Ján
Kollár
Ján Kollár
Nato a Mosovce nel 1793 (morì a Vienna
nel 1852), Kollár studiò teologia a Jena. Un forte
influsso lo ebbe dall'idealismo romanticista e dai contemporanei
fermenti nazionalistici tedeschi. Nella sua opera più famosa,
La figlia di Sláva (1824) è il motivo dell'amore,
cantato con accenti alighieriani e petrarcheschi, ma anche le
sue considerazioni sul passato e l'avvenire della Slavia che egli
auspica unita: con l'aiuto della Russia, ciò per cui la
sua opera sarà nei decenni successivi ti rata fuori ogni
qual volta la regione sarà nel mirino degli inte ressi
della potenza russa (così , nella seconda metà del
XX secolo ad esempio). Nel 1849, dopo essere stato per lungo tempo
parroco della comunità protestante slovacca di Budapest,
fu nominato pro fessore di antichità slave all'Università
di Vienna. Kollár fu il tipico rappresentante di quegli
utopistici ideali di fratellanza tra le popolazioni slave che
fiorirono nella prima metà del XIX secolo. Fu anche autore
di una raccolta di poesie popolari slovacche, e di uno scritto
archeologico ("L'antica Italia slava", 1853) in cui volle dimostra-
re le origini slave di gran parte delle popolazioni dell'Italia
setten- trionale.
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