Peter Greenaway
Peter Greenaway
Peter Greenaway è nato nel Galles nel 1942. Figlio di un
impresario edile e ornitologo dilettante, trascorre l'infanzia tra
London e l'Essex, a contatto con la natura. Studia pittura al Walthamstow
Art College. La sua prima esposizione di opere è del 1964.
Nel 1965 è assunto dal Central Office of Information come
montatore. Il COI gli affiderà poi la regia di alcuni documentari.
Il passo naturale successivo sono una serie di documentari sperimentali,
da lui girati per conto proprio. Una strada attraverso
l'h (A walk through H) è uno sperimento spiritoso,
Vertical Feature Remake è sospeso
nell'assoluta immobilità. The falls
(1980) è una raccolta di materiali realizzati in varie occasioni,
composti in 92 situazioni secondo il criterio della musica aleatoria
di John Cage e nello spirito accumulatorio di una enciclopedia.
Il film che lo proietta all'attenzione del pubblico e della critica
è I misteri del giardino di Compton House
(1983). Una storia ambientata nel 1694: un disegnatore ingaggiato
per comporre 12 "visioni" di una villa, viene trascinato
poco alla volta in un gioco perverso dove si confondono sesso, avidità,
potere e delitto.
Scrive lo storico del cinema *Di Giammatteo:
"da film a film le perversioni crescono di numero e di intensità,
per una sorta di furore manieristico ('sono convinto che stiamo
attraversando - dice - un periodo manierista: concetto che preferisco
a quello, orribile, di post-modernismo') e originano quattro film
che ribadiscono il progetto di un autore segnato da poche, tenaci
ossessioni (il sesso, la morte, l'orrore, le simmetrie)" [1].
Così: Lo zoo di Venere (1985)
mostra gli spaventosi esperimenti di due zoologi e di una donna,
coinvolti in un incidente automobilistico. Il
ventre dell'architetto (1987) segue la vita di un architetto
americano venuto a Roma per allestire una mostra dedicata al teorico
dell'architettura Etienne-Louis Boullée. Giochi
nell'acqua (1988) con tre donne che uccidono i loro mariti.
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante
(1989) mischia sesso e cibo fino all'antropofagia. The
baby of Macon (1993) risulta stancamente ripetitivo. Ha spunti
brillanti la variazione shakespeariana Prospero's
books (1991).
Non siamo tra gli estimatori di Peter Greenaway regista. La critica,
a nostro avviso, l'ha supervalutato, probabilmente riconoscendosi
nelle premesse cerebrali di questi films che risultano manieristici
e tronfi.
Note
[1] Dizionario del cinema : cento grandi registi / Fernaldo Di Giammatteo.
- Roma : Newton & Compton, 1995. - cit. p. 43.
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