August
von Platen-Hallermünde
August von Platen-Hallermünde
August von Platen-Hallermünde nacque
a Ansbach [Baviera] nel 1796, da una famiglia aristocratica. Intraprese
la carriera militare ma l'abbandonò per dedicarsi a studi
letterarie filosofici. Dal 1826 visse in Italia, prevalentemente
a Roma e in Sicilia (morì a Siracusa nel 1835).
Varia la sua produzione poetica. Tra le ballate
storiche sono Il pellegrino davanti a St.Just (Der Pilger
vor St.Just, 1819) e La tomba del Busento (Das Grab im
Busento, 1820). Su imitazione del persiano Hafiz sono le liriche
di Gazele (Ghaselen, 1821). Seguì anche forme classiciste:
odi, egloghe, idilli, sonetti. Tra i sonetti interessanti sono
i Sonetti ve- neziani (Sonette aus Venedig, 1825). Notevoli
anche le poesie politiche e satiriche, come le Canzoni polacche
(Polenlieder, 1831) in cui si schierò a favore dei polacchi
contro il di- spotismo russo. Del 1835 è il poema epico
Gli Abassidi (Diue Abassiden).
Meno riuscite le opere teatrali: La pantofola di vetro
(Die gläserne Pantoffel, 1823), La forchetta fatale
(Die verhän- gnisvolle Gabel, 1826), parodia del teatro fatalista
cioè della co siddetta "tragedia del destino". In polemica
con Heine e Immermann scrisse Oedipus romanticista (Der
romantische Oedipus, 1829). Interessanti i Diari (Tagebücher,
pubbl.1896-1900) con le sue impressioni di viaggio.
Platen elaborò una poesia di forme
classiciste, nitida e rigo rosamente strutturata. Dietro la superficie
composta, è lo strug gente culto della bellezza, un estetismo
prezioso e malinconico, pre-decadentista.
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