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Theodoros Anghelopoulos
Nato ad Atene nel 1936, Anghelopoulos è figlio di
piccoli commercianti. Si laurea in legge, emigra giovanissimo
a Paris dove frequenta l'IDHEC. Sono gli anni della nouvelle
vague; Anghelopoulos avvicina Jean Rouch, sperimenta il cinéma
direct. Tornato in Grecia, si occupa di critica cinematografica.
Sono gli anni della dittatura dei colonnelli. Tenta con scarso
successo la strada del cinema.
Solo nel 1970 riesce a realizzare un film valido: Ricostruzione
di un delitto. In questo film recupera il miti degli
Atridi per narrare una storia di adulteri e intrighi paesani.
Il film suscita un certo interesse al festival di Berlin dove
è presentato al pubblico europeo.
Nel 1972 inizia una trilogia sulla storia greca che parte
dal 1936, anno della dittatura di Metaxas e che giunge fino
agli anni Settanta: I giorni del '36,
La recita (1975), I
cacciatori (1977). Il suo è un trattato politico
e una riflessione sulla cultura e sull'antropologia della
Grecia, con le sue classi in conflitto, la presenza oppressiva
dei militari, la debolezza delle strutture sociali e l'immaturità
della sinistra. Anghelopoulos inventa anche una forma narrativa,
in cui sovrappone i segmenti temportali - ieri, oggi, l'altro
ieri, oggi, ieri ecc. - nel corso di lunghissimi piani sequenza.
Riesce così a fondere realtà politica e conflitti
familiari, crudeltà, analogie con i classici in una
specie di sospensione allucinata: da questo punto di vista
efficace è "La recita", storia di poveri
girovaghi.
Meno incisivo nei successivi film: Alessandro
il Grande (1980) che ha per protagonista un bandito
capopopolo (interpretato da Omero Antonutti); Il
volo (1986) storia di un apicultore - interpretato
da Marcello Mastroianni -; Paesaggio nella
nebbia (1988) sulle vicende di due bambini.
Interessante il documentario dedicato a Atene
(1982).
Lo sguardo di Ulisse (1995) è
un viaggio nei Balcani alla ricerca della memoria e del cinema.
Con questo film ebbe il premio della giuria di Cannes. |