Luchino
Visconti
Luchino Visconti
Tra i maggiori innovatori del cinema italiano. Nato a Milano il
2 novembre 1906, discendente della famiglia che aveva per secoli
retto la Signoria di Milano, figlio del duca Giuseppe e di donna
Carla Erba appartenente a una nota famiglia di industriali farmaceutici.
Fin da ragazzo comincia a amare il teatro, divertendosi a allestire
piccoli spettacoli con gli amici. Poi, la scoperta del cinema.
Nel 1972 è colpito da una paralisi alla gamba e al braccio.
Morì il 17 marzo 1976 dopo una breve agonia sopravvenuta
a collasso circolatorio, nella sua casa di via Fleming a Roma.
Il suo primo film è Ossessione (1942): qui la lezione
di Jean Renoir ("Toni", "Partie de campagne", "La bete humaine")
di cui era stato assistente si sente nella scelta del paesaggio,
nell'approfondimento realistico, nelle vibrazioni di attualità.
Il film, interpretato da Massimo Girotti e Clara Calamai, fu giudicato
all'epoca scandaloso. Era tratto dal romanzo "Il postino suona sempre
due volte" di Cain.
La terra trema (1948), ispirato ai "Malavoglia" di Giovanni
Verga, ha per protagonisti una famiglia di pescatori di Acitrezza
che vive tra difficoltà e contrasti di lavoro, necessità
di vita, tenaci sforzi per raggiungere un minimo di dignità:
è un impatto con la realtà di tipo documentarista.
Alla qualità delle immagini, di alta e solenne resa formale,
contribuisce l'apporto eccezionale della fotografia di G.W. Aldo.
Il film, presentato a Venezia nel 1949, suscitò un putiferio
tra sostenitori e oppositori del neorealismo. Nel 1993 il film è
stato restaurato e riproposto in edizione critica. Nell'intenzione
di Visconti doveva essere il primo di una trilogia sulla vita dei
pescatori, minatori e contadini siciliani, ma si fermò solo
a questo primo episodio. Visconti era arrivato a Aci-Trezza nel
1947, girò in presa diretta come per un documentario, senza
una sceneggiatura prestabilita. Fa recitare non attori professionisti
ma pescatori del luogo che si muovono con gesti abituali e parlano
in dialetto. Fu una realizzazione difficoltosa, che si scontrò
anche con problemi finanziari. Assistenti alla regia erano i giovani
Francesco Rosi e Franco Zeffirelli che poi fecero carriera come
registi, con caratteristiche diversissime.
Bellissima (1951), scritto da Cesare Zavattini, rappresenta
un aspetto emblematico della realtà italiana del dopoguerra:
le illusioni che nascono dall'indigenza. La storia amara di una
madre (Anna Magnani) che crede di poter ottenere il successo con
la sua bambina vincitrice di un concorso di bellezza e partecipante
a un provino cinematografico. Tra gli altri interpreti del film,
Walter Chiari, Amadeo Nazzari, S. Pampanini. Siamo donne
(1952) sempre con la Magnani. Con Senso (1953, da una novella
di C. Boito) - per questo film avrebbe voluto Marlon Brando ma la
produzione non lo accettò perché non ritenuto abbastanza
famoso: la parte venne affidata a Farley Granger - e con Le
notti bianche (1957, da F. Dostoevskij) si muove al di fuori
del neorealismo. Rocco e i suoi fratelli (1960, con tra
gli altri Alain Delon) è un film neorealista, storia di una
famiglia lucana che spera di trovare a Milano un mondo migliore;
qui appare la tendenza di Visconti a concentrare il dramma attorno
a nuclei familiari, di volta in volta diversi per condizioni sociali
e caratteristiche psicologiche: con la tendenza sempre più
a occuparsi di famiglie borghesi e aristocratiche dopo l'iniziale
interesse per il mondo proletario. Così il Gattopardo
e i films successivi, sempre più tendenti alla spettacolarità
musicale del melodramma. Il "Gattopardo", tratto dal romanzo di
Tomasi di Lampedusa, divenne uno dei suoi film più famosi:
tra i suoi interpreti, Burt Lancaster e Claudia Cardinale. Il neorealismo
è ormai alle sue spalle, l'ambizione è ormai quella
dell'affresco storico, il film di alta ambizione magari con alla
base un testo letterario (Mann o Proust, i suoi autori preferiti).
Seguirono altri film, meno convincenti: Gruppo di famiglia in
un interno, affresco della decadenza del gusto nell'età
della ricchezza volgare, con Silvana Mangano, Helmut Berger e Burt
Lancaster. Fu l'ultimo film da lui realizzato interamente. Ludwig
(1972) che terminò di montare nonostante la grave paralisi
che lo aveva colpito: per contenere il film entro le tre ore come
chiedeva la produzione, Visconti dovette accettare una serie sostanziosa
di tagli. Il film verrà poi ricostruito nella sua interezza
dopo la sua scomparsa, grazie alla sceneggiatrice Suso Cecchi D'Amico
con cui aveva collaborato per buona parte dei films (da "Bellissima"
a "L'innocente", "Senso", "Rocco e i suoi fratelli", "Il gattopardo",
"Vaghe stelle dell'Orsa", "Lo straniero", "Ludwig" ecc.). Risponde
al gusto del film in costume anche L'innocente (1976, con Giancarlo
Giannini, Laura Antonelli) ambientato ai primi del '900 e tratto
dall'omonimo racconto di D'Annunzio: è l'ultima regia ufficiale
di Visconti.
Negli ultimi anni si dedicò anche all'allestimento di opere
teatrali e di melodramma.
Nel 1993 è stato pubblicato di Luchino Visconti un "inedito"
giovanile, Angelo, che Visconti giustamente si era sempre
rifiutato in vita di pubblicare. Testimonia una velleità
giovanile di romanzo, può essere utile solo come documento.
Filmografia: Luchino Visconti
Ossessione (1942)
La terra trema (1948)
Bellissima (1951)
Siamo donne (1952)
Senso (1953)
Le notti bianche (1957)
Rocco e i suoi fratelli (1960)
Il Gattopardo
Vaghe stelle dell'Orsa
Morte a Venezia
La caduta degli dei
Lo straniero
Gruppo di famiglia in un interno
Ludwig (1972)
L'innocente (1976)
scritti:
Angelo (pubbl.1993)
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