Chrétien
de Troyes
Chrétien de Troyes
Chrétien (Khristianus) fu attivo tra
il 1160 e il 1190. Della sua vita non sappiamo molto, solo ciò
che si ricava dalle sue opere. Originario della Champagne, come
attestano i tratti regionali della lingua da lui usata, svolse
la maggior parte della sua attività alla corte comitale
di Troyes. Da ultimo si legò a Filippo d'Alsazia conte
di Fiandra, cui dedicò il "Perceval". Si sono fatte varie
ipotesi sulla sua posizione di corte: giurista, araldo d'armi.
Dalle qualità della sua cultura si può dedurre che
doveva aver compiuto gli studi del trivio e del quadrivio.
E' il maggior poeta europeo prima di Alighieri.
Con una certa sicurezza sono sue due canzoni amorose alla maniera
dei trovadori, e cinque romanzi cavallereschi di materia bretone.
Essi sono, in ordine di composizione: Erec e Enide (Erec
et Enide), Cligès, Lancelot o Il cavaliere
della carretta (Lancelot ou Le chevalier à la charrette),
Yvain o Il cavaliere del leone (Yvai ou Le chevalier au
lion), Perceval o Il racconto del Graal (Perceval ou Le
conte du Graal).
Due di questi roman non sono stati terminati
da Chrétien. Il "Lancelot" fu da lui stesso affidato per
il compimento a Geoffroy de Lagny. Il "Perceval" fu invece interrotto
dalla morte di Chrétien e continuato da autori diversi.
Nel prologo del "Cligès" sono ricordati altri titoli di
opere precedenti: una versione dell'"Arte di amare" di Ovidius,
tre composizioni narrative, e "La metamorfosi dell'upupa, della
rondine e dell'usignolo" (De la huppe et de l'aronde et du rossignol
la muance) sul mito di Tereo, Progne e Filomela. Di queste opere
ci è pervenuta solo l'ultima, e per di più alterata.
Non si sa se effettivamente di Chrétien è il roman
Guillaume d'Angleterre.
L'arte di Chrétien è molto
matura. Dà alla materia bretone ampiezza, respiro fantastico
e risonanza umana profonda.
"Erec e Enide" hanno per tema la conciliazione tra il perfetto
valore cavalleresco e il perfetto amore, identificato con l'amore
coniugale.
"Cligès" conferma questa concezione anti-trovadoresca,
negando, in esplicita polemica con il "Tristan", che possa considerarsi
perfetto quell'amore in cui cuore e corpo siano divisi.
All'ideologia trobadorica sembra accostarsi
il "Lancelot", dove però il tema dell'amore adultero passa
in secondo piano di fronte al tema della ricerca perseguita con
abnegazione eroica e fervore mistico.
E' un tema che si ritrova in "Perceval", in cui una vocazione
cavalleresca scopre gradualmente il proprio significato spirituale.
Scritto in ottonari a rima baciata, dopo il 1181, è la
storia di Perceval, adolescente semplice e ignaro del mondo, allevato
nella solitudine e nel silenzio della selva dalla madre che, avendo
perduto il marito e i figli maggiori in imprese cavalleresche,
pensa così di tenerlo lontano da ogni pericolo. Un giorno
Perceval incontra alcuni cavalieri che destano l'irresistibile
vocazione alla cavalleria. Lascia la madre e raggiunge la corte
di re Arthur, dove il saggio Gornemant lo inizia alla vita cavalleresca.
Attraverso aspre prove diventa un provetto cavaliere. Decide,
raggiunta la consapevolezza di sé , di raggiungere la madre.
Durante il viaggio giunge al castello del Re Pescatore, ferito
da insanabile ferita. Lì vede apparire la misteriosa processione
della lancia sanguinante e del prezioso Graal, la coppa in cui
venne raccolto il sangue di Jesus Christus, che tutti i cavalieri
della Tavola Rotonda cercano ma che solo Perceval è predestinato,
per la purezza del suo cuore, a trovare. Per troppa discrezione
il giovane cavaliere non osa interrogare il suo ospite sul significato
di questa cerimonia. Il mattino seguente tutto è sparito.
Perceval riprende il viaggio, ma apprende che la madre è
morta di dolore. E' invaso da un nuovo desiderio, quello di rintracciare
il Graal e la lancia insanguinata, e penetrarne il segreto. Un
giorno alla corte di re Arthur un giovane gli rivela il suo involontario
errore: non aver chiesto cosa fosse la processione del Graal quando
ne aveva avuta la rivelazione: il suo silenzio ha impedito al
Re Pescatore di guarire, e ha provocato grandi sventure. Perceval
riprende la ricerca. Un venerdì santo incontra un eremita,
fratello del Re Pescatore. Dopo averlo confessato e assolto, l'eremita
lo avvia a vita di penitenza e preghiera, e gli svela una parte
del mistero: il Graal contiene un'ostia con cui il Re Pescatore
sostenta la propria vita. Qui si interrompe il poema, che narra
poi (continuato da altri) le avventure di Gauvain.
La critica ha parlato per Chrétien
di "romanzi a tesi", e di "romanzi psicologici". La psicologia
è però solo la dimensione sentimentale, e le tesi
sono i riferimenti intellettuali di una fantasia profondamente
umana che si dispiega attraverso le enigmatiche parabole offerte
dalla materie bretone, e investendo i valori più intimi
dello spirito. La sua dinamica interiore è dominata da
un'arte che combina qualità di ritmo narrativo, intensità
di visione lirica e densità di risonanze simboliche.
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