Georg
Büchner
Georg Büchner
Nacque a Goddelau [Darmstadt] nel 1813, nel
granducato d'Assia, figlio di un medico già al servizio
dell'esercito napoleonico e poi consigliere sanitario del governo
locale, e dalla figlia di un consigliere di corte. Il padre voleva
per il figlio una educazione francese. Georg studiò così
medicina a Strassburg (1831-1833). Furono due anni felici, in
cui amò riamato l'intelligente Minna Jaegle , ed entrò
a fare parte della 'Socié té des droits de l'homme'
, una associazione di ascendenza ro- besperriana e babeuvista,
probabilmente controllata da Buonarroti. Costretto a rientrare
in Germania per concludere legalmente gli studi, abitò
nella cittadina universitaria di Giessen, dove conobbe la miseria
atroce delle classi popolari. Decise di dedicarsi all'organizzazione
di una rivolta antifeudale e antiborghese. Nel 1834 fondò
a Giessen una 'Associazione per i diritti dell'uomo' e redasse
l'opuscolo clandestino Il messaggero dell'Assia. Un suo collaboratore,
il pastore F.L. Weidig fu arrestato, e si suiciderà dopo
tre anni di carcere preventivo. Büchner fuggì a Darmstadt.
Nascosto nella casa paterna scrisse nei primi mesi del 1835 la
tragedia La morte di Danton cercando di trarne denaro per poter
lasciare la Germania.
Nel marzo 1835 tornò a Strassburg, dove ritrova Minna Jaegle
, la fidanzata. Diventa membro corrispondente della 'Socié
té d'histoire naturelle' , con una comunicazione sul sistema
nervoso del barbo, un pesce d'acqua dolce. Ricevette la laurea
e la docenza in ana- tomia comparata presso l'Università
di Zurigo. Qui lesse una notevole profusione Sui nervi del
cranio. Georg morì a ventiquattro anni, a Zurigo nel
1837, di tifo.
Ad esclusione delle due memorie scientifiche
e delle lettere, gli scritti di Büchner non superano le duecento
pagine. Altre pagine, tra cui forse un dramma su Pietro Aretino,
pare sono state distrutte subito dopo la sua morte da Minna Jaegle,
per scrupoli morali.
Il racconto Lenz ha per tema la discesa nella follia dell'omonimo
drammaturgo dello sturm-und-drang . Esso si basa sul diario di
Oberlin, parroco di Waldnach e medico (1778): sono l'interpretazione
di una situazione schizofrenica incipiente e il documento del
crollo di ogni residuo religioso o teistico. Tesa tra l'accento
del referto naturalistico e la furia visionaria, la prosa di "Lenz"
è straordinariamente attuale.
Stessa veemenza e tensione di elementi irriconciliabili è
nella tragedia in tre atti La morte di Danton (Dantons
Tod, 1835). Büchner descrive, attraverso rapide scene, i
giorni che precedono l'esecuzione di Georges Danton. Nel periodo
del terrore, Danton è l'aristocratico liberale che invita
alla clemenza, rappresenta la sete di vivere, la verità
delle cose. Si contrappone a Robespierre, al suo dottrinarismo,
alla sua esaltazione della virtù che va imposta anche attraverso
il terrore. Danton si ritiene intoccabile, non riesce a credere
che Robespierre possa osare ucciderlo. Nonostante gli avvertimenti,
quasi per aristocratico disgusto e per stanchezza esistenziale,
non agisce in tempo. E' arrestato nottetempo su decreto del Comitato
di Salute pubblica, insieme a Camille Desmoulins e ad altri tre
membri della Convenzione Nazionale, accusati tutti di alto tradimento,
e giustiziati. Sua moglie Julie si uccide con una fiala di veleno.
La moglie di Desmoulins, Lucile, si fa arrestare, a esecuzione
avvenuta, sugli scalini della ghigliottina, gridando «Viva il
re».
Racconti paterni e letture sulla rivoluzione francese sono all'origine
dell'intento di Büchner di trasmettere il senso tragico della
storia contemporanea. Frammenti autentici dei discorsi e degli
scritti dei maggiori rivoluzionari entrano nelle sue sce ne concitate.
Danton e Robespierre, legati da amicizia e da ostilità,
vivono sulla scena le giornate che vanno dalla caduta di Hé
bert a quella di Danton. Büchner parteggia politicamente
per Robespierre e soprattutto per Saint-Just, ma anche con una
fosca identificazione con Danton. Supremo giudice, di superiore
materialismo e cinismo, è il popolo sanculotto. Simbolo
dell'infrangersi dell'individuo contro la storia è il canto
demente di Lucilla Desmoulins sotto la ghigliottina.
Leonce e Lena (Leonce und Lena) è una commedia,
in apparenza una fiaba: il principe ozioso e triste finisce per
sposare la principessa, sullo sfondo di una corte dell'età
rococò. Tutto ha la vivacità marionettistica di
una farsa, tuttavia esiste un insistito ricorrere di evocazioni
lugubri (l'occhio da anatomista che Gutzkow aveva riconosciuto
all'amico Büchner), e per la sarcastica presenza di Valerio,
personaggio a metà strada tra Arlecchino e Figaro.
Tragedia, o meglio ballata tragica, è Woyzech (1836)
pubblicato nel 1879, in 25 scene. La forma incompiuta e frammentaria,
con i suoi tre diversi finali proposti dai manoscritti, è
inseparabile dall'essenza del linguaggio poetico di Büchner.
La tragedia è ispirata a un episodio di cronaca di dieci
anni prima, il barbie re J.Ch. Woyzech decapitato a Lipsia per
l'assassinio di una vedova. Nella tragedia di Büchner, Franz
Woyzech è un soldato buono e ingenuo, che convive da anni
con Maria, da cui ha avuto un bambino. Maria lo tradisce con tutti,
e in particolare con il caporal maggiore. Woyzech lo sa, ma tace
e soffre in silenzio. A causa degli scherzi del suo capitano,
i soprusi del medico che si serve di lui per i suoi esperimenti,
le beffe dei compagni, trova la forza di reagire. Prima si isola,
poi medita l'uccisione di Maria. Durante una passeggiata sulla
riva di uno stagno uccide la donna con una coltellata. Si rifugia
in un postribolo, dove però viene notato a causa del braccio
macchiato di sangue. Fugge di nuovo. Ossessionato dal delitto,
torna allo stagno. Mentre cerca inutilmente di lavarsi la macchia
di sangue, annega. Al figlio, che gioca sulla piazza con altri
fanciulli, è detto della morte della madre. Il bambino
non capisce e continua tutto solo a giocare. "Woyzech", con la
vicenda basata sul patetico, la gelosia, la sensualità,
la violenza sanguinaria, anticipa il naturalismo della seconda
metà del secolo. Vi è la contrapposizione del mondo
dei miseri, alienati alla morale delle classi dirigenti militari-feudali,
della quale la borghesia si fa mediatrice, attraverso il crudele
medico sperimentatore che affama Woyzech in nome della "scienza".
Ancora, è la lacerazione dell'uomo, che non solo inverte
i valori ma tutto divide e spezza, con i simboli della mannaia,
del rasoio, del coltello, della putrefazione, dell'afasia.
Oggi Büchner è considerato tra
i maggiori scrittori del XIX secolo tedesco. Ed è parte
integrante di questo giudizio la sua intensa passione politica,
la sua rivolta radicale che individua il nemico, al di là
della restaurazione e delle ideologie romantico- feudali, nella
borghesia liberale.
Dalla drammatica tagliente prosa del Messaggero dell'Assia
(Der hessische Landbote, 1834) scaturisce una prospettiva anarco-comunista
agraria che rese Büchner inaccettabile ai tedeschi benpensanti
fino alla metà del XX secolo. La violenza protestataria
del secolo precedente rivive in Büchner, che influirà
poi su Wedekind , sull'espressionismo fino a Brecht .
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