritrovare l'equilibrio (anno VII).
Ora l'autore invece di evocare il passato descrive gli avvenimenti
e i sentimenti della sua esistenza giorno per giorno. Attribuisce
a un personaggio episodico, Fonsalbe, la sua infelicità
coniugale. Descrive il luogo ideale di Imenstrô m, rifugio
pastorale in cui Oberman troverà sicurezza.
Il romanzo è una analisi di coscienza, con elementi di
elegia e interesse per i fenomeni onirici e esoterici, cupezze
tipicamente romanticiste, in uno stile ricco di musicalità
e simbolismo.
Tra le altre opere di Sé nancour sono:
Le prime età: incertez ze umane (Les premiers â
ges : incertitudes humaines, 1793), Sulle generazioni attuali
: assurdità umane (Sur les générations
actuelles : absurdité s humaines, 1793), Fantasticherie
sulla natura primitiva dell'uomo (Rê veries sur la nature
primitive de l'homme, 1799) dove si identifica nel progresso della
civiltà la causa dell'infelicità dell'uomo,
Sull'amore (De l'Amour, 1806), Osservazioni sul "Genio
del cristianesimo" (Observations sur le "Gé nie du
christianisme", 1816) dura polemica contro la religione e contro
Chateaubriand, Libere meditazioni di un solitario sconosciuto
(Libres mé ditations d'un solitaire inconnu, 1819), e il
romanzo Isabelle (1833).
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