Pier 
              della Vigna 
            
             
             
               
                
                   Pier della Vigna 
                
                Di Pier della Vigna sappiamo che nacque a 
                Capua nel c.1190 (morì in Toscana nel 1249), fu notaio, 
                studiò retorica e diritto alle scuole di Capua e Bologna, 
                nel c.1220 passò al servizio di Federico II prima come 
                notaio e scrittore della cancelleria imperiale, poi come giudice 
                e logoteta del regno. Fu imprigionato per ragioni ignote dall'imperatore 
                nel febbraio 1249 a Cremona; corse fama che morisse suicida qualche 
                mese dopo, in una città della Toscana (Alighieri lo inserisce 
                tra i suicidi e parla di lui nel canto XIII dell'Inferno) . La 
                sua opera di maggior impegno è l'Epistolario latino, in 
                cui mostra cultura giuridica e raffinata perizia letteraria, applicando 
                gli artifici retorici delle "artes dictandi". Una conoscenza stilistica 
                che è anche la nota stilistica dei suoi versi in volgare 
                giuntici: due canzoni di maniera, e una di argomento amoroso (che 
                però è solo attribuita), un sonetto di corrispondenza 
                con Iacopo da Lentini e Iacopo Mostacci sulla natura dell'amore. 
                 
                 
                Contesto storico 
              
             
            
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