Narrativa 
              e cronaca nel XIV secolo 
            
             
             
               
                
                   Narrativa e cronaca nel XIV secolo
                
                Produzione narrativa toscana
                 Giovanni Boccaccio 
                 (1313/1375) si rivolge a un pubblico 
                cittadino, fatto anche di mercanti oltre che di nobili di origine 
                feudale. Soprattutto, nel Decameron borghesi sono protagonisti 
                delle sue novelle. E' un mondo variopinto e diversificato quello 
                che egli sa trasmettere, la sua lingua toscana sa cogliere tutti 
                gli umori e i salti sociali, con effetti comici, patetici, grotteschi, 
                fiabeschi ecc. 
                Boccaccio è tra i maggiori narratori del tempo, tale da 
                influenzare non solo la produzione narrativa centro-settentrionale 
                italica ma anche la produzione europea successiva. 
                La produzione postboccacciana italica nel campo della novellistica 
                non riesce a ripetere raccolte dello stesso livello di quello 
                raggiunto da Boccaccio. Interessanti le novelle di  
                Franco Sacchetti  (1332/1400); il resto della produzione novellistica 
                tenta di imitare Boccaccio usandone la struttura "a cornice". 
                 
                 
                Cronachistica e memorialistica
                Molto abbondante la produzione di cronache, 
                libri di ricordi, di meditazione morale, testimonianza di un periodo 
                estremamente convulso e in rapida evoluzione. Ovviamente si tratta 
                tutte di opere che appartengono alla cultura dell'epoca, che danno 
                testimonianza di essa, non sono opere di fiction.  
                La migliore è la  Cronaca (Cronica) anonima in lingua 
                romanesca. Sono 28 capitoli di un'opera giuntaci mutila e pubblicata 
                solo nel 1740 (da L.A. Muratori) con il titolo inesatto di "Frammenti 
                di storia romana" (Fragmenta romanae historiae). L'edizione critica, 
                con il titolo originale, è stata edita nel 1979. L'opera 
                fu composta nel 1357-8 da un anonimo romano certamente non incolto 
                (sappiamo che fu studente di medicina a Bologna nel 1338-9). Si 
                narrano le vicende riferentesi al 1325-1357 con occhio anche europeo 
                ma con particolare attenzione per la situazione di Roma, abbandonata 
                dai pontefici trasferitisi a Avignone, insidiata dalle contese 
                tra le maggiori famiglie baronali. Parte di primo piano ha la 
                torbida vicenda di Cola di Rienzo cui sono dedicati i capitoli 
                18-27. E' la parte più efficace della narrazione tanto 
                che dal XVI secolo in poi questa parte venne pubblicata a parte 
                ("Vita di Cola di Rienzo"), anche per la qualità di documento 
                linguistico che il testo possiede.  
                 
                 In Toscana le cronache di  
                Dino Compagni ,  Giovanni Villani , 
                 Giovanni Morelli , Paolo da Certaldo. 
                Con le cronache di Compagni e di Villani compare per la prima 
                volta all'interno del genere in toscano la volontà di analizzare 
                e interpretare criticamente i fatti.  
                 
                Contesto storico 
              
                [1996]
              
              
             
            
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