L'europa
tra il 1850 e il 1890
Introduzione: L'europa tra il 1850 e il 1890
Nella seconda parte del XIX secolo, si avvertono i sintomi
e gli effetti da una parte dell'estenuamento dell'esperienza romanticistica,
dall'altra, sempre più forte, la volontà di superare
quell'esperienza o quelle degenerazioni. In Europa si comincia
a delineare, soprattutto dopo gli scossoni apportati dal romanticismo,
il quadro dei "generi" letterari così come li conosciamo
tutt'ora. Innanzitutto con la demarcazione tra un genere letterario
in prosa e uno in versi, contraddistinguenti in generale un tipo
di esigenza sia da parte degli autori che da parte del pubblico,
diversi. Con il verso in generale (non sempre) si intendono esprimere
istanze liriche, individuali; con la prosa (romanzo) istanze collettive,
persino sociali. Nella divisione tra intellettuale e società
di massa, che comincia a essere chiaro nelle dichiarazioni di
"poetica" dei singoli intellettuali i generi letterari tendono
a riflettere questa ideologia implicita tra i letterati. Il libro,
come oggetto di comunicazione "alto", ha ormai in Europa il predominio;
a esso si affiancano l'opera di riviste e "fogli" di varia periodicità,
che diffondono le informazioni e la comunicazione in ampie fasce
sociali che l'alfabetizzazione crescente rende sempre più
fruibile da parte della popolazione anche se occorre non dimenticare
come i livelli di analfabetizzazione rimangono fino al primo novecento
sopra la soglia dell'80%. E tuttavia rispetto alla situazione
precedente ora la fascia di alfabetizzati è certamente
maggiore che in passato e ciò significa che c'è
un maggior numero di lettori ma anche un maggior numero di aspiranti
intellettuali; fino al primo novecento però non a caso
la maggior parte degli intellettuali apparterrà ancora
soprattutto alle classi aristocratiche e altoborghesi. La demarcazione
tra prosa e verso non satura tutti i generi letterari, ma serve
a dare una prima classificazione alla produzione libresca letteraria.
Oltre alla comunicazione tramite scrittura (su periodici, o tramite
libro), si assesta la produzione letteraria che esige altri mezzi
comunicativi. Innanzitutto il teatro e, alla fine dell'ottocento,
il cinema; e il canto, l'accompagnamento di testi lirici con musica
(generalmente in forme melodiche). Tra teatro e canto possono
avvenire commistioni, e il melodramma è uno dei risultati
cui si perviene, con una sua importanza anche sociale nell'ottocento.
La diffusione dell'industrialismo in europa ha una serie di conseguenze
culturali e sociali di primo piano. Innanzitutto il colonialismo,
che rende possibile il benessere di una parte della popolazione
europea (per ora ristretta alle classi al potere) e il rifornimento
di materie prime alle industrie; quindi la necessità di
un miglioramento del sistema di trasporto interno e internazionale;
quindi il puntare sull'innovazione tecnologica e dunque su una
cultura tecnico-scientifica. Meccanica e termodinamica conoscono
i maggiori risultati teorici e pratici.
Il successo del modello inglese porta alla competizione tra gli
stati europei, il tentativo di imitare quel modello. Là
dove sono più forti le tendenze conservatrici (le classi
oligarchiche nobiliari e feudali), il bisogno di rinnovamento
si radicalizza. Il nazionalismo rimane un problema aperto all'interno
delle compagini dell'Impero centrale asburgico, mentre in Russia
l'espansione verso la Siberia e il Caucaso riesce a liberare una
parte delle tensioni interne all'impero zarista, nonostante che
i problemi dati dal feudalesimo siano lasciati irrisolti. Negli
Stati Uniti nordamericani la guerra civile tra il nord industrialista
e il sud basato sulla grande proprietà terriera vede la
vittoria del nord.
All'interno delle società industrializzate si apre la questione
sociale, data dalla massa di popolazione costretta a uno sfruttamento
disumano della forza-lavoro. Le possibilità della tecnica
e la modellistica illuministica si scontrano con la realtà.
Il sistema di produzione industriale del resto, basato sul consumatore
borghese, ha bisogno del resto di una espansione dei consumatori.
La borghesia, più a contatto con la realtà della
situazione delle classi proletarie, avvia un processo di critica
radicale della società, che ha il suo nodo più noto
in Marx e nel socialismo. La fotografia non è un caso in
questo contesto: riproducibilità tecnica propria della
società industriale, e bisogno di vedere e diffondere la
capacità di vedere, di rendersi conto realisticamente,
oggettivamente, della realtà, sono parte essenziale di
questo processo (complesso e contraddittorio).
Negli anni '80 del secolo il realismo oggettivista e questione
sociale giungono al massimo delle possibilità. La borghesia,
ormai più saldamente al potere ha ora paura delle conseguenze:
si ha un ripiegamento verso il soggettivismo. L'anarchismo terroristico
ha la funzione di compattare la borghesia nella difesa dell'ordine
e della (propria) sicurezza. All'ottimismo progressista francese
un colpo è dato dalla sconfitta militare subita a opera
della Germania.
[1997]
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