Heinrich
Heine
Heinrich Heine
Harry Heine nacque a Düsseldorf nel 1797
da una stimata famiglia di commercianti e banchieri ebrei. Intraprese
malvolentieri una carriera per diventare un borghese. Le alterne
vicende della dominazione francese nella sua città risvegliarono
in lui precoci tendenze francofile e una profonda antipatia per
la Prussia. Sog giornò a Bonn (1817) iniziando gli studi
di diritto filosofia e letteratura; qui a Bonn seguì le
lezioni di August W. Schlegel . Nel 1821 passò l'università
di Berlin, dove frequentò tra gli altri Hegel, Schleiermacher
e Chamisso. Nel 1825 si converte alla religione evangelica e assume
il nome di Heinrich: in quello stesso anno si laurea in giurisprudenza
a Gottinga. Fa viaggi in Inghilterra, ciò che risveglia
i suoi interessi politici, e in Italia. La critica sempre più
radicale della società tedesca spinse Heine a trasferirsi
come giornalista nella più libera Francia, dove frequentò
la comunità di tedeschi qui immigrati, come Humboldt ,
Lasalle, Wagner; ma anche gli intellettuali francesi come Balzac,
Hugo, Sand. Entrò anche in contatto con i sansimonisti.
Scrisse corrispondenze per varie riviste tedesche, ma anche resoconti
in francese sulla situazione tedesca. Nel 1835 la censura proibì
la circolazione dei suoi libri in Germania. Solo con l'aiuto del
governo francese, datogli nonostante le critiche rivolte a Luigi
Filippo, Heine potè far fronte alle difficoltà economiche
causategli dal divieto. Gli ultimi anni furono segnati dalle sofferenze
atroci provocate da una atrofia muscolare progressiva, che lo
costrinse a letto per quasi otto anni. Morì a Paris nel
1856.
Già prima del soggiorno a Bonn (1817)
aveva iniziato a scrivere le prime liriche d'amore. Le sue prime
liriche pubblicate nel 1822, mostrano l'influsso di Byron e di
Fouqué , ma anche caratteri d'originalità, con il
loro rifarsi allo stile delle ballate popolari e nell'ironico
rifiuto di ogni illusione. L'Intermezzo lirico (Lyrisches
Intermezzo, 1823) possiede una spiccata vena melodica. Con i due
primi volumi dei racconti lirici Impressioni di viaggio
(Reisebilder, 1826-1831) mise le basi della sua fama letteraria:
sul filo di un presunto diario di viaggio che si richiama agli
esempi di Sterne e di Jean Paul , le "Impressioni" trattano diversi
temi fantastici e morali.
Nel Libro dei canti (Buch der Lieder, 1827) riunì
le liriche dei periodi precedenti. Frutto del breve viaggio in
Italia è il terzo volume delle Impressioni di viaggio
(1829), e i racconti delle Notte fiorentine (Florentinische
Nächte, 1836).
Al periodo francese, e frutto dei contatti
con i sansimonisti, risalgono la sua Storia della religione
e della filosofia in Germania (Geschichte der Religion und
Philosophie in Deutschland, 1835), e la Scuola romanticista
(Romantische Schule, 1833-1836). Gli scritti di questo periodo,
in cui prevale la tematica politica, sono raccolti nei quattro
volumi del Salon (1834-1840). Qui si trovano anche i frammenti
di romanzo Dalle memorie del signor von Schnabelewopski
(Aus den Memorien des Herrn von Schnabelewopski), e Il rabbi
di Bacharach (Der Rabbi von Bacharach) sulla persecuzione
degli ebrei nel medioevo.
In H.Heine su L.Bö rne (H. Heine über L.Bö
rne, 1840) Heine diede una aggressiva giustificazione delle proprie
idee in risposta alle critiche dei connazionali. Nel poema
Atta Troll : ein sommernachtstraum (1843) attaccò con
dura ironia avversari letterati e politici. Dopo una breve visita
a Hamburg nacque la satira in versi Germania una fiaba d'inverno
(Deutschland ein Winter märchen, 1844), una delle più
importanti opere della letteratura politica tedesca, in cui è
evidente l'influsso dell'amicizia Parisna di Heine con il giovane
Karl Marx.
Le atroci sofferenze della malattia sono descritte nelle poesie
del Romancero (1851), e nelle raccolte del 1853-1854,
in cui prevale una profonda serietà etica e religiosa.
Gli Scritti vari (Vermischte Schriften, 1854) sono dissertazioni
su giudaismo e cristianesimo, liberalismo e comunismo, costituiscono
la summa e la conclusione della sua attività politica e
letteraria.
Il giudizio critico su Heine è sempre
stato oscillante. Mentre per alcuni fu il maggior poeta tedesco
del periodo di transizione tra romanticismo e realismo, per altri
(e si vedano i grandi critici moderato-borghesi *K.Kraus e *B.Croce
) il giudizio è negativo. *Nietzsche gli riconosce un ruolo
di precursore, mentre *Brecht ne apprezzò le idee progressiste.
Il suo "Libro dei canti" possiede straordinaria lievità
e levigatezza formale, è una delle opere più diffuse
e tradotte della produzione tedesca. La cosa migliore dei versi
di Heine sta nell'uso ironico del materiale romanticista. In lui
è una forte tensione verso la poesia ma anche la negazione
di ogni sentimentalismo, nella consapevolezza che i nuovi tempi
esigono anzitutto una lucida e realistica razionalità.
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