Marco Ferreri
Marco Ferreri
Marco Ferreri nacque a Milano nel 1928. Fu uno studente pigro,
fece poi vari mestieri: piazzista, giornalista, rappresentante di
obiettivi per macchine da presa, qualche piccolo imbroglio. Si ritrova
in Spagna a girare films. Sono satire, antiborghesi e anticattoliche:
El cochesito (1960) è il più
crudele dei tre film spagnoli, prende di mira i vecchi. Torna in
Italia e continua la sua attività registica: Una
storia moderna: l'ape regina (1963) è una requisitoria
contro il matrimonio, La donna scimmia
(1964) sul personaggio patetico di una derelitta circuita da un
cialtrone (interpretato da Tognazzi), Dillinger
è morto (1969) ritratto glaciale e atroce di un imbecille,
un ingegnere borghese dentro la società borghese.
La grande abbuffata (1973) descrive l'incontro
di quattro amici a Paris per una lugubre orgia alimentare. Non
toccare la donna bianca (1974) trasforma la buca dove sorgevano
le Halles demolite in un set per una fiaba western, con cavalleria,
indiani e spie, con effetti di grande ilarità. Ciao
maschio (1978) descrive una New York astratta, da incubo
fantascientifico, racconta l'autodistruzione di un folle che rifiuta
l'amore. Chiedo asilo (1979) affida al
folletto Roberto Benigni il compito di salvare l'umanità
e la ragione. Il futuro è donna
(1984) stravagante quadro sull'idiozia umana, La
casa del sorriso (1991) con cui ha l'Orso d'oro a Berlin
è una variazione sul tema della vecchiaia e della impossibilità
dell'amore. Ne La carne (1991) riprende
il discorso de "La grande abbuffata" spostandolo sul versante
dell'antropofagia. Diario di un vizio (1993)
storia di un cretino e di una ragazza.
La caratteristica del cinema anarchico di Ferreri è "il
sarcasmo surreale, eretto a sistema di ricerca antropologica. Gli
uomini sono animali idioti (per effetto dei pregiudizi diffusi dalle
religioni e dalle morali, nonché dalle abitudini), che debbono
essere analizzati con distacco e divertimento" [1]
Note
[1] Dizionario del cinema : cento grandi registi / Fernaldo Di Giammatteo.
- Roma : Newton & Compton, 1995. - cit. p. 38.
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