Storia della letteratura europea - Torna in homepageAree extraeuropee nel -V secolo


Aree extraeuropee nel -V secolo

La Cina

In Cina è un periodo di crisi ma anche di forti fermenti culturali e sociali. E' il cosiddetto periodo "primavera e autunno", dal nome della più importante opera annalistica del periodo, a opera di K'ung. L'impero è sfatto anche se ufficialmente è la dinastia dei Chou orientali (con capitale a Lo, nel Honan), la Cina vede un sistema di stati, con cinque feudatari egemoni che formano una lega: Ch'i (lo stato più potente), Sung, Chin, Chi'in, Ch'u.
A quest'epoca risale la vita e le attività culturali di uno dei grandi della storia dell'umanità, che ha lasciato una enorme influenza attraverso i secoli su milioni di individui. Parliamo di Confucio, cioè di K'ung, iniziatore del confucianesimo.
Il maestro K'ung (K'ung fu-tzu) era nato a Chüeh-li [Shantung] nel c.551-. Morì a Ch'ü-fu [Shantung] nel 479-. La sua biografia, in parte deformata dalla leggenda, è esposta nelle "Memorie di uno storico" (86-) di Ssu-ma Ch'ien. Di certo sappiamo che, nato povero, entrò come funzionario al servizio del sovrano dello stato di Lu (nell'attuale Shantung) raggiungendo una posizione elevata. Costretto all'esilio in seguito a intrighi politici, dal c.497- peregrinò come letterato itinerante da una corte all'altra tentando di introdurvi le sue teorie sulle giuste e armoniose relazioni sociali. Deluso, passò all'insegnamento privato, raccogliendo attorno a sé numerosi discepoli, e dedicandosi alla raccolta sistemazione e commento degli antichi testi: "Libro delle odi" (Shi-ching), "Libro della storia" (Shu-ching), "Libro dei mutamenti" (I-ching), "Memorie dei riti" (Li-chi), e gli "Annali Primavera- Autunno" (Ch'un-ch'iu) cronaca degli avvenimenti dello stato di Lu [Shantung] per il 722\481-. A questi annali furono poi aggiunti tre commentari (tra cui il "Tso-chuan" risalente forse al III secolo -).
L'insegnamento di K'ung ci è pervenuto grazie ai suoi discepoli che lo esposero diligentemente nei Dialoghi (Lun Yü), all'inizio del IV secolo (-): si tratta di brani spesso brevi, in forma dialogica, pieni di vivacità e freschezza anche se disorganici.
I "Dialoghi" entrarono a far parte de "I quattro libri" (Ssu-shu) che sono alla base del canone confuciano. Il corpus canonico fu assemblato in pratica intorno all'XI-XII secolo (+). Comprende:
  • i "Dialoghi" (Lun Yü);
  • il "Meng-tzu" (Meng-tzu), dal nome del filosofo confuciano che lo scrisse, nel III secolo (-);
  • "Il giusto mezzo" (Chung-yung);
  • "La grande scienza" (Ta-hsüeh).
Questi ultimi due furono estratti dai neo-confuciani del X-XIII secolo (epoca Sung: 960\1279+) da due capitoli del "Libro dei riti" (Li-chi). "I quattro libri" sono stati fino ai primi anni del XX secolo la base dell'educazione di ogni cinese che sapesse leggere.
Alla base del suo pensiero furono le ambivalenze del suo tempo, con il dispiegarsi della vecchia struttura feudale e del suo sistema etico, parallelo all'avvio del processo di trasformazione politica economica e sociale che si sarebbe concluso alla fine del III secolo (-) con la fondazione dell'impero unitario degli Han. Richiamandosi costantemente alla tradizione, K'ung pose al vertice dei valori umani le virtù della rettitudine e della benevolenza: virtù che debbono legittimare l'autorità e devono essere alla base delle relazioni sociali. Struttura di base della società è la famiglia. Lo stato è concepito come una grande famiglia retto da rigidi princìpi gerarchici, l'imperatore è padre e madre dei suoi sudditi. Garanzia di conservazione e stabilità è l'osservanza dei riti, minuzioso e inderogabile insieme di regole di comportamento. Per il suo carattere morale e politico, immanentistico e laico, il suo pensiero fornì alla classe dei letterati-funzionari Han la base ideologica che sostenne la formazione e poi il perpetuarsi dello stato burocratico cinese.

Non sappiamo di quanto più vecchio di K'ung è Lao Tzu. Secondo alcuni risalirebbe al IV-III secolo (-) la sua opera più importante, Il libro del Principio e della sua virtù (Tao-te ching). Lao-tzu è il primo e più famoso esponente dell'unica corrente filosofica, il taoismo, che si sia posta come alternativa totale al confucianesimo. Il "Tao-te ching" è opera fascinosa e sfuggente, specie nella prima parte in cui viene definito il Tao, per sua natura indefinibile, principio primo e immutabile, che esisteva prima del nulla e che è grande, mutevole, distaccato e ricorrente.
Alcuni (*L. Wieger) fanno risalire il taoismo a un adattamento delle dottrine indiane del tempo delle "Upanisad"; altri (*Lacoupirie) vi hanno visto un influsso babilonese (!); per altri si tratta di un raffinamento di antiche concezioni sciamaniche. Per quanto ci consta, sappiamo che il taoismo fu fortemente osteggiato da confucianesimo, specie nei suoi esiti superstiziosi (ricerca alchimistica dell'immortalità fisica). E ha costituito nell'ambito della cultura cinese un filone di pensiero costante, parallelo al confucianesimo, di cui controbatte la solennità moralistica esaltando in modo profondo e spesso paradossale l'individualismo, la libertà dalle convenzioni e dalle ipocrisie, l'abbandono a un "agire senza agire".
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