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Regioni slave nel XII secolo

Ungheria

In Ungheria, dove le popolazioni erano state convertite al cristianesimo nel 1001, la lingua ufficiale è il latino ecclesiastico. Prima comparsa del volgare ungherese si ha con il Discorso funebre, in 25 versi, risalente all'inizio di questo secolo. L'ungherese rimane però confinato per secoli ai margini.


Il Principato di Kijev

Nel principato di Kijev è la produzione letteraria paleoslava, basata essenzialmente sulla tradizione bizantina. Accanto alla copiosa produzione di testi liturgici si sviluppa il genere agiografico e la cronachistica.
Le cronache bizantine, presto tradotte, fanno da modello autorevole, anche se maggiore attenzione è prestata agli aspetti leggendari e favolosi: sulla letopis (la trattazione rigidamente annalistica) prevalse la forma della povest' (il racconto, la narrazione), con tratti epici. Prevalgono le produzioni anonime.
Monumento di questa scrittura "collettiva" sono le Cronache kijeviane, un imponente corpus annalistico elaborato nel corso di un secolo nel monastero kijeviano delle Grotte, che nel 1113 il monaco Nestor ampliò, rielaborò e corresse dandogli il nome di Cronache degli anni passati. Vi premise anche una introduzione generale, che avvicina l'opera alla trattatistica storica euroccidentale cristiana. La "Cronaca" si apre con la spartizione del mondo tra i figli di Noè, per inserire subito il racconto delle vicende delli "anni passati" delle terre russe, fino agli avvenimenti contemporanei a Nestor. Il testo riassume le caratteristiche religiose della produzione antico-russa. Nella narrazione, scandita unicamente dall'ordine cronologico, confluiscono anche elementi di origine diversa: trattazioni geografiche, brani di racconti epici che riflettono uno spirito pre-cristiano, documenti diplomatici, dialoghi diretti, leggende di santi, racconti d'ambiente claustrale, racconti di battaglia che preannunciano i toni del poema cavalleresco. Quella di Nestor è il più antico e originale prodotto di una tradizione che giungerà fino in epoca moscovita. Il corpus nestoriano stesso subì altre due redazioni, e venne in seguito inserito in successive compilazioni cronografiche. La tradizione cronachistica kijeviana è il ramo più prestigioso e antico della vasta tradizione annalistica sviluppatasai anche a Novgorod, Mosca, Suzdal' ecc. In questo quadro la "Cronaca" nestoriana spicca per la sua organicità espressiva che assimila, inserendoli nella trama grammaticale slavo-ecclesiastica, stimoli stilistici diversi: elementi linguistici locali, spunti della tradizione orale, echi della cronachistica greca.
Nestor scrisse anche due componimenti agiografici: la "Lettura su Boris e Gleb" e la "Vita di Feodosij".
Ci è giunto inoltre, in vari manoscritti, il racconto di un viaggio che l'igumeno (priore) Daniil compì in Palestina tra il 1106 e il 1107. La narrazione di Daniil, osservatore meticoloso delle usanze straniere, inaugura un vero e proprio genere, quello della letteratura di pellegrinaggio.
A Vladimir II Monomaco (1053\1125) principe di Kijev (nel 1113-1125) si deve un Insegnamento, una specie di testamento spirituale che rivela un atteggiamento di patriottismo religioso che già è presente in Ilarion e, nell'ultima parte, offre il primo esempio di letteratura autobiografica.
Nel XII secolo, su una già fiorente tradizione retorica ispirata da modelli bizantini, si inserisce lo stile ornato e sottile dell'oratore Kirill di Turov (1130\1187).
La cosa più importante che proviene da queste regioni è però il Il canto della schiera di Igor.

Contesto

Il XII secolo
Nuova vita per la Città Nuova: Novgorod tra XI e XIII secolo / di Aldo C. Marturano.


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