Giuseppe
Mazzini
Giuseppe Mazzini
Giuseppe Mazzini nacque a Genova nel 1805
(morì a Pisa nel 1872). Fu una figura decisiva nella storia
italica del XIX secolo, e cercò di esserlo anche a livello
europeo. cresciuto in un ambiente familiare in cui erano presenti
fermenti giansenistici e democratici, già nel saggio "D'una
letteratura europea" (1829) esprimeva l'esigenza di una letteratura
strettamente legata alla vita civile e politica delle nazioni.
Trascorse quasi tutta la sua vita in esilio. Nel 1831 fondò
in Francia la 'Giovine Ita lia', società con cui propugnava
l'unità nazionale in senso repubblicano e democratico.
Allargò poi il suo impegno ideologico con la fondazione
della 'Giovine euro- pa' in cui si attuasse la fraternità
tra i po- poli. Come politico, la sua azione fu sconfitta: in
Italia con l'attuarsi del piano espansionistico sabaudo, in europa
con il successo delle or- ganizzazioni socialiste. Il suo contributo
alle idee del tempo non si limi- tò al campo strettamente
politico, ma anche letterario. Mazzini non elaborò una
teoria organica della letteratura: le sue intuizioni di critico
si inseriscono tutte nel quadro della subordinazione del fatto
esteti- co al messaggio etico e al valore educativo. Aveva una
concezione dell'arte sociale, che traesse la propria ispirazione
dalla vita collettiva del popolo. In tale prospettiva è
la sua ammirazione per Ali- ghieri e Foscolo. Alighie- ri visto
come poeta-vate per eccellenza, Foscolo come esempio di anima
fiera che realizza Ğla connessione delle lettere col vivere civileğ.
Nella polemica tra classicisti e romanticisti prese posizione
a favore dei romanti cisti: la letteratura dell'età precedente
gli appariva espressio ne di concezioni individualistiche, mentre
lui auspicava l'avven to di una figura di poeta moderno, cosmopolita
ma anche interpre te dell'anima popolare. Con stile appassionato
e profetico scris se "Del dramma storico" (1830), "Ai poeti del
secolo XIX" (1832), "Byron e Goethe" (1840), "Genio e tendenze
di Thomas Carlyle" (1843). Tra gli scritti teorico-politici, "Fede
e avvenire" (Foi et avenir, 1835), e "Dei doveri dell'uomo" (1861).
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