Eduard 
              Mörike 
            
             
             
               
                
                   Eduard Mörike 
                
                Eduard Mörike nacque a Ludwigsburg [Stoccarda] 
                nel 1804. Studiò teologia a Tubinga, divenne pastore a 
                Cleversulz- bach nel 1834, ma a soli 39 anni andò in pensione 
                a causa della salute malferma. Morì a Stoccarda nel 1875. 
                
                 
                 La sua prima opera di una certa importanza 
                è il romanzo  Il pittore Nolten (Maler Nolten, 1832) 
                storia di una formazione interiore, sulla linea del "Meister" 
                goethiano. Nell'intreccio, in cui domina una atmosfera di fatalità 
                romanticista, sono inserite anche le  Canzoni di Peregrina 
                (Peregrina-Lieder) e la fiaba drammatica  L'ultimo re di Orplid 
                (Der letzte Kö nig von Orplid).  
                La sua prima raccolta di liriche uscì nel 1838 con il titolo 
                di  Poesie (Gedichte) fu più volte ripresa e aumentata, 
                fino al 1867. Contiene tra l'altro anche il ciclo, rielaborato 
                e arric chito, di Peregrina. Dalla suggestione del paesaggio sve- 
                vo nacque il poemetto in esametri  Idillio sul Bodensee 
                (Idylle vom Bodensee, 1846) in cui elementi fiabeschi convivono 
                con precise notazioni realistiche riguardanti il lago di Costanza. 
                Del 1856 è il suo capolavoro in prosa, il racconto  
                Mozart in viaggio per Praga (Mozart auf der Reise nach Prag): 
                Mozart è rivisto autobiograficamente, con una malinconica 
                grazia settecen- tesca e un senso doloroso della bellezza. 
                 
                 Mö rike fu uno dei più importanti 
                lirici tedeschi del tempo, i suoi lie- der e le sue ballate popolari 
                furono musicati tra gli altri da Schu- mann, da Brahms, da Hugo 
                Wolf. La sua padronanza della metrica ne fece uno splendido traduttore 
                di lirici greci e latini: suo è il "Florilegio classico" 
                (Klassische Blumenlese, 1840).  
                Come intellettuale e artista fu lontano dai problemi del suo tempo, 
                cercò di conciliare una vaga ma bruciante inquietudine 
                esistenziale con una intima esigenza di armonia e equilibrio. 
                 
                 
                
                 
              
              
             
            
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