Apuleius:
Gli 11 libri delle metamorfos
Apuleius: Gli 11 libri delle metamorfos
Il mythos di Apuleius reca nei manoscritti
il titolo Gli 11 libri delle metamorfosi (Metamorphoseon
libri XI). Il testo infatti è diviso in 11 parti, ognuno
dei quali è diviso in capitoletti. La tradizione successiva
affianca, accanto a questo titolo, quello di "Asinus aureus" (asino
d'oro). L'editoria corrente preferisce in genere un titolo come
"Le metamorfosi o L'asino d'oro".
E' l'unico romanzo della produzione latina
giuntoci per intero. Filo conduttore è dato dalla vicenda
di Lucius, giovane che si reca in Tessaglia, terra della magia,
ospite di un usuraio, Milon; saputo che la moglie di lui Panfila
è una maga, con la complicità della serva Fotis,
si introduce nella camera della donna e si spalma il corpo con
un unguento che dovrebbe trasformarlo in uccello e che invece,
per un errore della serva Fotis, lo trasforma in asino, pur conservando
intelligenza e sensibilità umane. Per tornare uomo Lucius
dovrebbe mangiare come antidoto petali di rosa. Nella notte stessa
però Lucius è rapito da una banda di malfattori
che ruba nella casa dove era alloggiato e lo usano per trasportare
il bottino. Nella tana dei banditi ascolta la lunga e bellissima
favola di Amor e Psiche, trova una fanciulla rapita con cui tenta
inutilmente di fuggire; liberato grazie al fidanzato di lei, finisce
presso una serie di padroni successivi; l'ultimo si accorge delle
capacità "umane" dell'asino, e le mette a frutto facendolo
diventare un fenomeno da circo. Conosce le attenzioni erotiche
di una matrona; il suo padrone vorrebbe sfruttare le erotiche
qualità asinine di Lucius proponendolo per un atto pubblico
con una donna rea di assassinio. Lucius riesce a liberarsi e a
fuggire. In una radura, sulla spiaggia di Cencree dove si è
addormentato, ha la visione di Iside, che gli spiega come fare
a ritornare uomo: deve recarsi l'indomani alla processione fatta
in suo onore e mangiare le rose che il sacerdote avrà con
sé . Tutto si svolge come ha predetto la dea, Lucius ridiventa
uomo e, riconoscente, si fa iniziare al culto di Iside e Osiride.
Nella trama principale sono inserite un gran
numero di racconti, di vario genere: magico, avventuroso (es.
i racconti delle avventure dei banditi), storie tragiche d'amore,
comicorealistiche, storie di adulteri e storia di donne infami
ecc. Il racconto più ampio è dato dalla storia di
Amore e Psiche (dalla fine del libro IV, fino al libro VI). Si
tratta di racconti che avranno riprese nei secoli successivi (fino
a Boccaccio e oltre) [Boccaccio ne scoprì il manoscritto
a Montecassino. Egli imitò lo stile di Apuleius nelle sue
Epistole e trasse due novelle proprio dalle Metamorfosi, confluite
nel Decameron: vedi Decameron V,10 (da Metamorfosi IX,22-28),
e Decameron VII (da Metam. IX,5-7). Nel XVI secolo Agnolo Firenzuola
fece una traduzione e rielaborazione del testo].
I primi dieci libri hanno una fonte greca
nelle "Metamorfosi" di Lucio da Patre. Non si sa se Apuleius ha
seguito la fonte greca solo nella trama principale o ne abbia
ricavato anche le molte digressioni narrative tragiche ed erotiche.
Proprio la varietà tipologica dei racconti inseriti inserisce
il mythos di Apuleius alla convergenza dei diversi filoni che,
per quanto ne sappiamo, aveva il romanzo ellenistico. Il romanzo
era narrazione di vicende fantastiche in cui si trovavano implicati,
in ambiente generalmente immaginario, personaggi umani (e non
eroici, divini o leggendari); con diversi filoni appunto: erotico-sentimentale,
avventuroso, erotico-realistico (la fabula milesia, chiamata così
perché ebbe come primo autore Aristides da Mileto [fine
II secolo], e perché quei primi racconti erano ambientati
a Mileto). Il mythos di Apuleius è fondamentalmente un
romanzo erotico-realistico ma con grosse presenze sentimentali,
avventurose, mistiche. Apuleius usa la contaminazione non solo
delle situazioni, ma anche linguistica e stilistica: accosta e
fonde termini arcaici con quelli popolari, usa effetti stilistici
nuovi e provenienti dalla retorica e oratoria del suo tempo, ottenendo
una espressività comico-dotta di cui A. a volte si compiace.
L'estrema varietà del suo mythos costituisce
forza e limite dell'opera. La varietà permette al lettore
di non stancarsi, e che l'opera possa essere apprezzata da un
pubblico eterogeneo, sia dotto che popolare e popolaresco.
"E tu, tu che sei un uomo istruito,
come dimostri all'aspetto e alle maniere, credi a questa storia?"
"Per conto mio", risposi "io credo che tutto è possibile,
e in definitiva gli avvenimenti umani han l'esito che ha fissato
il destino. Difatti, non c'è uomo, compreso me e te,
cui non capitino tanti di quei casi straordinari e impossibili,
tali che tu li vai a contare a uno che non sia al corrente,
non sei creduto. Ma io a lui perbacco, ci credo e gli sono molto
grato, perché ci ha saputo distrarre con una storia così
interessante che, senza provar stanchezza o noia, ho superato
una salita assai lunga e faticosa (...)" (Metamorfosi, I,20)
La presenza di un esito mistico, iniziatico,
permette alla vicenda comico- realistica anche nei suoi elementi
scurrili, di sopravvivere alle varie epoche storiche: il cristianesimo
interpreterà tutta la vicenda di Lucius-asino in chiave
allegorico-cristiana (l'uomo che dall'animalità grazie
al divino, alla fede ecc. riesce a tornare uomo, ad "elevarsi"),
facendo seguito a una interpretazione autorizzata dallo stesso
A. (anche se non in chiave "cristiana" ma "isidiaca"). Oggi noi
apprezziamo di più gli elementi comico-realistici che non
quelli mistici-iniziatici, mentre la contaminazione linguistica
non sempre riesce a essere coerente con i personaggi rappresentati.
Si tratta di poca cosa, rispetto alla validità di fondo
dell'opera, alla sua capacità di essere "leggibile" e godibile
anche oggi. Quello che mette in campo Apuleius è un "romanzo
di formazione", attraverso una serie di vicende il personaggio
cresce e matura; subisce una varietà di avventure, di "prove"
che deve superare, sempre animato da uno spirito positivo di curiosità,
di apertura al mondo, la «brama vivissima, in me connaturata,
di conoscere ogni fenomeno raro o meraviglioso» (II,1), che non
lo abbandona mai, neppure nei momenti più duri:
Il pensiero d'esser precipitato in
un abisso senza speranza mi faceva piangere a capo chino. Né
vedevo apparire alcun sollievo a questa vita d'inferno. Solo
la mia naturale curiosità mi procurava un po' di svago:
infatti ognuno faceva e diceva liberamente ciò che gli
passava per il capo, senza preoccuparsi affatto della mia presenza.
(Met. IX,13)
L'opera, risultato di diversi adattamenti,
ha un impianto strutturale rigoroso, carico di rimandi simbolici
all'itinerario spirituale del protagonista- autore. La vicenda
di Lucius ha valore allegorico, rappresenta la caduta e la redenzione
dell'uomo. Prototipo del romanzo autobiografico centrato sulla
formazione morale e intellettuale di un uomo (come ad es. "Wilhelm
Meister" di Goethe).
Indice Apuleius
[1996]
[Up] Inizio pagina | [Send]
Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa
questa pagina | [Email] Mandaci
una email | [Indietro]
Europa: Antenati - la storia della letteratura europea online
-
© Antenati 1984-2006, an open content
project
|
|