Cinema
arte totale
Cinema arte totale
Un discorso accessorio, ma interessante è
quello dell'apporto al cinema di professioni facenti parti di altre
arti. E' chiaro che all'inizio il cinema pagò lo scotto della
derivazione di gran parte di interpreti e di autori dal teatro.
All'inizio si cercò di scimmiottare il teatro, anche quello
colto e classico nel tentativo di dare prestigio al cinema: un tentativo
che ben presto fallì . E in ogni caso restano tutta una serie
di pellicole che documentano questa tendenza; oltre che documentare
un tipo di recitazione e di rappresentazione dei testi teatrali
che non ci trovano più interessati (dal punto di vista artistico).
Sempre più poi, e grazie soprattutto a tendenze realistiche,
ci si allontanò dai modi di recitazione tradizionali, alla
ricerca di modi e espressioni più adatte al nuovo mezzo espressivo
e al pubblico (vasto) cui si rivolgeva. Il teatro di vaudeville
da questo punto di vista all'inizio diede il maggior apporto.
Interessante anche il discorso degli apporti di confezione al prodotto
cinematografico, per esempio dal mondo della musica. Tra le cose
più interessanti in questo campo è l'operazione di
Pietro Mascagni, famoso musicante di melodrammi, che musicò
Rapsodia satanica, film che Nino Oxilia trasse dal dannunziano poema
cinematografico di Fausto Maria Martini, confezionato su misura
per l'attrice Lydia Borrelli. Già nel 1902 Mascagni aveva
composto musiche di scena per il dramma di Hall Caine "La città
esterna". La particolarità e l'interesse per questa operazione
sta nel fatto che Mascagni non si limitò a comporre musica,
ma adattò la partitura alle esigenze e al "ritmo" delle scene
del film. Al contrario di ciò che fece Pizzetti con la "Sinfonia
del fuoco" per "Cabiria", e che farà Malipiero con le "Sette
invenzioni" per "Acciaio" di Ruttmann, dove musica e film sono indipendenti
l'uno dall'altro. Mascagni cronometrò la durata delle singole
scene eliminando dalla partitura le melodie non funzionali al film.
Con questa partitura di Mascagni (ritenuta scomparsa fino al 1961)
siamo davanti alla prima colonna sonora scritta per film in Italia,
tra le prime in europa. Il film risulta oggi decisamente inferiore:
la storia di Alba d'Oltrevita (Lydia Borrelli) nel suo castello
d'Illusione, che tristemente invecchia prima del fatale patto con
il demonio: nella prima parte Alba rivive la sua seconda giovinezza
con amori (una coppia di fratelli) peccaminosi e mortali, allo scadere
del ventennio bussa invitabilmente alle porte del castello Satana.
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