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Cinema pre 1917: Arrivano gli americani


Cinema pre 1917: Arrivano gli americani


Nel 1909 nacque negli Stati Uniti la Motion Pictures Patents Company (MPPC), costituita dall'associazione di nove importanti ditte (Edison, Biograph, Vitagraph, Essenay, Selig, Lubim, Calem, dagli importatori francesi Mé liès e Pathé , dal distributore Kleine): si voleva costituire un monopolio che facesse concorrenza ai monopoli europei (in Francia dominava la casa dei fratelli Pathé ), e soprattutto si voleva reagire ai problemi dati dal sistema di noleggio che si era sviluppato fino ad allora: il noleggio era diventato il ramo dove si ottenevano i più alti profitti, a scapito di produttori e esercenti. Si era ormai passati dalla fase dell'esercizio ambulante (1896-1903 negli USA; 1906-1907 in europa) all'esercizio stabile, con la costruzione di grandi sale cinematografiche nelle zone dove vi era una domanda più forte. I noleggiatori erano i proprietari dei brevetti, controllavano il mercato, potevano investire forti capitali nella produzione per accrescere il loro dominio. Le ditte associate nella MPPC misero in comune i loro brevetti, basati sull'invenzione di Edison, e ognuna di esse ottenne una licenza di produzione; firmarono un accordo esclusivo con la Eastman Kodak che li riforniva di pellicola vergine; il controllo si estese anche agli esercenti, con misure di boicottaggio per gli esercenti che tentavano di noleggiare films dagli indipendenti. Con la collegata General Film Company arrivarono a controllare 57 delle 58 case di distribuzione esistenti negli Stati Uniti. La soppressione della concorrenza doveva portare a maggiori profitti; la produzione fu standardizzata (la MCCP fabbricava esclusivamente film di 200-300 metri), furono ridotti al minimo i diritti d'autore (il nome dell'autore o degli interpreti non figurava mai sui titoli per evitare forme di popolarità che ne avrebbero aumentato il potere contrattuale), i programmi furono costituiti secondo schemi fissi e noleggiati agli esercenti secondo tariffe uniformi.
Ciò provocò la reazione di produttori distributori e esercenti indipendenti che puntarono su un aumento della qualità e su una produzione non standardizzata: essi passarono alla produzione di lungometraggi, sull'esempio delle ditte francesi e italiane che tentavano di difendere il proprio mercato differenziandosi dalla produzione americana in questo modo; ciò ebbe effetti sui costi, ma anche sulla struttura artistica delle opere; trasferitisi in massa in un sobborgo di Los Angeles, Hollywood, gli indipendenti per accrescere la popolarità dei loro films incoraggiarono lo star- system, cominciando a rendere noti i nomi degli interpreti. Del 1910 è il lancio della prima star, Mary Pickford, ad opera di C. Laemmle. Divismo e aumento del metraggio provocarono un aumento dei costi; furono costruite sale cinematografiche più grandi e numerose, per raggiungere un pubblico di livello economico maggiore, che affiancarono le sale tradizionalmente dedicate agli strati inferiori della popolazione (le prime sale, dette nickel-odeons): il mercato si stratificò, e i prodotti furono distinti e distribuiti secondo due fasce differenziate (circuito di serie A e B).


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