Nikolaj
V. Gogol'
Nikolaj V. Gogol'
1) Notizie biografiche
Nikolaj Vasil'evic Gogol' nacque a Sorocincy [Ucraina]
nel 1809, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Nel
1828 si trasferisce a Pietroburgo. Entra nella carriera bu- rocratica.
Grazie alla pubblicazione della prima parte delle "Veglie alla
fattoria presso Dikan'ka" gli aprì le porte degli ambienti
letterari pietroburghesi: conobbe Zukovskij e soprattutto Puskin
.
La prima rappresentazione de "L'ispettore", nel 1836, lo convinse
di aver totalmen- te fallito nei suoi scopi di scrittore, di essere
preso solo come autore comico. Deluso e amareggiato, in preda
a una profonda crisi, partì per l'estero: viaggiò
per l'eu ropa, fu in Italia, soggiornò a Roma. Gli ultimi
anni furono amareggiati dall'inquietudine sempre più profonda,
malattie, reazioni negative dei critici. Aderì alla fede
cristiana, e a posizioni sempre più filo-zariste. Andò
in Terrasanta (1848), crisi mistica, morì il 21 febbraio
1852, a Mosca, tra atroci sofferenze.
2) Opere: i racconti
La sua prima opera pubblicata fu il poema
Hans Küchelgarten, stampato a sue spese a Pietroburgo
nel 1829. Fu un insuccesso. Nel 1831 uscì la prima parte
di Veglie alla fattoria presso Dikan'ka: fu il suo vero
ingresso nel mondo letterario pietroburghese. nel 1832 è
la seconda parte, e la fama. "Veglie" è una raccolta di
racconti ispirati al folklore, alle leggende e al mondo fantastico
ucraino, trasformato nella fantasia gogoliana in utopistico universo
semplice e spen- sierato, dove i rapporti umani hanno serenità,
immediatezza, armonia.
Nel 1835 uscirono quasi contemporaneamente altre
due raccolte: Mirgorod e Arabeschi.
"Mirgorod" comprende quattro racconti, è il seguito del
discorso iniziato con "Veglie", ma il tono è completamente
cambiato. L'uomo non è più libero e sereno, è
calato nella storia, si scontra con la realtà sociale e
i suoi conflitti, perde la spon taneità dei rapporti primordiali.
Tra i racconti è Taras Bul'ba: siamo nell'Ucraina
del XV secolo devastata da tartari e turchi, signoreggiata dai
polacchi. I seminomadi cosacchi hanno dato vita alle orde guerriere
degli Zaporoghi. Uno dei capi è il bellicoso Taras Bul'ba
che insieme ai figli Ostap e Andrea guida con altri cosacchi l'assedio
alla città di Dubno, per rappresaglia dopo recenti saccheggi
polacchi. Sotto Dubno, Ostap è catturato e deportato a
Varsavia: al suo orribile supplizio assiste non visto il padre,
che giura vendetta: riesce a sollevare tutti i cosacchi, e semina
la strage fino a Cracovia. Lo ferma il generale Potocki che lo
condanna al rogo. Tra gli altri personaggi del racconto, quello
del riflessivo comandante cosacco Kirdjaga.
"Arabeschi" riunisce saggi critici e tre racconti: La prospettiva
Nevskij, Diario di un pazzo, e la prima redazione
de Il ritratto. Essi saranno poi riuniti dopo la morte
di Gogol' sotto il titolo comune di 'racconti di Pietroburgo'.
Gogol' arriva alla radice vera del male, della corruzione, dell'infelicità
umana. E' la città con la sua ambiguità , le sue
apparenze pompose e le sue realtà disperate. I piccoli
impiegati pietroburghesi si scontrano con una macchina spietata
che li stritola: la burocrazia, il grado, a cui tutto viene sacrificato
e da cui tutto dipende: felici tà, salute, ricchezza. L'unico
modo per sottrarsi a questo scontro intollerabile è la
morte ("Il ritratto") o la follia ("Diario di un pazzo"): solo
così si può rivendicare il proprio diritto di esseri
umani.
Oltre ai tre racconti di "Arabeschi", fanno parte
dei 'racconti di Pietroburgo' Il naso e Il calesse,
usciti nel 1836 sulla rivista ĞIl Contemporaneoğ (diretto da Puskin).
E Il cappotto, pubblicato per la prima volta nel 1842
(nel terzo volume delle opere).
"Il naso" è la storia dell'assessore collegiale Kovalev
che una mattina si sveglia senza naso. Esce imbacuccato e vergognoso
per la sua solita passeggiata, incontra il proprio Naso in alta
uniforme da consigliere di stato, che con alterigia lo respinge
e si allontana. Dopo molti tentativi di rintracciarlo, e molte
congetture sull'autore del singolare furto, un gendarme riporta
a Kovalev il Naso, acciuffato mentre tentava di espatriare. Un
medico cerca invano di riappiccicare il Naso al suo posto. Il
pro blema è risolto dal Naso stesso che spontaneamente
ritorna sulla faccia di Kovalev. Il racconto è pieno di
macchiette: tra queste, il barbiere Ivan Jakovlevic che trova
il Naso in un panino all'inizio del racconto.
"Il cappotto", scritto da Gogol' nel 1837, è la storia
di Akakij Akakievic Basmackin, uomo mite e solitario, bersaglio
favorito dei colleghi d'ufficio, che lavora alla copiatura delle
lettere in una divisione ministeriale. E' tanto povero che deve
affrontare un anno di privazioni prima che il sarto Petrovic gli
possa fare un bel cappotto nuovo. La felicità di sfoggiarlo
dura un solo giorno: viene assalito per strada la sera stessa
e derubato del cappotto. La polizia lo accoglie male, il 'pezzo
grosso' cui si rivolge perché si interessi al suo caso
lo scaccia, una colletta tra i colleghi va a vuoto. Akakij muore
dopo pochi giorni di disperazione e di freddo. Ma il suo fantasma,
che ha acquistato l'aggressività che gli era mancata in
vita, comincia a vagare per le vie di Pietroburgo strappando i
cappotti ai passanti (compreso al 'pezzo grosso').
3) Opere: le commedie
Nel 1836 andò in scena a Pietroburgo
L'ispettore. Scritta in pochi mesi, fu la prima commedia che
Gogol' portò a termine. Siamo in una città di provincia.
Il podestà Skvoznik-Dmuchanovskij è informato del
prossimo arrivo di un ispettore del governo, probabilmente in
incognito. I corrotti notabili del paese, il giudice Ljapkin-Tjapkin,
il direttore scolastico Chlopov, Zemljanika sovrintendente alle
opere pie ecc., scambiano per il misterioso ispettore un giovane
impiegato pietroburghese, Chlestakov, di passaggio in città.
Chlestakov è invitato a casa del podestà, soffocato
di omaggi, allettato da offerte di denaro prima timide e poi sfacciate.
Capisce l'equivoco, aiutato dal servo Osip che, nelle situazioni
pratiche è più astuto del padrone, e sfrutta più
che può la situazione. Parte proprio prima che l'uf ficiale
postale apra, per inveterata abitudine, una sua lettera, scoprendo
l'inganno. Intanto, viene annunciato l'arrivo del vero ispettore.
Nel 1833 aveva cominciato Vladimir di 3° grado, rimasta
incompiuta e trasformata in una serie di atti unici: Il mattino
di un uomo d'affari, Il processo, La stanza dei
servitori, Frammento (vedi edizione delle opere del
1842).
Del 1833 è l'abbozzo di commedia I fidanzati, che
più tardi rielaborò con il titolo di Il matrimonio.
Essa uscì insieme alla commedia breve I giocatori
nel 1842.
Il teatro gogoliano riprende il discorso dei racconti pietroburghesi.
Non è l'uomo a essere malvagio ma la società che
lo rende così . Non è Chlestakov a spacciarsi per
ispettore ma la corrotta burocrazia della piccola provincia russa
a imporgli quel ruolo. Alla fine c'è sempre il rovesciamento:
arriva il vero ispettore, fugge il fidanzato ne "Il matrimonio",
si scopre l'inganno dei bari ne "I giocatori". Una specie di moralità
che porta alla punizione dei colpevoli, o per lo meno allo smascheramento
dell'inganno. Attraverso il riso Gogol' vuole indicare ai contemporanei
una strada per modificare, rimuovere, correggere l'ingiustizia
il sopruso la violenza che domina l'esistenza.
4) "Le anime morte"
In viaggio per l'europa iniziò a scrivere
Le anime morte, su cui scrisse soprattutto durante il soggiorno
romano. L'idea era quella di comporre un poema in tre canti, di
tipo alighieriano: la prima parte avrebbe dovuto rappresentare
l'inferno, cioè la situazione contemporanea di violenza
e corruzione; poi un purgatorio (rimasto incompiuto e distrutto
dall'autore) e un ipotetico paradiso dove si sarebbero messi in
luce gli aspetti positivi della Russia. Il primo volume uscì
nel 1842, suscitando l'entu siasmo della critica e del pubblico.
La storia è quella di Pavel Ivanovic Cicikov che viaggia
attraverso la Russia comprando a poco prezzo le Ğanime morteğ,
cioè i nomi dei contadini (Ğanimeğ nella russia zarista)
morti dopo l'ultimo censimento e sui quali i proprietari erano
tenuti a pagare la tassa governativa fino al censimento successivo.
Il suo piano è quello di servirsi di quelle Ğanimeğ vive
solo per legge, per ottenere le assegnazioni di terre concesse
a chi dimostrava di possedere un certo numero di servi della gleba.
Il romanzo è un vasto affresco della Russia rurale e provinciale:
proprietari, case, locande, cocchieri, contadini, notabili di
provincia. Spiccano tra i molti personaggi i proprietari con cui
Cicikov tratta: lo sdolcinato pigro e distratto Manilov, la vecchia
avida e calcolatrice Korobocka, l'invadente beone e mitomane Nozdriov
che è l'unico che intravede la truffa e non gli vende le
Ğanime morteğ, Sobakevic uomo alla buona ma accorto negli affari,
l'avarissimo Pliuskin. Cicikov riesce a passare a un certo punto
per milionario nella piccola città dove dimora, viene adulato,
vezzeggiato, ogni porta gli è aperta. lentamente affiora
la verità e Cicikov si affretta a partire.
Della seconda parte rimangono solo frammenti, in cui meno fosco
è il quadro dei difetti e dei vizi russi.
Il filo conduttore di tutto il romanzo, come
di tutta l'opera gogoliana, è l'ossessione, l'orrore per
la forza demoniaca del denaro, capace di far fare qualsiasi cosa
agli uomini. I personaggi sembrano non avere speranza di salvezza
e neppure di aiuto. La loro cristallizzazione è compiuta.
Ne deriva il giudizio d'insieme sulla società russa del
tempo, che diventa simbolo della società umana: tutto concorre
a impedire lo sviluppo delle autentiche qualità dell'uomo,
tutto determina e accelera il processo di degenerazione spirituale
cui l'uomo è già per sua natura predisposto. Tutta
l'opera è accompagnata da un motivo costante, già
presente con forza lirica nelle "Veglie": la descrizione precisa,
lucida, ma anche commosso e esaltata, della terra russa: senza
un nome di città o di villaggio, una specie di sconfinato
rifugio dalle meschinità e dalle miserie degli uomini.
5) Ultime opere
Pochi mesi dopo il primo volume de "Le anime morte",
Gogol' fece uscire i quattro volumi delle Opere (1842).
Nonostante il consenso di lettori e critici, la sua salute psichica
e fisica erano ormai compromesse. Cercò di riprendere il
lavoro sul secondo volume de "Le anime morte", angosciato dal
bisogno di trasfor mare il proprio lavoro di scrittore in missione
redentrice, capace di risvegliare le forze spirituali del lettore.
Insoddisfatto di quanto scritto, nel 1845 bruciò il manoscritto
del secondo volume.
Pubblicò Brani scelti della corrispondenza con gli
amici (1846): raccolta di pensieri, osservazioni e massime
letterarie, piene di moralismo sermoneggiante e con la preoccupazione
ossessionante di agire in senso edificante sul lettore. La reazione
della critica radicale, che fino ad allora aveva visto in lui
il più coraggioso esponente della letteratura non allineata,
fu violenta: Belinskij scrisse una famosa lettera aperta dove
denunciò l'involuzione dello scrittore e la sua assunzione
di posizioni filo-ortodosse e filo-zariste.
6) Realismo e visione
Contemporaneo di Puskin , Lermontov, Griboedov,
quelli che oggi sono considerati (con Gogol') come i maggiori
scrittori russi della prima metà del XIX secolo, Gogol'
seppe conquistarsi un posto del tutto autonomo nella letteratura
russa. Ebbe un influsso determinante nella formazione di tutta
la generazione di prosatori della seconda metà del XIX
secolo. A Gogol' si ricollegarono gli scrittori della "scuola
naturale" (come la definì *V.G. Belinskij , attribuendone
la fondazione proprio a Gogol') e del realismo successivo, mentre
gli aspetti visionari e arealistici non ebbero conseguenze. A
questi elementi si ricollegarono invece agli inizi del novecento
A.M. Remizov e A. Belyj .
Sullo stile di Gogol' esiste una vastissima bibliografia, con
contributi spesso di eccezionale valore (*Mandel'stam 1904, *Vinogradov
1926, *Belyj 1934 ecc.). Gogol' è assolutamente originale
nella descrizione realistica: da una congerie di particolari affastellati
e apparentemente neutri, ne balzano fuori alcuni ingigantiti,
deformati, che gettano sul brano una luce grottesca inattesa.
Gogol' usa neologismi, una ricchissima aggettivazione, usa frequentemente
ucrainismi, mescola vari strati linguistici, iperboli, ripetizioni,
fa germogliare immagine da immagine: i suoi procedimenti retorici
sono scomponibili, ma la loro fusione nella narrazione porta a
qualcosa di nuovo, originale, inedito.
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