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Robert Koseph Flaherty


Robert Koseph Flaherty

Nato a Iron Mountain [Michigan] nel 1889, morto a Dummerston [Vermont] nel 1951. La famiglia è di origini irlanedesi, il padre è un minatore diventato cercatore d'oro. Robert Flaherty studia mineralogia e si dedica all'eplorazione delle terre artiche. Nel 1913 prende con sé la macchina da presa e gira 10 mila metri di pellicola: un incendio distrugge tutto. Nel 1920 si organizza meglio, ottiene un finanziamento di 50 mila dollari dai pellicciai parigini Revillon Fréres e parte per il Nord per girare il primo vero, grande, documentario della storia del cinema: la vita di una famiglia di esquimesi, il rigore dell'inverno.

Egli si rifiutò sempre di aderire alle esigenze commerciali che sono all'origine del film a lungometraggio, preferiva tacere per lunghi anni piuttosto che rinunciare alla sua coerenza. Per ragioni finanziarie ha composto solo 4 film importanti: sono a sfondo documentario i due muti Moana (1925) ambientato alle Samoa, le isole dei mari del sud scoperte dell'Ottocento da Melville e Stevenson e Nanuk del nord (Nanook of the North, 1922; in italiano: Nanuk l'eschimese) sui costumi esquimesi dell'Alaska. Leggermente romanzati, ma sempre di altissimo livello, gli altri due documentari: Uomo di Aran (Man of Aran, 1934) sul folklore di un'isola sperduta nell'atlantico e Lousiana story (1949) sul grande fiume Mississipi: quest'ultimo ebbe un premio internazionale a Venezia.
"Moana" fu da lui girato grazie al successo di "Nanuk". Ottenne infatti dalla Paramount di girare questo documentario nel Pacifico. Aveva a disposizione grandi mezzi, ma non trovò ispirazione in questo nuovo ambiente per cui il film risulta un po' fiacco.

Nel 1927-1928 si occupò di cromocinematografia. Raccolse materiale, portando un contributo essenziale, per Ombre bianche sui mari del sud (White shadows on the South seas, 1928) melodramma storico diretto da William S. Van Dyke, e accompagnò Murnau a Tahiti per "Tabu" (1931). Murnau e Flaherty erano partiti assieme alla ricerca degli antichi costumi di quell'isola dei mari del Sud, ma non si erano intesi: Murnau pensava a una storia drammatica, non a un documentario.
Flaherty emigra in Gran Bretagna dove lavora con John Grierson. Qui gira: "L'uomo di Aran" uno dei suoi capolavori, Industrial Britain (1935), Elephant boy (1937), The land (1942).

"L'uomo di Aran" è il racconto di una famiglia relegata su un'isola al largo della costa occidentale irlendese: un padre pescatore, una madre, un ragazzo. Ogni gesto, ogni ambiente, ogni disastro - come la tempesta che distrugge la barca -, sono ripresi con paziente esattezza.
"Elephant boy", il ragazzo degli elefanti, è un docudramma su un ragazzo indiano e il suo elefante. Figlio di un guidatore di elefanti, diventato orfano, il ragazzo (interpretato da Sabu, qui al suo esordio: lui interpreterà poi altri film) scappa e viene ripreso.
"Louisiana story" (1949) mostra ancora una volta la pazienza di ripresa di Flaherty, film minore in cui il regista mostra una certa simpatia verso persone e cose girate.

Flaherty è un naturalista e un mistico; la sue immagini, le sue storie, i suoi personaggi sono sempre in funzione di una natura grandiosa, qualche volta matrigna ma sempre possente. Flaherty è un primitivo, un artista ancora impressionato dai fenomeni e dalle bellezze naturali. Fu assertore del principio che sullo schermo la vita deve essere portata come è, naturalmente, senza compromessi o sovrastrutture.

Filmografia: Robert Joseph Flaherty

Nanook of the North (1922, Nanuk l'esquimese)
Moana (1925)
White shadows on the South seas (1928, Ombre bianche), coll.
Man of Aran (1934)
Industrial Britain (1935)
Elephant boy (1937)
The land (1942)
Lousiana story (1949)

Contesto

Cinema documentario tra le due guerre


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