La
sequentia
La sequentia
La sequenza è un genere di componimento
melico, di origine religiosa. Presenta simmetria binaria di serie
sillabiche, determinata dal canto, e sciolta da rapporti con la
versificazione tradizionale sia quantitativa che accentuativa,
per cui l'antica denominazione di "prose". Il termine ebbe dapprima
senso puramente musicale, designando la ricca ornamentazione melismatica
("jubilus") sviluppata sull'ultima vocale dell'"alleluia" che
si cantava a conclusione del "graduale" (interposto nella liturgia
della messa tra le due letture dell'Epistola e del Vangelo). Si
estese poi in ambito letterario quando prese piede, come espediente
mnemotecnico, l'idea di sostituire ai vocalizzi un supporto verbale
di senso coerente con l'occasione festiva.
Dopo il mille+ la tendenza a modellare le articolazioni in figure
di regolari versi ritmici e a svolgere il parallelismo in periodi
strofici via via più ampi e complessi finì con l'avvicinare
la forma della sequenza a quella della lirica innodica.
Una fase di transizione è data da Wipone (prima metà
XI secolo+). Del nuovo tipo di sequenza il maggior autore fu Adam
de Saint-Victor (XII secolo).
La proliferazione della sequenza fu larghissima. Se ne conoscono
oltre 5 mila: per ogni festa ogni chiesa aveva le sue. Il genere
ebbe un arresto nel XVI secolo + quando Pius V fece una riforma
liturgica e ridusse il numero delle sequenze conservate nel messale
a cinque:
- "Victamae paschali laudes" di Wipone,
per l'ottava di pasqua;
- "Veni sancte Spiritus" attribuita a
Stefanus da Langton, per la pentecoste;
- "Lauda Sion Salvatorem" di Tommaso
da Aquino, per il Corpus Domini;
- "Stabat Mater" di Iacopone da Todi,
per l'Addolorata;
- "Dies irae" attribuita a Tommaso da
Celano, per la messa dei defunti.
E' una sequenza il più antico testo
poetico francese, la "Sequenza di sant'Eulalia", attribuita a
Hucbald da Saint-Amand (c.878+).
La forma della sequenza fu ricalcata anche da canti profani: esempi
sono già nei "Carmina Cantabrigiensia" (secolo XI+). E
ha contribuito a trasmettere alla versificazione nelle lingue
europee il rigore dell'isosillabismo e il gusto della costruzione
strofica. Lo strofismo dei primi trovatori segue modelli sequenziali.
Ripetono la struttura sequenziale i lais francesi e i leiche tedeschi.
Attraverso la tradizione di un tipo di sequenza avvenne, secondo
alcuni, il passaggio dalla cosiddetta "strofe zagialesca" (aaax,
bbbx ecc.) alla lauda italiana.
Contesto storico
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