Scheda: 
              distribuzione geografica dei primi scritti nei volgari italici 
            
             
             
               
                
                   Scheda: distribuzione geografica dei primi 
                    scritti nei volgari italici 
                
                Tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo in Italia si moltiplicano 
                gli esempi di componimenti poetici in volgare. Si tratta di sermoni 
                e versi didattici, e soprattutto di "ritmi". Il "ritmo" ricorda 
                per il metro i componimenti epici o agiografi francesi.  
                Da Piemonte provengono esempi di predicazione in volgare, influenzata 
                dal francese; dalla Lombardia i "Proverbi de femene" composti 
                in versi didattici; dal Veneto un ritmo storico a Belluno; da 
                Genova Raimbaut di Vaqueiras troba in dialetto genovese; dalla 
                Sardegna provengono i primi documenti in lingua sarda. Al 1211 
                risale il rpimo documento di un volgare fiorentino, proveniente 
                da un frammento del libro dei conti di una banca. Nel 1215 uno 
                scritto di Buoncompagno da Signa attesta che i mercanti scrivevano 
                in volgare.  
                Dopo il 1225 la diffusione dell'uso dei volgari nella scrittura 
                si fa ancora maggiore. Il volgare si estende agli usi pratici: 
                testamenti, statuti, carteggi. A Bologna gli statuti dell'Arte 
                dei Notai stabiliscono nel 1246 che i notai debbano dare prova 
                di saper leggere in volgare i loro atti. Il volgare è ormai 
                diffuso in ambiente mercantile come pratica normale di scrittura: 
                in Toscana ne deriva un nuovo tipo di scrittura, la mercantesca. 
                Alla metà del XIII secolo il volgare entra nella produzione 
                poetica: 
                
                  - 1) la lingua illustre dei siciliani; 
                  
 - 2) la lingua dei poeti toscani; 
                  
 - 3) la lingua della poesia religiosa umbra; 
                  
 - 4) la lingua della poesia didattica e religiosa dell'Italia 
                    settentrionale; 
                
  
                Verso la fine del secolo si sviluppa la prosa, nell'area bolognese-toscana 
                grazie all'attività dei maestri di retorica volgare (Guido 
                Fava, Guidotto da Bologna, Brunetto Latini). 
                 
                Contesto storico 
              
             
            
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