Thèognis 
            
             
             
               Thèognis 
               
               Di Thèognis non sappiamo esattamente né 
                dove nacque (Megara: ma gli studiosi discutono se si tratta di 
                Megara Nisea [Corinto] o Megara Iblea in Sicilia) né quando 
                (dovrebbe essere tra la fine del VI e l'inizio del V secolo -). 
                Secondo una ricostruzione possibile: nacque a Megara Nisea ma 
                a causa dei conflitti politico dovette emigrare e diventare cittadino 
                di Megara Iblea. 
                 
                Di lui ci è rimasto un gruppo di opere raggruppate come 
                Corpus Theognideum o Silloge teognidea, silloge 
                elegiaca composta da 1389 versi in due libri: il primo di 1230 
                versi, di contenuto morale e politico; il secondo ispirato alla 
                "Musa puerilis". Il nucleo della raccolta è dato dalle 
                esortazioni (upo'hte:kai) a Cirno, figlio di Polipao, giovinetto 
                amato dal poeta. Questi ammonimenti alla fine del V secolo (-) 
                costituirono il fondo di una raccolta gnomica composta a scopo 
                simposiaco e poi usata a fini educativi; furono aggiunte altre 
                upo'hte:kai e versi di altri poeti (Solon, Mimnermos, 
                Turtaios, Fokulides), per cui risulta difficile distinguere quello 
                che è di Theognis dal resto. Secondo gli antichi, sarebbero 
                certamente sue due elegie: quella in cui il poeta condanna i matrimoni 
                di interesse tra classi diverse; e quella (citata da Plato) in 
                cui ammonisce il lettore a frequentare gente "perbene" cioè 
                gli aristocratici. 
                 
                Nei suoi precetti, Thèognis si mostra come un oligarca 
                piuttosto sdegnoso, che si rivolge a Cirno per infondergli l'odio 
                verso la plebe insolente e il culto della tradizione antica. Thèognis 
                è di origini nobili, ostile al regime democratico della 
                sua città: che dovette abbandonare per ritornarvi dopo 
                un lungo esilio ma senza riavere i beni perduti. Tutto preso dal 
                passato che non può più rivivere, si abbandona al 
                pessimismo, ma mantenendo una profonda serenità nei confronti 
                della vita. Nella crisi politico-sociale del VI secolo, in cui 
                l'aristocrazia subisce l'attacco delle nuove concezioni di vita 
                provenienti dalle classi mercantili, Thèognis difende l'etica 
                aristocratica. Il pensiero della patria lontana, dei beni perduti, 
                delle trasformazioni sociali in atto e della corruzione, dà 
                all'elegia di Thèognis toni aspri, inflessibili ma anche 
                nostalgici. L'opera di Thèognis può essere considerata 
                un manuale di etica aristocratica; negli anni successivi alla 
                sua morte, fu citata e usata come testo para-scolastico: proprio 
                per questo motivo, l'interesse pedagogico e morale che ebbe, potè 
                essere conservato. 
               
              Il policentrismo greco tra VI e V secolo 
              [1998]
              
             
            
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